E' forse una delle giornate più importanti e significative da quando è iniziata l'emergenza coronavirus in Italia.
Per la prima volta dall'inizio dell'epidemia si registra il primo calo di ricoveri in terapia intensiva e vuol dire che si allenta la morsa negli ospedali. Questo fatto non può che infondere fiducia, anche se gli esperti continuano a dire di non abbassare la guardia contro il virus.
Sono 3.994 i malati di coronavirus ricoverati in terapia intensiva, 74 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.326 sono in Lombardia. Degli 88.274 malati complessivi,con un incremento rispetto a ieri di 2.886, 29.010 sono poi ricoverati con sintomi - 269 in più rispetto a ieri - e 55.270 sono quelli in isolamento domiciliare. Il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - è di 124.632. Sono 15.362 i morti dopo aver contratto il coronavirus, con un aumento rispetto a ieri di 681. Venerdì l'aumento era stato di 766. Sono 20.996 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 1.238 in più di ieri. Ieri l'aumento dei guariti era stato di 1.480.
"Oggi per la prima volta abbiamo un dato molto importante - le parole del capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli -. Il numero di pazienti in terapia intensiva diminuisce di 74 ed è un notizia importante perché consente ai nostri ospedali di respirare. E' il primo valore negativo da quando abbiamo avviato la gestione dell'emergenza".
"Se guardiamo ai numeri, dal 27 marzo a oggi in 9 giorni si è passati da più di 120 accessi nelle terapie intensive ad un saldo negativo di 74 malati, che non sono più oggi nelle terapie intensive rispetto al numero di ieri. Anche il numero di deceduti si è ridotto dai 970 ai 680 attuali. Ma non abbiamo superato la fase critica. Il pericolo non è scampato, non abbiamo scampato proprio nulla", ha commentato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) Franco Locatelli.
"Uno studio autorevole ha di fatto definito in almeno superiori a 30mila il numero delle vite che sono state salvate o delle morti evitate attraverso queste misure di contenimento", ha detto ancora Locatelli.
La data di inizio della ripresa "dopo Pasqua solo se calano i contagi" ma "bisognerà convivere con il virus e con il distanziamento sociale fino al vaccino". Lo ha detto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, all'appuntamento del sabato su Facebook e You Tube dell'Associazione Luca Coscioni.
"Dovremo investire in educazione, abituarci all'uso delle mascherine, che sono in arrivo. Ne serviranno milioni", dice Sileri. Finché non sarà disponibile un vaccino, conclude, "è ipotizzabile il verificarsi di nuovi focolai, ma sicuramente saranno più controllabili".