Da quando l’ospedale di Marsala è diventato Covid Hospital le lamentele si susseguono.
A protestare non solamente i cittadini che temono, doverosamente, per la propria salute ma anche i medici e il personale paramedico che hanno denunciato inefficienze dei vertici e che vogliono rimanere in anonimato.
Il Punto di Emergenza, che andrebbe a sostituire il Pronto Soccorso, dicono in molti non è ancora attivo ma soprattutto non sarebbe idoneo a prestare le prime cure di intervento, carente anche in macchinari.
Le lamentele poi riguardano i dispositivi di sicurezza, mancanti, tanto che alcune aziende e associazioni di volontariato hanno deciso di donarle al nosocomio.
Regna la confusione, la lamentela più forte è rivolta alla dirigenza, i medici sarebbero senza una guida.
Abbiamo verificato con altro personale che, sempre dietro le quinte, ha parlato di un Punto di Emergenza funzionale anche se ancora non funzionante, ci sono i macchinari per verificare e stabilizzare i parametri vitali.
In ogni caso sia che il paziente arrivi in ambulanza o da solo passerà prima sempre dal pre-triage per riscontrare i sintomi del Covid-19, solo in assenza si entrerà poi nell’area di emergenza.
Tengono a sottolineare che ancora con il Punto di Emergenza chiuso sono stati prestati i soccorsi a due infartuati, al secondo piano del Paolo Borsellino ci sono i cardiologi con il loro ambulatorio.
Sono tante le polemiche che in questi giorni si sono succedute non solo sulla scelta dell’ospedale cittadino come Covid Hospital ma anche sul suo futuro una volta cessata l’emergenza.
Pino Carnese, ex dipendete ASP presso il Pronto soccorso, con il suo movimento “Orgoglio Marsalese” ha voluto scrivere una lettera aperta: “Quanti anni ci sono voluti per avere e poi mantenere, i reparti del nostro ospedale? Quante difficoltà e denunce, in questo decennio, abbiamo ascoltato dai sanitari e pazienti, in ordine alle difficoltà per il buon funzionamento dei reparti ospedalieri? Quanti problemi, disfunzioni… ma tutti noi pensavamo di avere diritto ad una sanità migliore, più efficiente. Invece, nell’arco di un battito di ciglia, tutto è stato cancellato, vanificato.
Ma come è possibile pensare che un bacino di utenza così vasto possa ammalarsi solo di Coronavirus!? E tutto il resto? Gli ammalati oncologi, gli infartuati, i fratturati, le future mamme, tutti noi in emergenza e non, come facciamo? Ci chiediamo, sbigottiti, cosa fare se dovessimo avere la sventura di dover far ricorso alle cure ospedaliere, e purtroppo, non abbiamo risposta!.
Il “Paolo Borsellino” è ormai defunto, senza che nemmeno sia già operativo per far fronte all’emergenza Coronavirus!”.
Carnese accusa la classe politica, di quanti avrebbero dovuto e potuto intervenire e invece hanno mostrato indifferenza: “Dovrebbero farsi portavoce della nostra collettività. Infatti ho letto, e continuo a leggere, l’indignazione del cittadino, ma da parte di coloro che ci rappresentano, solo timidi e indecorosi interventi quasi espressi a fil di voce.
Che indignazione, che pena, che rabbia per questa città tanto bella quanto disprezzata, per noi che eleggiamo i rappresentanti indegni della nostra fiducia. Io non sono un tecnico, mi trattengo dal suggerire ricette magiche, non è il mio mestiere. Ma di una cosa sono certo: se in tanti anni, mantenevamo a stento l’operatività dell’ospedale, chi scommetterebbe sulla riapertura nel dopo crisi, quando non ci saranno più fondi neanche per comprare un’aspirina? Tutti i politici dovrebbero avere la dignità di chiedere scusa. Nessuno di loro merita più la nostra fiducia, eletti da noi a chi hanno reso conto? Cosa hanno voluto in cambio del loro silenzio? Questo non lo sapremo mai, ma di una cosa siamo certi: chiusa questa esperienza politica, se ne tornino da dove sono venuti. Noi li ripudiamo, come si fa con i traditori!”.
Sul futuro dell’ospedale gli addetti ai lavori sono ottimisti, dicono che passata l’emergenza verrà tutto ripristinato.
Il problema è quando. Con il virus ci conviveremo per mesi.