E’ pronto e già divulgato anche il programma elettorale del candidato sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo.
Va in continuità e soprattutto cerca di acciuffare fino all’ultimo consenso. Prova la rimonta, Di Girolamo, sulle previsioni che si fanno in città e che lo vedrebbero indietro rispetto, al suo principale competitor, Massimo Grillo.
Sono stati cinque anni in cui il sindaco uscente si è trincerato con la giunta al quartiere spagnolo, poca apertura all’esterno, poca comunicazione. Le critiche non sono state mai ben accettate, chi le muoveva veniva additato come nemico.
Se da una parte le cose fatte ci sono state, dall’altra è pur vero che la città fa i conti con un piano rifiuti mai accettato fino in fondo dai cittadini. Marsala continua ad essere sporca, le periferie sono discariche a cielo aperto.
E’ venuto meno anche un piano del verde pubblico, pochissimi gli interventi volti a creare dei giardini dove il cittadino poteva recarsi per passeggiare. A questo si è accompagnata una inesistente politica animalista che ha portato il canile non solo ad essere sempre sovraffollato ma addirittura si è pensato di ovviare al problema, non con campagne di sensibilizzazione all’adozione, ma spostando un tot di cani in altre sedi.
Oggi la giunta vuole recuperare, lo fa con un programma che vorrebbe attuare per i prossimi cinque anni, c’è da chiedersi perché non riprendere quello del 2015, che è stato disatteso?
E nel nuovo programma spunta la voglia di rendere Marsala una città vivibile, come farlo se già alle 20.30 della sera le vie del centro storico fanno paura ai cittadini?
Come farlo se addirittura di mattina a piazza Loggia dei ragazzi giocano, indisturbati, a calcio senza che nessun vigile urbano i si avvicini per stoppare il gioco?
Troppe politiche deficitarie come quella sull’Agricoltura che è stata inesistente fin dalle dimissioni dell’allora assessore Nino Barraco. La delega venne trattenuta da Di Girolamo che non la esercitò mai. Nnon va meglio nel campo delle Politiche sportive, dove l’assessore Andrea Baiata si è trovato a fronteggiare situazioni precarie e con questioni mai risolte, vedi il Palazzetto dello sport che proprio in queste settimane non può essere utilizzato perchè il parquet è già da rifare
La lista è lunga delle cose che si sarebbero potute fare. Recuperare oggi, sia la credibilità politica di un dialogo che verrà che la convinzione che si potrà fare meglio, è difficile.
Intanto la prima mossa sulla nomina degli assessori, Di Girolamo, l’ha toppata. Poteva allargare, dare lo sprint con professionisti della società civile, invece ha deciso, ancora una volta, di chiudere il cerchio. Di blindarsi. Lo fa con i fedelissimi: Luana Alagna, che nel 2015 arriva in consiglio comunale grazie ai voti di Enzo Sturiano, Linda Licari super fedelissima del vice sindaco Agostino Licari, Rosalba Mezzapelle attuale segretaria dem, con il placet di Baldo Gucciardi e Domenico Venuti, Nicola Fici, premiato perché ha fatto la scelta di non stare con Massimo Grillo.
Le liste di Di Girolamo sono 4, quella del Pd e de i Cento Passi sono liste forti, competitive. Le altre due sono deboli, Marsala Coraggiosa (lista allestita da Linda Licari nonostante sia una tesserata del Pd) potrebbe non arrivare neanche al 5%.
Tutte le condizioni per la vittoria di Massimo Grillo ci sono, non solo per le nove liste in sostegno e per il voto di trascinamento, ma perché i cittadini vogliono voltare pagina.
Non sarà Massimo Grillo a vincere, sarà Alberto Di Girolamo a perdere. Una sottigliezza politica che potrà intendere solo chi le analisi politiche le sa fare.
E cosa racconta la giunta Di Girolamo? Intanto che ha sacrificato un solo elemento, Rino Passalacqua, architetto, stimato professionista. Passalacqua è in corsa per il consiglio comunale, se riuscirà ad arrivare a Sala delle Lapidi sarà unicamente con le sue forze, non solo la giunta lo ha sacrificato candidandolo ma addirittura i suoi colleghi hanno deciso di appoggiare altri candidati.
Di Girolamo dovrebbe chiedersi: perché dall’altra parte c’è un plotone schierato contro di lui?
Sono tutti cattivi consiglieri? Tutti arrivisti e opportunisti? Eppure nel 2015 Di Girolamo poteva contare su ben 18 consiglieri, forse più che puntare il dito, bisognerebbe fare autocritica.