18,30 - Per il terzo giorno consecutivo non aumenta il numero degli attuali positivi al Coronavirus in provincia di Trapani. Sono 94 le persone attualmente contagiate, è un dato al netto dei guariti, che sono 22, e dei deceduti, che sono 5. C'è da dire che sono stati fatti soltanto 20 tamponi nelle ultime 24 ore.
Sono ricoverate 7 persone, tutte al Covid Hospital di Marsala, di cui una soltanto in terapia intensiva.
Questi i dati degli attuali positivi per città: Alcamo20; Buseto Palizzolo1; Campobello di Mazara 5; Castellammare del Golfo 1; Castelvetrano 8; Erice 5; Gibellina 1; Marsala 4; Mazara del Vallo 4; Paceco 2; Salemi 16; Trapani 14; Valderice 13
In totale sono stati effettuati 3.424 tamponi.
I test sierologici su personale sanitario sono 2.392
16,30 - La direzione strategica dell'Azienda sanitaria provinciale di Trapani comunica l'arrivo di cinque postazioni di Terapia Intensiva destinate al Covid-hospital di Marsala. Qui i dettagli.
16,20 - Sta meglio l'uomo di 78 anni sbarcato dalla Costa Deliziosa a Marsala. Non è più in ventilazione meccanica e respira in modo autonomo il paziente livornese ricoverato lo scorso 16 aprile al Covid-hospital di Marsala. Qui l'articolo completo.
16,15 - A Marsala sono state ben 2500 le persone che hanno chiesto al Comune di poter avere i buoni per fare la spesa. Al momento sono stati consegnati 400 buoni spesa ad altrettante famiglie disagiate. Ne parliamo qui (con i dati un po' confusi del Comune).
12,30 - Tra dieci giorni in Sicilia potremmo avere zero nuovi casi di coronavirus. E' la previsione che fanno gli esperti sulla base dei dati attuali, che vedono in Sicilia una diffusione del virus molto molto bassa. Ne parliamo qui.
07,00 - E’ un lungo rapporto quello del Comitato tecnico scientifico siciliano sulla "fase due”. Dopo il 3 maggio, il lockdown si dovrebbe fare un po’ meno rigido sull’isola. I dati sulla diffusione del virus sono promettenti.
La curva è stabile, i guariti aumentano, e nel Sud Italia non c’è stata quell’escalation di contagi che si temeva. Gli esperti hanno messo nero su bianco che a partire dal 4 maggio potranno riaprire gradualmente le attività a più basso rischio di diffusione del Coronavirus. Si studia nel dettaglio come ripartire. Intanto sono arrivate altre 56 tonnellate di materiale sanitario in Sicilia. Sull’isola il virus viaggia costante, altri nuovi 45 positivi al virus e si riducono i ricoveri negli ospedali siciliani. Anche in provincia di Trapani è stabile il conto dei contagi. Sono 94 gli attuali positivi, secondo i dati dell’Asp.
GLI ESPERTI: ECCO COME PREPARARE LA FASE DUE
“Alla luce degli incoraggianti dati del contenimento della pandemia nel territorio regionale, visti i tassi di occupazione dei posti ospedalieri e della capacità ricettiva dell'intera Rete ospedaliera siciliana delle terapie intensive, alla verifica dell'adeguata capacità di monitoraggio, inclusa la capacità di effettuare test diagnostici su vasta scala per individuare e monitorare la diffusione del virus, combinata al tracciamento dei contatti e a valutazione dell’efficienza e della efficacia del sistema di monitoraggio e gestione territoriale (Usca/Mmg/Pls/118) è plausibile prevedere che la graduale riapertura possa ragionevolmente partire dalla data del 4 maggio con le attività a più basso rischio”.
Lo scrive il Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Coronavirus in Sicilia nel parere che ha trasmesso al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, al termine di un inteso confronto durato oltre 48 ore.
Del Comitato, coordinato da Antonio Candela, fanno parte: Luigi Aprea (igiene e sanità pubblica), Bruno Cacopardo (malattie infettive e tropicali), Salvatore Corrao (medicina interna), Francesco Dieli (immunologia), Agostino Massimo Geraci (medicina e chirurgia d’urgenza), Antonello Giarratano (rianimazione e terapia intensiva), Gioè Santi Mauro (ranimazione e terapia intensiva), Cristoforo Pomara (medicina legale), Nicola Scichilone (pneumologia), Stefania Stefani (microbiologia), Francesco Vitale (virologia) e Toti Amato, (presidente Ordine dei medici).
Il documento redatto dagli esperti siciliani è stato da subito condiviso dal governatore siciliano con il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e nel corso della videoconferenza con la ‘Cabina di regia nazionale’ presieduta dal premier Giuseppe Conte, è stato inviato a Palazzo Chigi.
I componenti del Cts della Sicilia, per potere decidere le tempistiche di riapertura delle attività economiche e produttive, sono partiti dall’analisi dei criteri indicati nella Tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento della Covid-19 in relazione alla risposta che il sistema regionale è stato capace di dare sino a ora alla diffusione dell'infezione per comprendere se ci siano presupposti scientifici per giustificare un momento di allentamento delle misure restrittive.
Il primo, di carattere epidemiologico, fa riferimento alla riduzione/stabilizzazione nel tempo del numero di nuovi positivi, dei ricoveri in ospedale e dei pazienti in terapia intensiva. Il secondo è rappresentato dalla sufficiente capacità dei sistemi sanitari siciliani in termini di capacità ricettiva e gestionale del carico di pazienti, mentre il terzo si riferisce a un’adeguata capacità di monitoraggio su vasta scala.
In merito alla fase di lockdown e alla necessità della ripresa produttiva anche nel nostro territorio, gli esperti, nello specifico, segnalano l’opportunità di un rafforzamento delle misure di distanziamento sociale e riconoscono “che non tutte le attività lavorative espongono lavoratori e utenti allo stesso rischio di contagio, ma che esso dipenda dal tipo di attività svolta, dal relativo ambiente di lavoro e dalla necessità/possibilità di contatto con soggetti potenzialmente Covid-positivi”.
Nella relazione stilata dagli esperti emerge in modo evidente come i dispositivi di protezione individuale diventeranno indumenti comuni nella vita di ciascuno. Semmai cambierà la tipologia a seconda delle professioni e delle condotte quotidiane.
E’ ovvio che l’approvvigionamento dovrà essere costante anche per le settimane a venire, così viene incoraggiata l’azione condotta da diverse aziende siciliane impegnate in una nuova avventura produttiva. A tal proposito il Cts scrive: “É facile comprendere che per rispondere a tale richiesta è necessario il consolidamento da parte di Università e centri di ricerca regionali, in tempi brevissimi, di un processo di certificazione dell’idoneità dei materiali possibilmente idonei alla creazione di mascherine da mettere a disposizione di tutte le imprese che ne facciano richiesta al fine di riconvertire i loro processi produttivi, nell’ottica di una distribuzione capillare sul territorio di tali dispositivi di prevenzione del contagio”.
Il Comitato tecnico-scientifico regionale ha fatto proprie le indicazioni fornite dall’Osha e riprese dall’Aidii (Associazione italiana degli igienisti industriali) e ha così individuato precise categorie di rischio corrispondenti a fasce di lavoratori, valutandole in quattro livelli: basso, medio, alto e molto alto.
A quest’ultima appartengono prevalentemente medici e altro personale sanitario “con un elevato potenziale per esposizione a fonti note o sospette di Covid-19 durante specifiche procedure mediche, post-mortem o di laboratorio”, a esempio chi si occupa dell’intubazione o di procedure che possono comportare l’induzione di tosse, broncoscopie, alcune procedure ed esami odontoiatrici, raccolta di campioni invasivi su pazienti Covid-19 noti o sospetti”.
Fra i lavori ad alto rischio di esposizione, oltre a medici, infermieri ed altri operatori sanitari, ci sono anche coloro i quali sono impiegati nelle operazioni di pulizia/sanificazione in presenza di pazienti Covid-19 noti o sospetti negli ambienti ospedalieri, ma anche operai funebri coinvolti nella preparazione (ad es. per sepoltura o cremazione) dei corpi delle persone positive o sospette di Covid-19 al momento della loro morte.
Sono a rischio di esposizione media, i lavoratori che possono avere un contatto frequente o stretto (cioè con distanza inferiore a un metro) con persone potenzialmente contagiate, ma che non sono pazienti Covid-19 noti o sospetti. I lavoratori di questa categoria possono essere soggetti a contatti frequenti con il pubblico (ad es. addetti alle consegne di beni e merci, personale addetto alla sicurezza o all’ordine pubblico, lavoratori in punti vendita al dettaglio o all’ingrosso, etc.) e con altri colleghi. Per il Cts della Sicilia “nei luoghi di lavoro in cui i lavoratori sono esposti a un rischio medio di esposizione, i datori di lavoro dovrebbero implementare dei controlli tecnici come installare barriere fisiche “anti-respiro”, dove possibile. Ma anche controlli amministrativi: considerare strategie per ridurre al minimo il contatto faccia a faccia (ad esempio comunicazione telefonica, telelavoro), così come “ogni datore di lavoro dovrebbe scegliere la combinazione di Dpi che protegge i lavoratori in base al loro posto di lavoro. I Dpi per i lavoratori della categoria a medio rischio di esposizione variano in base alle mansioni lavorative, ai risultati della valutazione dei pericoli del datore di lavoro e ai tipi di esposizione che i lavoratori hanno sul lavoro”.
Sono a basso rischio di esposizione, infine, quanti sono impiegati in lavori che non richiedono il contatto con persone sospettate o note per essere infetti da Covid 19, né hanno frequenti contatti ravvicinati (distanza di almeno un metro) con il pubblico e con altri colleghi. Per questa categoria il Cts suggerisce “l’implementazione di una corretta igiene e pratiche di controllo dell’infezione tra cui un corretto lavaggio delle mani (sia da parte dei lavoratori, che degli utenti) tramite un luogo in cui lavarsi le mani (se sapone ed acqua corrente non sono prontamente disponibili, devono essere fornite soluzioni idroalcoliche, con alcol superiore del 60 per cento), incoraggiare un'adeguata etiquette respiratoria per tosse e starnuti, scoraggiare i lavoratori dall’utilizzo di postazioni e materiale di lavoro utilizzato dai colleghi. Sviluppare politiche e procedure per una pronta identificazione ed isolamento delle persone malate tramite automonitoraggio dei sintomi”.
Sulla base di queste evidenze scientifiche, il governo regionale potrà dunque fare leva sui punti di forza che hanno permesso di gestire la fase uno per puntare al successo della fase due.
Per gli esperti resta fondamentale, infine, assicurare la capacità di effettuare test diagnostici su vasta scala per individuare e monitorare la diffusione del virus e potenziamento dell’assistenza territoriale.
I DATI SICILIANI
Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 49.772 (+2.057 rispetto a Sabato).
Di questi sono risultati positivi 2.717 (+45), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 2.202 persone (+31), 315 sono guarite (+10) e 200 decedute (+4).
Degli attuali 2.202 positivi, 563 pazienti (-5) sono ricoverati - di cui 41 in terapia intensiva (-1) - mentre 1.639 (+36) sono in isolamento domiciliare.
I DATI TRAPANESI
Restano 94 le persone attualmente positive al Coronavirus in provincia di Trapani. Un dato che si mantiene stabile da giorni.
Questi i casi per città: Alcamo 20; Buseto Palizzolo 1; Campobello di Mazara 5; Castellammare del Golfo 1; Castelvetrano 8; Erice 5; Gibellina 1; Marsala 4; Mazara del Vallo 4; Paceco 2; Salemi 16; Trapani 14; Valderice 13
Sono sette le persone ricoverate, tutte a Marsala, e di queste soltanto una in terapia intensiva. Intanto l'uomo di Livorno fatto sbarcare dalla Costa deliziosa a Marsala è stato trasferito in terapia intensiva all'ospedale di Trapani, e non è positivo al Coronavirus.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 241 tamponi che portano il totale a 3404. Mentre i test sierologici sul personale sanitario sono 2392. Sono sempre 5 i decessi.
22 invece le persone guarite e dimesse, 7 dal Covid Hospital di Marsala, 3 da Trapani e 12 negativizzati in isolamento domiciliare. Mentre 6 persone sono state trasferite dal S. Antonio Abate a Villa Zina fino a completa negativizzazione.
56 TONNELLATE DI MATERIALE SANITARIO DALLA CINA
Mascherine chirurgiche, guanti in lattice, schermi protettivi, calzari. E ancora tute di protezione, camici, copriscarpe, cuffie e mascherine Ffp2.
È atterrato all'aeroporto di Palermo, un nuovo volo cargo proveniente dalla Cina, con a bordo cinquantasei tonnellate di materiale sanitario acquistate dalla Regione Siciliana, grazie alla collaborazione con l'Upmc di Pittsburgh, insieme a cui gestisce l'Ismett nel capoluogo.
Ad attendere il volo - un Boeing 777 della Qatar airways cargo, proveniente dal Paese asiatico, dopo uno scalo a Doha - l'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, che ha assistito anche al carico di tutta la merce su quattro tir, diretti al magazzino della Protezione civile regionale, dove, già da domani, i dispositivi verranno smistati nelle nove province dell'Isola.
"È il frutto - sottolinea soddisfatto l'assessore Razza - di una articolata e silenziosa programmazione, immaginata dal presidente Musumeci ed avviata ormai più di un mese fa. Questo materiale è ossigeno costante per quanti sono impegnati nelle strutture sanitarie siciliane, una scorta che contiamo di approvvigionare con regolarità. E' un grande risultato perché da mesi tutti i Paesi del mondo cercano queste cose e le cercano, tutti, nello stesso posto. La Regione Siciliana ha dimostrato, quindi, di avere fatto meglio di altri".
Su disposizione del presidente della Regione Nello Musumeci, il materiale verrà distribuito, principalmente, nelle strutture ospedaliere, ma anche tra i medici di base, i pediatri, le case di riposo, le residenze per anziani.
Nei prossimi giorni è previsto l'arrivo di un terzo volo, mentre l'ultima parte del carico, quella più corposa, arriverà via nave.