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03/12/2020 06:00:00

Spostamenti, cene e messe. Le ultime anticipazioni sul nuovo Dpcm

Il governo nazionale chiede l’ultimo sacrificio agli italiani, l’ennesimo. Il fatto è che i provvedimenti adottati sono stati sconnessi, non hanno spesso tenuto conto di un filo logico scientifico, nonostante i 450 esperti nominati in questa pandemia.

Troppi contrasti politici, troppe discrepanze e squilibri.
Adesso con il nuovo DPCM che dovrebbe essere annunciato dal premier Giuseppe Conte domani, 4 dicembre, si prevedono ulteriori misure e limitazioni.


Niente spostamenti tra Regioni dal 21 al 7 gennaio,
potranno rientrare solo i residenti. Qui già la prima grande anomalia: rientreranno tutti gli studenti universitari e gran parte dei docenti. Gli altri pagano pegno.


Divieto di spostamento tra Comuni per i festivi, quindi in sostanza niente riunioni con parenti e amici: ognuno festeggi a casa sua. Ci può anche stare, però si vorrebbe meglio capire cosa cambi tra il 25 e l’8 di dicembre, ovvero una domenica qualunque dove un trapanese può spostarsi a Mazara o viceversa?

 


Rimane il coprifuoco dalle 22 alle 7
, e la Conferenza episcopale ha già comunicato che adatterà l’orario delle messe alla normativa.


Ancora una volta sono chiesti sacrifici ai ristoranti mentre dall’altro lato molti alberghi hanno registrato il tutto esaurito. Turismo? No. Semplicemente c’è chi ha deciso di spostarsi a dormire vicino casa ma ha la cena di Capodanno servita e poi magari, chissà, ci scappa anche il brindisi con tanto di trenino per fine anno.


Il problema non sono i divieti, il problema è che non sono uguali per tutti.
Nessuno si è accorto della folla di domenica pomeriggio in giro per le vie delle città? Davanti ai bar?
Nessuno ha notato che la gente era in fila ai centri commerciali? Impazzita per lo shopping della settimana del black friday?
Non si può vietare solo ad alcuni di ricongiungersi con la famiglia quando poi si concede ad orde di giovani e meno giovani di ammassarsi ovunque.
Rassicurazioni arrivano dal Ministro degli Affari regionali Francesco Boccia: “Tra 15 giorni tutta l’Italia o gran parte d’Italia sarà gialla”.
A gennaio si partirà con la distribuzione delle dosi dei vaccini e per questo verranno coinvolte anche le forze armate.