La storia come memoria. Mercoledì 17 giugno c.a. in passato avrei visto sicuramente la finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus, che causa Coronavirus viene svolta a porte chiuse, ma una partita di calcio senza pubblico è come la pasta con salsa e melenzane ma quelle al forno non le fritte, più salutari ma meno gustose.
Rivolgo l'attenzione altrove e guardo una trasmissione che tratta della guerra in Vietnam. Icona fotografica come è accaduto per Alan Kurdi 43 anni dopo, fu Kim Puch bambina di 9 anni che fugge dopo un bombardamento al napalm, bruciata. Fortunatamente Khim è sopravvissuta. La guerra viene studiata a scuola , ma personalmente non ricordo del massacro di My Lai accaduto il 16 marzo 1968 (avevo 8 giorni). Militari statunitensi comandati dal tenente Calley compì una vera e propria rappresaglia, che causò la morte di 504 persone vietnamite soprattutto neonati, bambini, donne e anziani, gli americani compirono anche stupri. A fermarli l'equipaggio di un elicottero degli States in ricognizione al comando del maresciallo Thompson che minacciò i connazionali di aprire il fuoco frapponendosi tra loro e i superstiti. Nel 1971 Calley fu condannato all'ergastolo con lavori forzati.
Il giorno dopo Richard Nixon praticamente lo graziò, fu posto per 3 anni e mezzo agli arresti domiciliari, settembre "74 la corte federale lo liberò definitivamente. Il 1968 anno di cambiamento e turbolenza mentre a Parigi imperversava il maggio francese, a Roma avvenne il primo marzo la battaglia di Valle Giulia presso la facoltà di architettura, tra studenti e poliziotti,famosa la poesia di Pier Paolo Pasolini "il PCI ai giovani ". Negli Usa il mese prima fu assassinato il pastore protestante e attivista politico Martin Luther King Jr, che lottò pacificamente per i diritti degli afroamericani. Nel giugno Bobby Kennedy proiettato alla carica di presidente a stelle e strisce. La storia come esercizio della memoria, per smentire G. Vico.
Vittorio Alfieri