L’ospedale di Marsala è stato smantellato in seguito all’emergenza Coronavirus, che ha imposto che nella quinta città della Sicilia venisse creato un Covid Hospital.
Il Paolo Borsellino di Marsala ha una struttura nuova, la sua apertura fu voluta dall’allora sindaco Renzo Carini, negli anni non sono mancate le volontà politiche, trasversali, per ridimensionarlo.
L’ultima rete ospedaliera, che ricalca in maniera quasi uguale quella messa a punto dall’ex assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, ha elevato l’ospedale cittadino a Dea di primo livello. Non sono mancati, però, indirizzi che hanno fino a qualche settimana fa ridimensionato l’Ortopedia, la Urologia, l’Oculistica, la Pneumologia, solo per fare alcuni esempi.
Oggi si assiste a una conversione dell’ospedale in Covid Hospital, dalla direzione Asp sottolineano che ciò avverrà solo per poche settimane “per fronteggiare l'eventuale emergenza sanitaria nel Trapanese”.
Quindi nell’ “eventualità” si smantella, si toglie un reparto come Cardiologia e la sua Utic, e si ricostituisce quando?
Ma la cosa che lascia davvero perplessi è che nel comunicato dell’ASP l’incertezza è la costante con cui si programma, si legge: “Saranno attivati -​ non appena saranno consegnate le attrezzature, già acquistate -​ 108 posti letto Covid-19, più altri 26 di terapia intensiva e sub-intensiva.
Al momento, nel presidio ospedaliero di Marsala risultano attivati: 12 posti letto Covid,​ 6 di terapia intensiva e 4 sub-intensiva”.
Quindi, si smantellano reparti nell’attesa che vengano consegnate le attrezzature, un tempo declinato al futuro con una pandemia in corsa, con un picco atteso in Sicilia per metà aprile, come ripete ogni giorno Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute, che non conosce i presidi del trapanese visto che mai ha toccato seriamente la provincia, notizie filtrate dai suoi riferimenti locali che oggi tacciono, non dicono nulla perché niente c’è da aggiungere.
Il comunicato dell’ASP continua rassicurando che “Nello stesso ospedale, é operativo un reparto “zona grigia”, destinato, con 6 posti letto, a pazienti sottoposti a tampone in attesa dell'esito dell'esame. Presente​ anche un reparto “pre-Covid”, destinato a chi, pur risultando positivo al primo tampone, presenti una sintomatologia riconducibile a infezione da Coronavirus e quindi in attesa di un secondo test. Dal 28 marzo, la struttura marsalese non accetta più pazienti che non abbiano patologie correlate al Covid-19. Infatti anche il 118 porta​ i pazienti del territorio presso gli altri pronto soccorso dell’Asp di Trapani”.
L’ASP chiede sacrifici, li chiede proprio a Marsala, senza nemmeno prendere in considerazione altre ipotesi più concrete, come quella del Campus Biomedico o la Casa di riposo Giovanni XXIII.
Il “comprensorio”, come la definiscono i vertici aziendali, cioè la città di quasi 90 mila abitanti, dovrà accontentarsi di un’area di emergenza straordinaria che sarà in grado di far fronte alle prime necessità, dopo le quali i pazienti saranno trasferiti in altre strutture.
Dove sarà allestita quest’area, con quali mezzi e con quale dotazione di personale l’ASP non lo specifica.
Inizialmente la stessa Asp aveva previsto tre reparti Covid in tre ospedali: Castelvetrano, Trapani, Marsala con 12 posti letti ciascuno. Tutto rimodulato ma attenzione il tempo utilizzato è sempre al futuro, ad oggi non c’è certezza di nulla, scrive l’ASP: “Con il preciso obiettivo di concentrare gli sforzi per una più adeguata assistenza ai soggetti infetti da Coronavirus, la scelta è stata rimodulata con l'attivazione di almeno 108 posti letto Covid-19, più 26 posti letto di Terapia Intensiva e Sub-Intensiva non appena saranno consegnate le attrezzature già acquistate, per un totale di 134 posti letto”.
Segue anche la spiegazione del perché il nosocomio è stato smantellato: “Adeguata ed epicentrica distanza dell'ospedale in relazione al territorio della provincia di Trapani”.
Proprio per questo motivo non si sarebbe dovuto nemmeno ipotizzare uno stravolgimento della situazione, l’ospedale serve tantissimi pazienti della provincia anche in considerazione della centralità in cui si trova.
Altra spiegazione data dai vertici aziendali: “ Il P.O. Di Marsala è l'unico tra i presidi trapanesi che non insiste nel centro urbano ma in Contrada Cardilla, a pochi km da Marsala e direttamente in prossimità dello svincolo autostradale. Questa posizione strategica, consente una più rapida presa in carico dei pazienti Covid-19, oltre che per la vicinanza con l'aeroporto militare di Birgi”.
L’ospedale di Partinico, piccolo esempio non lontano dalla provincia di Trapani, è attaccato al centro urbano, con le restrizioni che attualmente ci sono anche sulla circolazione le strade non sono trafficate e in ogni caso le ambulanze seguono percorsi dedicati (la linea gialla sull’asfalto servirà a qualcosa insieme alle sirene, o no?). La vicinanza all’aeroporto fa presagire che qui verranno presi in carico pazienti provenienti da altre Regioni, in questo caso si ricorda come l’aeroporto di Palermo dista pochi km dall’ospedale Cervello che è fuori città.
L’ASP, infine, ricorda che è un errore parlare di funzionalizzazione di Campus Biomedico, perché struttura priva di impianto di luce, acqua e gas.
Vero, tuttavia ci sarebbero voluti non oltre 10 giorni per consentire l’attivazione di questi servizi, tanto si è ancora in attesa dell’arrivo delle attrezzature e in più da pochi mesi è diventato di pertinenza dell’ASP.
Si citano poi sia la Casa di riposo Giovanni XXIII che l’ex Ospedale S. Biagio, ma entrambe le strutture secondo i vertici aziendali hanno carenze strutturali, e la Casa di riposo non è nella disponibilità del patrimonio dell’ASP.
In emergenza si è dato seguito allo smantellamento di un ospedale funzionante, con reparti importanti, e in pochi giorni, sempre in emergenza, non si sarebbe potuto mettere mani a queste piccole carenze?
La cosa che appare evidente, invece, è che la politica dovrà fare, prima o poi, i conti con le sue responsabilità, perché i cittadini tutti sono stanchi dei comunicati stampa e hanno bisogno di avere certezze e di essere rassicurati.