Va avanti anche a Castelvetrano la didattica a distanza.
La scuola non si ferma, pur in mezzo alle tante difficoltà sulla disponibilità di pc e tablet degli studenti, sulle connessioni internet adeguate e sul ruolo dei genitori soprattutto per gli alunni delle elementari.
Da tempo i sindacati sottolineano l’importanza dell’autonomia degli insegnanti in quest’attività, diventata praticamente di volontariato, che serve soprattutto a mantenere le relazioni con i ragazzi e le loro famiglie.
Tempi di emergenza, in cui gli obblighi e le rigide valutazioni, anche quelle dei dirigenti scolastici nei confronti degli inseganti, non possono che lasciare il posto alla condivisione flessibile, proprio per evitare di amplificare lo stress.
Abbiamo chiesto come sta andando alla professoressa Tania Barresi, che dirige i tre licei della città (Classico, Scientifico e delle Scienze Umane).
Non c’è dubbio che la didattica a distanza porti delle difficoltà, perché sia i docenti che gli studenti non sono abituati. Ma in termini di risultati è davvero in grado di superare le aspettative.
E’ chiaro che per i docenti è un lavoraccio. Non è semplice organizzarsi la lezione, correggere gli esercizi…
Il lavoro sulla piattaforma di condivisione, permette di proseguire col programma scolastico?
No, non è possibile continuare col programma che veniva svolto in classe, anche perché manca il contatto umano, che è la cosa principale nell’ambito scolastico. Al momento, ciò che più ci interessa è la formazione degli alunni che avviene con delle metodologie che non sono più quelle tradizionali.
Si lavora principalmente sulla piattaforma Weschool, dove è possibile inviare materiale e fare delle lezioni live alla presenza virtuale dei ragazzi.
Gli studenti non verranno valutati in termini di sommatoria di prove scritte e orali, perché la valutazione sarà formativa, non dimenticando il valore del rapporto che occorre avere con questi ragazzi.
Ma si firma anche il registro?
Assolutamente no. Vengono registrate le attività, ma la firma del registro non ha alcun senso, dal momento che non c’è la presenza fisica a scuola.
Questo tipo di attività da parte degli insegnanti non è nel contratto, ma a prevalere è il senso di responsabilità in un momento che certamente non poteva essere previsto.
In quest’ottica, il ruolo del dirigente scolastico è di supporto, in una collaborazione in cui non si possono certo praticare imposizioni. Già la novità del metodo comporta di per se un certo stress, sarebbe davvero impensabile alimentarlo ulteriormente creando muri e trasferendolo anche ai ragazzi.
Egidio Morici