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03/06/2020 06:00:00

Assolti dopo 10 anni, i giornalisti non diffamarono l’ex deputato. Ecco perché

 Finalmente assolti, dopo 10 anni.

Erano stati denunciati per diffamazione a mezzo stampa dall’ex deputato regionale Francesco Regina, che aveva chiesto anche 50 mila euro di risarcimento.

Loro sono i giornalisti Gianfranco Criscenti e Giuseppe Pipitone, che all’epoca scrivevano per il “L’isola”, quindicinale cartaceo della provincia di Trapani.

È una ulteriore prova di aver esercitato la mia professione di giornalista nel rispetto delle regole deontologiche – ha commentato Criscenti - Il riconoscimento poi,  nello specifico, del 'diritto di critica' sprona tutti a continuare, anche in questo territorio complesso, la ricerca delle verità nascoste”.

 

Nel 2014, la sentenza di primo grado li aveva condannati ad un risarcimento di 30 mila euro, oltre a 5 mila euro di sanzione pecuniaria e di spese processuali.

Oggi, l’appello ha ribaltato quella decisione, riconoscendo il “diritto di critica”.

 

A Regina non era andato giù un pezzo di Pipitone (oggi redattore del Fatto Quotidiano) e l’aveva denunciato per diffamazione, insieme a Gianfranco Criscenti, direttore del quindicinale.

Il 9 luglio del 2010, il periodico era uscito con una prima pagina dove c’era il politico rappresentato simpaticamente con una corona reale in testa: “Dio salvi Regina (ma era impegnato con Lo Re)”. E nella sintesi veniva raccontato che “Giuseppe Grigoli, il mago dei supermercati e cassiere di Cosa Nostra rivela: Regina venne da me nel 2006 a chiedermi i voti, ma io appoggiavo Lo Re. L’ex deputato regionale conferma, ma sottolinea: non sapevo fosse indagato”.

 

Nelle pagine interne, la parte incriminata dell’articolo intitolato “Regina e i voti di Grigoli” era questa:

 “Per l’ennesima volta quindi un politico dimostra di fare confusione tra moralità e giustizia. È vero che Grigoli all’epoca non era ufficialmente coinvolto in indagini, ma è vero anche che come tutti gli imprenditori che a Trapani bruciano le tappe, non era proprio un esempio d’appoggio illibato che un politico peraltro cattolico come Regina, deve cercare in campagna elettorale.

Secondo il giudice della Corte d'Appello di Palermo, l’articolo di Pipitone “riportava sia alcuni fatti, la cui verità storica non viene contestata dallo stesso appellato Francesco Regina, sia opinioni dell’autore dell’articolo, le quali, dall’esame del complessivo tenore dello scritto, appaiono pienamente distinguibili dai fatti”.

 

Oltre al diritto di cronaca, il giornalista ha quindi esercitato il diritto di critica, valutando negativamente il fatto che Regina avesse chiesto appoggio elettorale al Grigoli, “il quale – si legge nella sentenza di assoluzione - sebbene all’epoca non fosse ufficialmente coinvolto in indagini, era comunque un imprenditore che aveva ‘bruciato le tappe’, e dunque un soggetto del quale il politico, il quale si ispira a valori cattolici, avrebbe dovuto diffidare”.

 

E per quelli che poco sanno di giornalismo ma che continuano a chiosare che il giornalista non deve fare valutazioni, ma soltanto riportare  i fatti, c’è un passaggio della sentenza che andrebbe imparato a memoria:

Ma se la cronaca è narrazione obiettiva dei fatti accaduti, la critica è attività di tenore valutativo, diretta ad esprimere giudizi o a manifestare opinioni sui fatti accaduti o sull’operato delle persone coinvolte. La critica è un elemento di comunicazione additivo rispetto alla diffusione della notizia ed assolve alla funzione di garantire pluralità di punti di vista sul medesimo fatto, così da illuminarlo e meglio comprenderlo”.

 

Egidio Morici