Niente fase 2 dopo Pasqua, l’Italia resta chiusa altri 15 giorni. In seguito al vertice con gli esperti, arriva il nuovo decreto.
La “fase 2” potrà avere tempi e modi diversi nelle varie regioni, ma la decisione finale spetterà sempre al governo. È questa la linea decisa da Palazzo Chigi per gestire l’emergenza da coronavirus a partire dal 4 maggio. Già domani il premier Giuseppe Conte potrebbe firmare il nuovo decreto per confermare i divieti di spostamento per i cittadini e autorizzare alcune imprese a riprendere l’attività subito dopo le vacanze pasquali. Quanto accadrà nei prossimi giorni servirà comunque a stabilire le nuove tappe con il timore, nemmeno troppo celato, che in queste festività le persone vadano in giro, vanificando gli sforzi sin qui fatti per limitare il contagio. E tenendo presente alcune date che possono rivelarsi strategiche proprio nella pianificazione futura. La strada è dunque tracciata. Fino al 13 aprile, Pasquetta, tutti a casa e uscite soltanto per andare al lavoro e fare la spesa, ma nei giorni successivi alcune imprese otterranno il via libera a riprendere l’attività se dotate di tutti i dispositivi di sicurezza per i lavoratori» scrive il Corriere della Sera.
Secondo il modello previsionale della Fondazione Gimbe, l’allentamento delle misure restrittive non dovrebbe avvenire prima del 2 giugno, quando l’aumento dei casi scenderà allo 0,1%, la soglia utilizzata nella regione cinese dell’Hubei per ridurre le retrizioni. Per arrivare a quello 0,1%, il modello Gimbe prevede un calo significativo a partire dal 16 aprile, quando l’aumento dei casi scenderà al 2%, per passare all’1% il 27 aprile e allo 0,5% il 7 maggio.
Curiosità. Il coronavirus ha finora provocato: 10 Dpcm, 6 decreti-legge, 2 delibere del Consiglio dei ministri, 1 protocollo del governo; 48 ordinanze e decreti del Capo Dipartimento della Protezione civile e 2 Ordinanze dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica; Il ministero della Salute ha emanato 57 fra decreti e ordinanze e gli altri ministeri 105, ciascuno nelle proprie competenze (il Mise sulle attività di impresa, il Mef sulle questioni fiscali e finanziarie, il Mit sui mezzi di trasporto e così via); nel mese di marzo le Regioni e le Province autonome hanno emanato 339 ordinanze, con in testa Campania (28), Toscana (26) e Calabria (25). A livello comunale le ordinanze dovrebbero essere 40 mila. Lo dice formiche.net.