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06/04/2020 07:46:00

Quando finirà? Zero contagi a fine Maggio, ma la "fase due" sarà lunga

 Intervistato da Nbc News, Giuseppe Conte ha detto che «in questo momento non posso dire quando il lockdown finirà. Noi stiamo seguendo le indicazioni del comitato scientifico. L’Italia è stata la prima nazione ad affrontare l’emergenza. La nostra risposta può non essere stata perfetta, ma abbiamo fatto il massimo sulla base delle nostre conoscenze».

Questi i dati forniti dalla Protezione civile ieri alle 18: sono 91.246 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento giornaliero di 2.972 (sabato era stato +2.886). Il numero complessivo dei contagiati - compresi morti e guariti - è di 124.632. Per il secondo giorno consecutivo è calato il numero degli accessi in terapia intensiva: ora sono 3.977, 17 in meno rispetto a sabato. Calano anche i ricoveri: ora sono 28.949, 61 in meno rispetto a sabato. I morti registrati ieri sono stati 525, «il numero più basso di deceduti dal 19 marzo a oggi» ha sottolineato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. I nuovi pazienti guariti (o dimessi) sono stati 819, per un totale di 21.815.

Sono cinquecento i morti nelle residenze sanitarie assistenziali (Ras) del Bergamasco, il dieci per cento degli anziani ospiti. Lo fa sapere un’inchiesta di Report in onda stasera, in prima serata, su Rai 3

In conferenza stampa il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha detto che «la curva ha iniziato la discesa e comincia a scendere anche il numero dei morti. Se questi dati si confermano, dovremo cominciare a pensare alla fase 2». Secondo Giuseppe Remuzzi, capo dell’Istituto farmacologico Mario Negri, «a metà maggio si ammalerà il 30% delle persone che contraggono il virus ora. Per la fine di quel mese spero di arrivare a crescita zero».

«Dobbiamo cominciare a dire agli italiani una verità scomoda. Mi rendo conto che è difficile farlo con un Paese praticamente in ginocchio, ma non possiamo illuderci di tornare alla completa normalità a giugno o a luglio. Per un lungo periodo, per esempio, viaggiare non sarà più come prima. Dobbiamo mettere in conto che prima di entrare in un altro Stato saremo costretti a fare la quarantena, a fornire determinate garanzie sanitarie. E così via». Alessandro Vespignani, fisico informatico, a Giuseppe Sarcina, sul Corriere della Sera.