Ritorno in classe al 50% per gli studenti delle superiori a partire dal 7 gennaio. La bozza di Dpcm prevede che «le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 50 per cento della popolazione studentesca sia garantita l'attività didattica in presenza».
Il tema è stato a lungo dibattutto nel Consiglio dei ministri di ieri sera. In base alle ricostruzioni, la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina avrebbe spinto per accelerare: "Le scuole sono in grado di riaprire sin da subito, siamo in grado di farlo", avrebbe garantito. La stessa linea è stata portata avanti anche da altri ministri 5 Stelle, come il guardasigilli Alfonso Bonafede, che avrebbe chiesto di fugare qualsiasi dubbio soprattutto sul nodo trasporti. Le Regioni però premono per un rinvio al 2021. Alla fine a sciogliere l'impasse è stato il premier Giuseppe Conte, che, in vista del confronto con le Regioni, ha proposto di chiedere ai governatori di spiegare cosa rallenta il ritorno sui banchi.