Ci scrive Alessandro Palmigiano, l’avvocato del medico che, nonostante avesse contratto il coronavirus, aveva continuato a lavorare presso l’ospedale di Castelvetrano. Ne avevamo parlato qui, qui e qui.
E’ una diffida, che pubblichiamo per intero, in cui minaccia querele e richieste di risarcimento perché, a suo dire, avremmo leso l’immagine e la dignità professionale del suo assistito.
Il legale del chirurgo sostiene che il suo cliente non sarebbe più andato in reparto dal 17 marzo, lo stesso giorno in cui avrebbe accusato i sintomi.
Inoltre, secondo l’avvocato, avrebbe fatto il tampone la mattina del 21. Poi, prima che arrivasse l’esito, visto l’acuirsi dei sintomi, si sarebbe recato nella notte “tra il 21 e il 22 marzo, al centro Covid 19 di Palermo, Ospedale Cervello, ove da allora è ancora ricoverato”.
E sempre nella diffida, viene anche sottolineato un nostro comportamento omissivo, di fronte ad una presunta smentita del direttore generale dell’Asp, Fabio Damiani.
Consapevoli di aver svolto correttamente il nostro lavoro, ci preme precisare alcuni passaggi, ponendoci qualche altra domanda.
Non abbiamo mai fatto il nome del chirurgo, la cui identità certa sconoscevamo anche noi, prima che arrivasse la nota dell’avvocato.
Gli elementi di verità della vicenda che abbiamo raccontato, sono supportati dalla dichiarazione dello stesso direttore generale dell’Asp, sull’apertura “di un procedimento disciplinare per il medico” e la valutazione “dell’invio dei documenti in Procura”. Dichiarazione riportata anche da altri quotidiani e mai smentita.
Ciò che qualcuno ha forse scambiato per una smentita, potrebbe essere stata l’affermazione di Damiani che sottolinea come “nessun medico dell’Asp di Trapani ha mai continuato a lavorare essendo positivo al Covid-19”. Cosa certamente vera soltanto perché nessun tampone ne aveva ancora stabilito la positività.
Inoltre, qualche giorno fa il Giornale di Sicilia ha parlato perfino di una Tac, che il chirurgo avrebbe “deciso di effettuare” sabato 21 marzo. Una Tac effettuata prima dell’esito del tampone ed evidentemente dopo il 17 marzo (giorno in cui sarebbe stato “assente per malattia” fino al momento del ricovero a Palermo). Dove e con quali protocolli di sicurezza sarebbe stata effettuata la Tac?
La redazione
Di seguito, la nota dell’avvocato Alessandro Palmigiano