Sergio Zavoli, il maestro del giornalismo televisivo scomparso ieri, tra le tante cose ha raccontato anche il terremoto del Belice, nel 1968. Ne potete vedere un frammento in questo video. E' potente il racconto, certo, ma ad ascoltarlo bene c'è tutto lo stile di Zavoli: "Racconta Zavoli su Tv7: «Gibellina sulla carta geografica non c’era. Adesso non c’è neppure su quel clivio giallo d’estate, bruno d’inverno che radunava attorno a tre chiese e tre piazze mille case e mille porte. Cercarla sulla carta geografica adesso che non si riconoscono nemmeno gli usci di casa, ha meno senso ancora. Eppure questo è stato un paese con la sua gente, con le sue storie. I terremoti coprono tante cose, ne scoprono tante altre. Mettono a nudo un’infinità di abitudini di affetti appartenuti gelosamente. E svelano o lasciano trasparire ciò che era un uomo da vivo e nascondono i morti nel fondo delle macerie come se questa memoria contadina, bracciantile, operaia, questa secolare povertà quotidiana custodita nelle case di tufo non fosse anch’essa da seppellire insieme con le sue vittime».
Le immagini, poi, catturano anche il salvataggio di una bambina dalle macerie. Anche questo evento è raccontato da Zavoli con maestria e senza particolare enfasi.
Il terremoto del Belice segnò una tappa fondamentale anche per l’informazione della Rai, allora l’unica emittente televisiva a trasmettere sul territorio nazionale. Il 15 gennaio debuttò, infatti, l’edizione delle ore 13,30 del telegiornale. A condurre quella storica puntata furono chiamati i due giornalisti emergenti del primo canale: Piergiorgio Branzi e un giovanissimo Piero Angela. Del terremoto del Belice si occupò anche Tv7, il settimanale di approfondimento che andava in onda il venerdì sera e che propose uno storico reportage firmato da Sergio Zavoli.