E’ tornato a riunirsi, ieri pomeriggio, il consiglio comunale di Trapani presieduto dal presidente Peppe Guaiana. Ovviamente in videoconferenza.
Tra i vari punti all’ordine del giorno il punto 5 che prevede la costituzione in associazione di un distretto del cibo.
I distretti sono stati previsti a livello nazionale dal Ministero dell’Agricoltura, in Sicilia ne sono stati costituiti al momento sette. Con l’adozione di questo provvedimento il Comune di Trapani potrebbe essere il destinatario di alcune somme erogate dal governo nazionale.
Trapani ha deciso di costituirsi in Distretto del cibo insieme ad altri soggetti attivi tra cui la Camera di Commercio, che è capofila, l’unico per tutta la Sicilia occidentale.
A relazionare sul progetto l’assessore Giuseppe Pellegrino: “Si tratta di un progetto strategico per lo sviluppo dell’agroalimentare e che prende il nome di “Distretto del cibo Val di Mazara”.
Critiche le consigliere del Movimento Cinque Stelle Chiara Cavallino e Francesca Trapani: “Non vengono elencati gli investimenti da parte del Comune, non vengono elencate le remunerazioni, previste per i soci e il consiglio direttivo, non si conoscono i costi che dovrebbe affrontare la città per aderire al distretto, la quota iniziale è di 1.060 euro”.
L’assessora Andreana Patti ha chiarito alcuni punti, non si possono avere al momento i costi di funzionamento visto che si tratta di uno strumento non entrato a regime ma che consentirebbe di essere dentro la programmazione dei fondi sia regionali che nazionali dell’agricoltura.
I primi 7 articoli dello statuto sono stati approvati, riguardano la costituzione e la sede, a Trapani in corso Italia, la durata fissata in trenta anni.
Lo scopo del Distretto sarà quello di promuovere e gestire iniziative a sostegno dello sviluppo, della individuazione e tutela del patrimonio identitario territoriale e turistico dei territori della Sicilia.
Si potranno coordinare e gestire Piani e Progetti integrati, afferenti il corpo olistico dei settori strategici (Turismo, Beni Culturali, Agroalimentare, Ambiente, Salute, Benessere, Formazione, Informazione e Comunicazione).
Tra gli scopi vengono individuate anche la valorizzazione dei saperi e le pratiche degli antichi mestieri, promuovere le produzioni artigianali ed agro-alimentari tipiche del territorio. L’Associazione potrà svolgere tutte le operazioni e le attività economiche, creditizie, mobiliari, immobiliari, tecnico-scientifiche, promozionali e di comunicazione necessarie al raggiungimento degli scopi sociali.
Possono diventare soci sia soggetti pubblici che privati, Enti Locali, Università, Istituti di Ricerca e Formazione, Enti Pubblici di interesse economico e territoriale, Istituti di credito, imprese, associazioni, società di persone o di capitali, cooperative, consorzi, associazioni professionali e di categoria, associazioni riconosciute. La quota è di 150 euro, gli enti locali dovranno sottoscrivervene 7 per un totale di 1.050 euro.
L’articolo 8 dello Statuto prevede che l’associazione sia amministrata da un Consiglio Direttivo composto da nove componenti: quattro Imprenditori agricoli espressi dalle Filiere individuate, un imprenditore agricolo rappresentante di Associazioni di categoria del settore agricolo, un rappresentante di Gal e Flag siciliani, un rappresentante dei Comuni del territorio, un rappresentante della Camera di Commercio di Trapani e un rappresentante dell’Ente Nazionale per il Microcredito.
Tutto lo statuto, composto da 20 articoli, e successivamente l’atto deliberativo sono stati approvati dai consiglieri comunali che si sono riuniti da remoto.
Questa modalità ha fatto conoscere il volto del consigliere Silvio Mangano ai cittadini trapanesi, che non lo vedevano dalla campagna elettorale. Mangano è da poco rientrato alla casa madre, il Psi.
L’assessora Patti in chiusura ha ringraziato l’aula per il risultato raggiunto, in considerazione anche della responsabilità mostrata.
Diciamo che l’amministrazione gioca facile, l’opposizione numericamente non ce la fa a contrastare una maggioranza che porta a casa sempre il risultato. Se saranno dei buoni risultati, utili alla città e non allo spolvero dell’amministrazione si vedrà a breve gettata.