Nessun decesso, solo due nuovi positivi, e calo dei ricoverati in Sicilia. Oggi riaprono i parchi archeologici e i musei dell’Isola. Ma l’attenzione è tutta concentrata su quella che si può definire “Fase 3” dell’emergenza Coronavirus.
Che in tutta Italia prevede, come confermato ieri sera dal Ministro Speranza, la riapertura dello spostamento tra le regioni a partire dal 3 giugno. La situazione, però, è un po' diversa in Sicilia, dove l'ordinanza di Musumeci in vigore dal 18 maggio prevede l'obbligo di quarantena per chi arriva in Sicilia entro il 7 giugno.
Una questione che ha scatenato molte polemiche in questi giorni. Da un lato i "riaperturisti", presidenti di regioni e i sindaci del Nord, dall’altro le regioni del Sud, Sicilia e Sardegna su tutte, che hanno un livello di contagio ridotto al minimo, che invece vogliono essere più cauti.
Ieri sera dopo la riunione tra il Governo Conte e i capi delegazione della maggioranza il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha confermato all'Ansa che "il decreto legge vigente prevede dal 3 giugno la ripresa degli spostamenti infraregionali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l'andamento della curva". Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia sentirà i presidenti delle Regioni nelle prossime ore, per continuare a confrontarsi sulla apertura agli spostamenti infraregionali dal 3 giugno. E' quanto si apprende al termine del vertice di governo, nel quale si è valutato che dai dati non emerge l'esigenza di mantenere il blocco. Il confronto, viene spiegato, andrà avanti nei prossimi giorni come già accaduto per tutta la settimana. Non è invece al momento prevista una riunione della conferenza Stato-Regioni.
La Sicilia? C’è l’obbligo di quarantena per chiunque arrivi sull’Isola entro il 7 giugno, secondo quanto stabilisce l'ordinanza di Musumeci. Ha suscitato le reazioni dei colleghi del Nord Italia l’ipotesi di Musumeci di una sorta di certificato sanitario, o comunque di un filtro per chi arriva da altre regioni. Musumeci ha discusso con l’assessore Ruggero Razza sulla necessità di avere “garanzie sullo stato di salute, informazioni sulla situazione familiare a proposito di malattie e virus e altre notizie. Occorre filtrare, nel rispetto di tutti e senza fare discriminazioni, chi arriva da noi". Musumeci è un cuore sì e uno no, se da un lato sarebbe propenso a riaprire le porte al turismo dall’altro vorrebbe evitare arrivi incontrollati sull’isola. Un’altra ipotesi era quella dell’app in cui registrarsi, la Sicilia ne ha già una, e si sta finendo di sviluppare “Immuni” a livello nazionale. Ma l’impressione è che si naviga a vista.
Certo è che comanderanno i dati. E i dati fotografano un’Italia divisa in due. Al Nord i nuovi contagi, ogni giorno, soprattutto in Lombardia, continuano ad essere consistenti. Le regioni del Sud invece ballano sulla quota dei zero nuovi positivi ogni giorno. Ma al Nord, come al Sud, i dati sulla trasmissibilità indicano valori al di sotto del livello di guardia dell'1 con i nuovi casi in costante di minuzione. Il periodo preso in esame è quello dopo le riaperture del 18.
Dati sul Covid falsi in Sicilia?
“Secondo quanto sostenuto dall’Asp di Catania i dati sul Covid-19 non coincidono con il reale andamento dell’epidemia in Sicilia, così nei giorni scorsi l’azienda avrebbe chiesto formalmente alla Regione siciliana di apportare delle correzioni alle cifre riportate finora”. E’ quanto denuncia il Codacons che preannuncia il deposito di un esposto-denuncia alle Procure di Catania e Palermo.
L’associazione dei consumatori chiede che vengano avviate delle indagini “per accertare i fatti, l’esatta dimensione dell’epidemia in Sicilia e l’eventuale sussistenza di manovre speculative”.
“È stata inviata una lettera dalla direzione generale dell’Asp di Catania al servizio epidemiologico della Regione per chiedere una correzione ufficiale dei dati – spiega l’associazione -, i quali secondo l’Azienda sanitaria provinciale etnea non coincidono. Infatti i dati che vengono pubblicati ogni giorno sulla situazione dell’epidemia per l’Asp vanno considerati falsi e inesatti”.
“I cittadini siciliani meritano di conoscere la verità, perché altrimenti l’incertezza sui numeri reali e uno scontro istituzionale non possono far altro che alimentare la cultura del sospetto e la sfiducia nei confronti delle istituzioni. La falsità dei dati, inoltre, potrebbe falsare l’attuale curva di casi siciliani e quella catanese e non darebbe la giusta dimensione di un’epidemia, con ripercussioni dirette sul fronte della salute pubblica”, conclude il Codacons
“Caso” Bertolaso a Trapani
Non sarà Guido Bertolaso il capo dell’emergenza Coronavirus in Sicilia. Ha detto no alla proposta di Musumeci, che deve in qualche modo sostituire Antonino Candela, arrestato per corruzione. Ma Bertolaso è arrivato in Sicilia in circostanze non proprio in linea con le norme sul contenimento del Coronavirus.
Il divieto di spostamento tra le Regioni vale in Italia per tutti, o quasi.
Ll'ex capo della Protezione Civile, chiamato a gestire l'emergenza Covid in Lombardia, riuscendo a beccarsi il virus, è stato tranquillamente in giro a Trapani, dove ha la barca.
Lo ha rivelato (che furbo!) il presidente della Regione Musumeci.
E' statolo stesso presidente della Regione, Nello Musumeci a rivelare nella conferenza stampa sui ritardi Anas che Guido Bertolaso era arrivato in Sicilia dove tiene la sua barca, precisamente a Trapani e che avendolo saputo lo aveva incontrato informalmente a pranzo per offrirgli l'incarico di capo della task force per l’emergenza Covid al posto dell’arrestato Antonio Candela. Bertolaso ha rifiutato perché, ha spiegato Musumeci "troppo impegnato". Peccato, però, che le norme anti coronavirus tenacemente volute (e scritte) dallo stesso Musumeci vietassero spostamenti se non di lavoro o per motivi di salute tra regioni almeno fino al prossimo 7 giugno.
"L’ordinanza del presidente della Regione in merito all’ingresso nel territorio regionale per motivi non lavorativi e’ ancora valida o va interpretata in base ai rapporti di amicizia personali e politici?”.
Lo chiede Claudio Fava, parlamentare all’Ars del gruppo Misto, che ha presentato oggi un’interrogazione in merito alla presenza in Sicilia nei giorni scorsi dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, arrivato a Trapani con la propria barca.
"In Italia se non si polemizza, non si riesce a dormire la notte": è quanto ha detto Guido Bertolaso commentando le polemiche relative alla sua presenza in Sicilia, violando la quarantena obbligatoria imposta dalla Regione. Ma l'ex capo della Protezione Civile ha spiegato che è stato "invitato dal presidente della Regione con convocazione ufficiale per dare una mano" per l'emergenza Covid.
Intervenuto ad Arcadia, evento organizzato dal Secolo d'Italia, Bertolaso ha spiegato di esser venuto in Sicilia per "studiare il modo migliore per consentire ai turisti di venire qui tranquilli e sicuri e ai siciliani di evitare di essere contaminati". "Quindi - ha proseguito - sto dando una piccola mano a gestire questa situazione e ho rifiutato vitto alloggio preferendo starmene sulla mia barchetta facendo anche risparmiare qualche euro al contribuente siciliano". Coloro che hanno fatto polemica "hanno perso l'occasione per starsi zitti", ha concluso Bertolaso.
Dimesso l’ultimo paziente dal Covid Hospital di Partinico
Al Covid Hospital di Partinico non c’è più nessun paziente malato di Coronavirus. Ha lasciato l’ospedale l’ultima paziente contagiata dal Coronavirus. Si tratta di una donna di 81 anni curata dal personale sanitario del nosocomio di Partinico che adesso può prepararsi alla fase due. Da lunedì l’ospedale di Partinico cessa di essere Covid Hospital e tornerà, gradualmente, nell’assetto ordinario.
I dati siciliani e trapanesi
Due nuovi positivi su quasi 3500 tamponi effettuati, dieci persone guarite e nessun decesso.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 145.979 (+3.463i), su 125.340 persone: di queste sono risultate positive 3.440 (+2), mentre attualmente sono ancora contagiate 1.137 (-8), 2.031 sono guarite (+10) e 272 decedute (0).
Degli attuali 1.137 positivi, 74 pazienti (-6) sono ricoverati - di cui 7 in terapia intensiva (-1) - mentre 1.063 (-2) sono in isolamento domiciliare.
iSono sempre cinque i malati di coronavirus in provincia di Trapani.
I cinque casi sono a Castelvetrano e Marsala, a Calatafimi e a Mazara. Al Covid hotel, il San Paolo palace di Palermo, c'è il pizzaiolo di Castelvetrano che aspetta l'ultimo tampone per uscire. A Castelvetrano e Marsala ci sono a casa due asintomatici che sono tornati in Sicilia da Verona e dalle Marche, e che sono in quarantena dal 9 Maggio.
A Calatafimi c'è un uomo che ha preso il coronavirus a Villa Maria Eleonora a Palermo, è stato trasferito al Covid - hospital di Partinico, e ora che sta meglio è tornato a casa. La signora di Mazara, totalmente asintomatica, ha contratto il virus nella Rsa di Messina dove lavorava ed è a casa in quarantena.