Il circolo del PD di Calatafimi, assieme alla segreteria provinciale e a quella regionale intervengono sull'operazione Ruina che vede coinvolto il primo cittadino Antonino Accardo.
"Calatafimi con disarmante costanza si ritrova ad essere alla ribalta della cronaca nazionale per fatti e circostanze di carattere criminale - si legge nella nota -. Non ci soffermiamo sulla potenzialità del territorio, caratteristiche risapute di indiscutibile valenza. Ma oggi la Città segestana viene etichettata come terra di mafia e di mafiosi. I Calatafimesi sono brava gente, laboriosa e intraprendente, per questo non possiamo associare al buon nome della città un triste elenco di reati: associazione mafiosa, furto, incendio, favoreggiamento personale e corruzine elettorale. "A Chi ha permesso tutto ciò, chiediamo di vergognarsi, chiediamo di fare un passo indietro, chiediamo e pretendiamo le scuse - continua la nota -. Crediamo e abbiamo la massima fiducia nella magistratura continuando ad essere garantisti. Il partito democratico continuerà a gridare nelle piazze e sui balconi che tutto questo non è possibile, ci rivolgiamo alle donne e agli uomini, ci rivolgiamo soprattutto ai giovani, mettiamoci insieme e diamo un futuro alla città, tutti, uniti, con un unico scopo - concludono i responsabili del P - ognuno può e deve avere il suo ruolo, l'obiettivo è comune, il bene della nostra amata terra".
E anche il Movimento VIA interviene sulla vicenda di Calatafimi, chiedendo al sindaco di rimettere il mandato e plaudendo alla decisione politica presa dai consiglieri comunali di minoranza a Calatafimi-Segesta: Vincenzo Mucaria, Silvio Guida, Patrizia Parisi e Dario Ardito, che hanno rassegnato le loro dimissioni.
"Certi che la magistratura saprà fare chiarezza sui fatti accaduti, oggi si impone una riflessione che non ottempera alla fase giudiziaria ma a quella strettamente amministrativa, dunque politica - scrivono i responsabili del movimento -. Alla luce di quanto accaduto il Movimento VIA invita il sindaco della città, Antonino Accardo, a rimettere il mandato che i cittadini gli hanno conferito alle precedenti elezioni. Si impone un tempo di rinascita per le città colpite da azioni giudiziarie, la politica della responsabilità deve fare spazio alla tutela della collettività e non deve piegarsi a logiche di attesa per rivalsa personale. Auguriamo, al contempo, al sindaco Accardo - conclude la notedel Movimento - di fare luce sulla questione che lo riguarda e di tornare a poter rappresentare i cittadini. La politica oggi faccia un passo indietro e consegni la città ai cittadini che la porteranno nuovamente al voto".
E sull'operazione "Ruina" a Calatafimi Segesta c'è ache l'intervento del movimento Amunì Calatafimi: qui la nota:
A seguito dell'operazione "Ruina" il movimento Amunì Calatafimi, che durante le ultime elezioni ha appoggiato la lista CostruiAmo insieme Calatafimi Segesta, esprime le sue considerazioni in merito:
Amunì è formato da un gruppo di giovani e meno giovani che ha voluto far confluire le proprie idee, i propri sogni, le proprie forze in un unico movimento sociale e culturale, indipendente e senza nessun colore politico. Fin dall’inizio il desiderio è stato quello di costruire le basi per una Calatafimi Segesta nuova dove non vi è assolutamente posto per forme sociali estremamente negative come: associazioni mafiose, compravendita di voti, omertà, favoreggiamento, delinquenza, vandalismo...
Una Calatafimi Segesta fatta di voci e volti, sogni e progetti, intrisi di una nuova realtà, agendo solo ed esclusivamente per il bene comune.Dalla nostra nascita, da alcuni “fronti”, siamo stati pesantemente attaccati piuttosto che sostenuti, come si dovrebbe invece fare con i giovani che scelgono di mettersi in gioco nonostante tutto, forse solo perché abbiamo deciso di appoggiare l’attuale amministrazione comunale durante le ultime elezioni piuttosto che altre, ma noi siamo andati avanti sempre e comunque forti del nostro gruppo, dei nostri ideali, dei nostri buoni propositi, delle nostre buone azioni e della nostra voglia di costruire una Calatafimi Segesta nuova, dove andare via possa essere una scelta e non un obbligo.
Alla luce di quanto attualmente emerso dall’operazione “Ruina” eseguita nel territorio di Calatafimi Segesta la notte del 15 dicembre 2020, noi di Amunì, come abbiamo sempre fatto, condanniamo fortemente qualsiasi forma di associazione mafiosa, compravendita di voti, favoreggiamento, che possa essere avvenuta sul nostro territorio.
Non abbiamo intenzione di entrare nel merito delle accuse perché non sta a noi verificare la sussistenza delle ipotesi di reato commessi, né di dar vita a processi mediatici che a nulla servono.All’Amministrazione comunale tutta chiediamo estrema chiarezza e presa di posizione nel brevissimo tempo
Se qualcuno, anche solo un componente dell’Amministrazione Comunale, era a conoscenza di questi presunti modi di agire; di una presunta associazione mafiosa che ha portato voti all’Amministrazione; di una presunta compravendita di voti; o se l’Amministrazione Comunale non ritiene di poter continuare ad operare con serenità rallentando quindi lo sviluppo del nostro paese, chiediamo le immediate dimissioni della/e parte/parti coinvolte dell’Amministrazione Comunale: Sindaco, Assessori, Consiglieri che siano o di tutta questa.
Se invece NESSUNO dell’Amministrazione Comunale era a conoscenza di questi presunti modi di agire di terzi e il primo cittadino è sicuro della propria innocenza, potendo quindi chiarire la sua attuale posizione, continuando ad operare, insieme alla maggioranza, al massimo delle proprie energie per continuare a costruire una Calatafimi Segesta migliore, chiediamo a questa amministrazione di continuare il suo mandato rispettando e onorando il forte volere popolare espresso alle urne.
La presunzione di innocenza è uno dei principi cardini del nostro ordinamento, prevista anche della nostra costituzione, per questa va concessa ed applicata in un paese che voglia definirsi civile e non forcaiolo. D’altro canto la chiarezza e la trasparenza delle Istituzioni che amministrano una Città è elemento fondamentale per la battaglia a favore della legalità e di un sano sviluppo.
Continuare è un dovere morale ma solo se pianamente consapevoli e sicuri della propria assoluta estraneità ai fatti.