Ieri le delegazioni di Pd, 5 Stelle, LeU, Italia Viva e responsabili erano di nuovo riunite a Montecitorio. Il fallimento di ogni possibile trattativa si è materializzato nel pomeriggio.
«La seconda riunione sui punti del programma è stata allungata prima fino alle 15, poi fino alle 18, salvo finire in anticipo, intorno alle 16.30. Non avevano più niente da dirsi» racconta La Stampa.
La vera rottura pare sia avvenuta in una call a quattro tra il reggente M5S Vito Crimi, il capodelegazione pd Dario Franceschini, quello di Leu Roberto Speranza e il leader di Italia Viva. «“Mi state proponendo di votare un governo con Conte premier, Orlando e Fraccaro vice, Di Maio agli Esteri, Bonafede agli Interni. Poi cosa? Casaleggio alla Difesa? Votatevelo voi, io vi saluto” scrive Renzi. E poi aggiunge “Bye bye”» rivela Repubblica.
E così «Addio giallorossi. E addio Conte» come scrive Il Fatto.
«Alle 19 Matteo Renzi telefona all’esploratore, Roberto Fico, per dirgli che non ci sono più margini per il Conte ter. “È finita”. Game over. Il distruttore ha distrutto. E forse poteva solo finire così, con un cumulo di macerie. Solo lì poteva fermarsi Renzi, a ciò che ha fatto ieri sera: rovesciare il tavolo sui possibili nomi del Conte ter per ottenere la testa che era la sua ossessione, quella dell’ex presidente del Consiglio, di Giuseppe Conte» continua il Fatto.
Intanto, a Palazzo Chigi, qualcuno consiglia a Giuseppe Conte di tentare la carta disperata di un ultimo contatto con Renzi. «Lui, memore dell’ultima esperienza, di quella telefonata poi resa pubblica dal leader di Iv all’alba del mandato esplorativo di Fico, oppone un niet. “È tutto inutile, ha già un accordo secondo me”» rivela Il Corriere.
Alle 19.30 il tweet di Renzi: «Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta velocità, Anpal, Reddito cittadinanza, su questo abbiamo registrato la rottura. Ci affidiamo alla saggezza di Mattarella».
«Anticipato dal necrologio via tweet del Demolitore di Rignano, l’esploratore Roberto Fico sale al Quirinale qualche minuto prima delle venti e trenta. Ci vogliono trenta minuti per stilare il certificato di morte dinanzi a Sergio Mattarella, il capo dello Stato ha un’espressione grave e preoccupata» aggiunge Il Fatto.
«Registrato l’esito negativo del mandato esplorativo di Roberto Fico, Sergio Mattarella impugna il microfono, alza lo sguardo e spariglia. Sono le 21 e 15 minuti» Ecco cosa dice:
«Ringrazio il presidente della Camera dei deputati per l’espletamento impegnato, serio e imparziale del mandato esplorativo che gli avevo affidato. Dalle consultazioni al Quirinale era emersa come unica possibilità di governo a base politica quella della maggioranza che sosteneva il governo precedente. La verifica della sua concreta realizzazione ha dato esito negativo. Vi sono adesso due strade fra loro alternative: dare immediatamente vita a un governo, adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti, sanitaria, sociale, economico-finanziaria, ovvero quella di immediate elezioni anticipate. Questa seconda strada va attentamente considerata perché le elezioni rappresentano un esercizio di democrazia. Di fronte a questa ipotesi ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze che oggi devono fare riflettere sull’opportunità di questa soluzione. Ho il dovere di sottolineare come il lungo periodo di campagna elettorale e la conseguente riduzione dell’attività di governo coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia. Sotto il profilo sanitario, i prossimi mesi saranno quelli in cui si può sconfiggere il virus oppure rischiare di esserne travolti. Questo richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni, per adottare i provvedimenti via via necessari, e non un governo con attività ridotta al minimo, come è inevitabile in campagna elettorale. Lo stesso vale per lo sviluppo decisivo della campagna di vaccinazione, da condurre in stretto coordinamento fra lo Stato e le Regioni. Sul versante sociale, fra l’altro, a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti, e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti di tutela sociale adeguati e tempestivi, molto difficili da assumere da parte di un governo senza pienezza di funzioni, in piena campagna elettorale. Entro il mese di aprile va presentato alla Commissione europea il piano per l’utilizzo dei grandi fondi europei ed è fortemente auspicabile che questo avvenga prima di quella data di scadenza, perché quegli indispensabili finanziamenti vengano impegnati presto. E prima si presenta il piano, più tempo si ha per il confronto con la Commissione. Questa ha due mesi di tempo per discutere il piano con il nostro Governo, con un mese ulteriore per il Consiglio europeo per approvarlo. Occorrerà quindi successivamente provvedere tempestivamente al loro utilizzo per non rischiare di perderli. Un governo dall’attività ridotta non sarebbe in grado di farlo. Per qualche aspetto, neppure potrebbe e non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro". Va ricordato che dal giorno in cui si sciolgono le Camere, a quello delle elezioni, sono necessari almeno 60 giorni. Successivamente ne occorrono poco meno di 20 per proclamare gli eletti e riunire le Camere. Queste devono nei successivi giorni nominare i propri organi di presidenza. Occorre quindi formare il Governo e questo per operare a pieno ritmo deve ottenere la fiducia di entrambe le Camere. Deve inoltre organizzare i propri uffici di collaborazione nei vari ministeri. Dallo scioglimento delle Camere nel 2013 sono trascorsi quattro mesi, nel 2018 sono trascorsi cinque mesi. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un Governo senza pienezza di funzioni per mesi cruciali, decisivi per la lotta alla pandemia, per utilizzare i finanziamenti europei e per far fronte ai gravi problemi sociali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte concrete e rapide ai loro problemi quotidiani. Credo che sia giusto aggiungere una ulteriore considerazione. Ci troviamo nel pieno della pandemia, il contagio del virus è diffuso e allarmante, e se ne temono nuove ondate nelle sue varianti. Va ricordato che le elezioni non consistono soltanto nel giorno in cui ci si reca a votare ma includono molte e complesse attività precedenti per formare e presentare le candidature. Inoltre, la successiva campagna elettorale richiede inevitabilmente tanti incontri affollati, assemblee, comizi. Il ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti. In altri Paesi, in cui si è votato obbligatoriamente perché erano scadute le legislature dei parlamenti o i mandati dei presidenti, si è verificato un grave aumento dei contagi. Questo fa riflettere, pensando alle tante vittime che purtroppo continuiamo ogni giorno, anche oggi, a registrare. Avverto pertanto il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Conto quindi di conferire al più presto un incarico per formare un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho ricordato».
Sergio Mattarella ha parlato per sette minuti. «Ha un’espressione tirata ed è scuro in volto» racconta il Corriere.
«Renzi lo ascolta mentre mangia con un gruppo di amici. Gli suona il telefono e la voce del leader di Italia Viva è esultante mentre segue il discorso Capo dello Stato, al punto che prima di un commento fa un coretto nell’i-Phone: “Un Presidente... c’è solo un Presidente....!!!”. Poi si fa serio: “Quelle sul governo istituzionale sono parole sagge e bellissime da parte di Mattarella”. Ha raggiunto lo scopo che voleva, Renzi» scrive Il Messaggero.
Alle 21.30, nel salone delle Feste del Quirinale, il portavoce del presidente della Repubblica Giovanni Grasso fa questo annuncio ai tredici giornalisti presenti: «Il Presidente della Repubblica ha convocato per domani alle 12 al Quirinale il professor Mario Draghi».
La sera tardi, a Palazzo Chigi, Giuseppe Conte riflette sulla propria fine: «Era tutto già scritto. Renzi aveva già un accordo col centrodestra. Salvini e Berlusconi gli hanno garantito che ci staranno, altri non potranno che accodarsi. A me era chiaro sin da subito, a qualcun altro forse no».
«Super-Mario ha […] già fatto sue privatissime consultazioni, soprattutto sul lato Lega dove ha da tempo nel bocconiano Giancarlo Giorgetti un punto di riferimento» scrive Il Messaggero. «Questa mattina Mario Draghi varcherà il portone del Quirinale. E con ogni probabilità sarà l’ex presidente della Banca centrale europea, l’uomo che salvò l’euro con l’ormai famoso whatever it takes pronunciato nel 2012, a guidare il nuovo governo».