Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
26/12/2020 20:00:00

Trapani, è crisi all'ATM. La decadenza del cda e la vicenda di Salvatore Barone

 E’ crisi per ATM, la società partecipata dei trasporti del Comune di Trapani. Dopo l’interrogazione del consigliere Lipari, che ha reso pubblica la vicenda, sono arrivate, infatti, alla vigilia di Natale le dimissioni dei due consiglieri di amministrazione Sabrina Giudici e Francesco Murana, che erano stati scelti dal sindaco Giacomo Tranchida perché rappresentavano i comuni di Paceco, Favignana ed Erice, intenti ad entrare nella partecipata, cosa che non è mai stata messa nero su bianco.

Se Paceco e Favignana non sono mai state convinte di entrare a far parte della società, cosa diversa è per il Comune di Erice, governato per anni dallo stesso Tranchida e sul quale da un punto di vista politico ha ancora oggi un ruolo sicuramente influente, vista la vicinanza con il sindaco Toscano. Riguardo all’entrata del comune di Erice in ATM, il sindaco Toscano trova una forte opposizione e infatti non ha preso ancora nessuna decisione in merito. Tranchida durante un cda di ATM, ormai spaccato, ha annunciato di aver sollecitato i Comuni ad una decisione, e proprio questa lettera ha portato alle dimissioni di Giudici ed Murana provocando lo scioglimento del consiglio di amministrazione di ATM.

Ma sull’ATM c’è ora anche qualche altra ombra legata alla vicenda di Salvatore Barone, ex direttore e poi presidente ad interim della società, finito in manette con l’operazione antimafia “Ruina”. Barone, oggi presidente della cantina sociale Kaggera di Calatafimi, è risultato completamente assoggettato ai voleri del capo della famiglia mafiosa di Caltafimi e deve rispondere dell’accusa di associazione mafiosa.

Dal sindaco Tranchida subito dopo l’arresto di Barone c’è stata la richiesta di approfondimenti da parte degli uffici. Sembra che non solo Tranchida ma anche altri politici abbiano sostenuto Barone. Tranchida oltre alla nomina del nuovo cda, anche se non ha voluto rispondere all’interrogazione di Lipari dovrà comunque farlo e cercare di fare chiarezza anche all’interno della sua stessa coalizione.