Una settimana fa, a Marinella di Selinunte, le mareggiate avevano portato alla luce dei tubi di scarico che da sotto la sabbia arrivavano al mare. Il comune ne aveva dato notizia dalla propria pagina facebook, postando anche delle foto, mentre i tecnici e la polizia municipale effettuavano un primo sopralluogo.
Da una seconda ispezione però, avvenuta un paio di giorni dopo con gli attrezzi adeguati, i tubi di scarico in pvc flessibile pare non provenissero da nessun edificio. Mentre quello rigido sarebbe risultato inutilizzato, perché risalente a molti anni fa.
Insomma, un falso allarme. Nessun inquinamento. Almeno in quel punto.
Ma la questione degli scarichi abusivi non è nuova a Selinunte, dal momento che tanti sarebbero gli allacci all’impianto delle cosiddette acque bianche.
Nella borgata infatti esistono due condotte: quella delle acque nere, delle acque nere, destinate alla depurazione, e quella delle acque bianche (acque meteoriche e scarichi civili non reflui), che scarica direttamente a mare.
Peccato però che nella condotta delle acque bianche ci siano innumerevoli allacci fognari di coloro che “hanno sbagliato canale”. E se di notte tutte le vacche sono nere, a Selinunte da tempo immemore, possiamo dire che nelle condotte tutte le acque sono nere. Almeno in estate.
Diverse case ed esercizi commerciali, nel corso degli anni, si sarebbero allacciati alla linea delle acque bianche, visto che la condotta è meno profonda ed è più facile accedervi.
Le conseguenze ce le ritroviamo negli elenchi di Legambiente, che quasi ogni anno, nel tratto di mare di fronte al depuratore, riportano la dicitura “fortemente inquinato”.
Ecco perché il comune da qualche anno convoglia sia la linea delle acque nere che quella delle acque bianche nella stessa vasca di depurazione.
Un meccanismo che ha dato i suoi frutti, se si pensa che l’anno scorso i prelievi di Legambiente, sempre in quel punto, non hanno rilevato alcun inquinamento.
L’intervento è reso agevole dal fatto che da circa un anno il depuratore è dotato di misuratori di ingresso e di uscita attraverso i quali è possibile determinare con precisione quando far confluire anche le acque bianche nella vasca di quelle nere.
Un rimedio che è stato tentato anche negli anni precedenti, ma essendo stato praticato in modo empirico (a causa dell’assenza dei misuratori), non ha prodotto sempre i risultati sperati.
Per esempio, nel 2018 il punto era risultato fortemente inquinato, mentre nel 2017 risultò entro i limiti.
Nel 2016 invece la situazione era disastrosa: i risultati di un campionamento effettuato in pieno luglio aveva evidenziato “la presenza di fattori non propri delle acque bianche”.
Da qui l’ordine dell’allora sindaco Errante di “interdire immediatamente lo sversamento a mare delle acque provenienti dal collettore delle acque bianche”, convogliandole nella vasca delle acque nere per sottoporle a depurazione.
La cosa singolare però è che questo problema era già emerso nell’estate 2013, quando anche Tp24 si era occupata dello stesso tipo di sversamento sugli scogli sotto il depuratore. Un dettagliato video mostrava i liquidi fognari finiti sull’arenile per due mesi di seguito (da fine maggio a fine luglio), oltre a varie criticità della struttura, confermate per altro da un provvedimento dirigenziale inequivocabile da parte dello stesso ufficio tecnico del Comune.
Ed anche in quell’occasione, il sindaco Errante aveva dichiarato che “Stante che nella rete destinata a raccogliere le acque bianche, potrebbero essere stati effettuati degli allacci abusivi nel corso degli anni, si è stabilito di interdirne lo sversamento diretto a mare, convogliando anche dette acque nella vasca delle acque nere”.
Insomma, ciò che era stato annunciato nel 2013, veniva riannunciato nel 2016, quando addirittura venne ordinato ai vigili urbani “di individuare eventuali allacci abusivi lungo il tracciato della condotta per acque bianche”. Il tutto entro 90 giorni, col supporto dei tecnici del Comune.
Purtroppo le verifiche si arenarono quasi subito.
Furono poi riprese dalla Commissione straordinaria che, finendo il mandato le avevano lasciate in eredità alla nuova amministrazione.
Abbiamo allora chiesto al sindaco Enzo Alfano se intende proseguire il lavoro dei commissari.
Ci ha risposto così:
“Già nella scorsa estate abbiamo ripreso quell’attività d’indagine, individuando diversi numeri civici e obbligando i proprietari a mettersi in regola. Continueremo le verifiche, compatibilmente con le nostre risorse. Non è una cosa da sottovalutare, consideriamo che le attività commerciali che non dovessero modificare l’allaccio (da quelle bianche a quelle nere), rischierebbero la chiusura.”
Il tempo dirà se si sarà trattato di un altro annuncio.
Egidio Morici