Antonino Accardo si è dimesso da sindaco di Calatafimi Segesta. Il sindaco è rimasto coinvolto nell'operazione antimafia Ruina che nei giorni scorsi ha svelato l'intreccio tra mafia, politica e imprenditoria.
Accardo è accusato di corruzione elettorale e tentata estorsione con l'aggravante di mafia.
Eletto un anno e mezzo fa con 1900 preferenze, secondo l'accusa, avrebbe comprato voti dalla cosca locale. Contro Accardo ci sono alcune intercettazioni, in una delle quali si parla di voti in cambio di soldi, 50 euro a voto. Per lui anche l'accusa di tentata estorsione.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonino Accardo. Secondo la Procura Antimafia Accardi sarebbe diventato sindaco di Calatafimi “comprando” i voti e godendo dell’appoggio dei mafiosi. Ieri il Sindaco è stato interrogato dai magistrati e ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, nell'attesa di vedere tutte le carte dell'indagine che lo riguarda.
Al momento contro di lui ci sono le intercettazioni telefoniche. Come quella del 15 Aprile scorso. Un uomo, tale Paolino Loria, che vive nelle case popolari, chiama il sindaco. Chiede il suo intervento per zittire i vicini troppo rumorosi. Il Sindaco lo invita ad essere meno volgare.
Questa è la lettera di dimissioni di Accardo:
Signor presidente, signor vicesindaco, signori assessori e signori consiglieri tutti, i recenti accadimenti giudiziari mi impongono decisioni che, pur se travagliate, ritengo non più procrastinabili.
Solo per l’alto senso politico ed istituzionale che ha sempre improntato il mio impegno civico, pur non sussistendo alcun obbligo in tal senso, ritengo opportuno rassegnare, con effetto immediato ed irrevocabile, le mie dimissioni dalla carica di Sindaco di Calatafimi.
Intendo rappresentare a tutta la cittadinanza che sono certo che riuscirò a dimostrare il prima possibile la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati e che ripongo piena fiducia nell’operato della Magistratura.
Assumo questa decisione pur nella consapevolezza di aver sempre agito in modo trasparente ed irreprensibile e di aver improntato la mia azione politica ed amministrativa, sempre e solo, al raggiungimento del bene comune.
Esprimo, infine, gratitudine a tutti quelli che mi hanno sempre sostenuto e a quanti, in questi difficili giorni, mi hanno espresso la loro solidarietà invitandomi a non mollare.