Il medium è il massaggio. È il titolo del saggio scritto dal canadese nel secolo scorso Marshall McLuhan. Fu un filosofo e sociologo , ma soprattutto un teorico della comunicazione dal pensiero sofisticato e visionario.
Già a metà degli anni ’60 il pensiero di McLuhan anticipava il dibattito sulla comunicazione ai tempi di internet e dei social network ponendo l’accento sull’importanza del mezzo di comunicazione più del messaggio. Il pensiero del sociologico a riguardo viene spesso riassunto dietro la frase “The Medium is the message”, ovvero il mezzo stesso di comunicazione è in sé la comunicazione assumendo maggiore importanza del messaggio che si vuole trasmettere. All’epoca, McLuhan parlò prevalentemente di televisione, stampa e radio – i mezzi di comunicazione più diffusi di allora – ma il suo pensiero è perfettamente adattabile alla società iperconnessa in cui viviamo. L’uomo è spinto a comunicare perché ha i mezzi per farlo, per questo motivo è il mezzo che assume più importanza del messaggio. Basti pensare ai social network come Facebook che si riempiono quotidianamente di messaggi vuoti, ma che vengono formulati perché l’essenza stessa del canale è la condivisione.
Marshall McLuhan aveva pubblicato “Gli strumenti del comunicare” in cui per la prima volta viene formulato il concetto del “medium is the message”. Questo concetto viene poi ampliato nel saggio successivo. “The medium is the massage”, dove la prima cosa che salta sicuramente all’occhio è che la parola message ‘messaggio’ è stata sostituita da massage ‘massaggio’.
La storia racconta che al momento della stampa del libro, la tipografia presentò una prima versione della copertina con il refuso in cui appariva la parola massage. McLuhan decise che sebbene l’errore fosse palese, l’idea di pubblicare la copertina volutamente sbagliata era perfetta perché puntava diretta all'obiettivo. La parola massage avrebbe sicuramente attirato di più l’attenzione del tradizionale message , non errò. È dei giorni nostri la polemica tra Barbara D'Urso e noi siciliani. La conduttrice nei suoi programmi dipinge una Sicilia trash e sono intervenuti a rimproverla gente comune e personaggi pubblici. La vicenda è il paradigma del concetto. La TV è personificata dalla conduttrice e siccome propone quelle storie è il messaggio. E come scriveva nel saggio precedente, la TV e adesso internet e i social sono uno strumento della comunicazione, si aggiunge la differenza la fa la capacità di discernimento, altrimenti è notte fonda. Il pensiero calza a pennello sul sindaco di Marsala e la traversia sul famigerato padiglione Covid. Il 3 dicembre scorso il primo cittadino sul social Fb scriveva un post e caricava il video delle interviste allo stesso a Razza,Turano e Zappalà degni personaggi di una tragicommedia del Goldoni-ma la salute dei cittadini non dovrebbe essere argomento di un'opera del genere-. Il social nella fattispecie aveva esercitato la funzione. The medium is the message.
Vittorio Alfieri