A Trapani l’approvazione del regolamento della commissione sulle Pari Opportunità ha creato tensioni.
Si tratta di una commissione mista, che per questo perde il suo obiettivo iniziale, e anche la dicitura “Trapani è donna” risulta essere una forzatura. L’errore sta a monte, cioè nel mescolare insieme, ad esempio, Pari Opportunità e disabilità o diritti civili. Si tratta di tematiche talmente diverse e importanti che necessitano di essere affrontate e studiate per settore non facendone una marmellata.
Il consiglio comunale il 12 marzo ha approvato il “Regolamento Commissione per le pari opportunità tra uomini e donne, Opportunità alla pari per le politiche di genere e i diritti civili (Trapani è donna…)”.
La mescolanza poi delle tematiche ha portato l’assessora Andreana Patti a dichiarare che ci si occuperà anche della violenza di genere, come se si stesse per entrare in un supermercato e nel carrello si mettesse di tutto a casaccio.
La presidente provinciale dell’UDI non è rimasta in silenzio, specie dopo avere ascoltato gli interventi in consiglio comunale e ha deciso di scrivere nero su bianco la sua posizione, rafforzandola con un video messaggio.
La Colli parla di grande confusione sul tema delle Pari Opportunità: “La locuzione "Pari Opportunità" ha riguardato da sempre il problema della parità politica e sociale tra uomo e donna: le politiche di parità di genere nascono nel tentativo di difendere la donna rispetto alla diffusa discriminazione maschile in ambito professionale, sociale e politico-culturale. In questa direzione partire dagli anni ’60 in diversi Paesi dell’Europa occidentale sono stati istituiti organismi pubblici, come le Commissioni P.O. Le dichiarazioni dell’Assessora Patti sono eloquenti sulla confusione dell’amministrazione in merito alle Pari Opportunità di genere: infatti, l’Assessora in un comunicato, vanta le misure che si stanno mettendo in atto per il “dopo di noi”. Bene, ma non benissimo: ma cosa c’entrano con le politiche di genere?
Cosa c’entrano i progetti finanziati per Trapani è Donna e Madre, che ancora di più evidenziano nella pratica tutta la stereotipizzazione di questo progetto?”.
La Colli poi indica anche la strada da intraprendere per superare le discriminazioni: “L’intento principale del gender mainstreaming parte da un’analisi dei meccanismi che sono alla base di queste discriminazioni, come per esempio gli stereotipi. È un dato di fatto dimostrato dall’analisi della realtà che esistono disuguaglianze sistematiche tra uomini e donne che sono trasversali a tutte le altre disuguaglianze (di età, orientamento sessuale, etnia, religione, etc.) e che non sono compatibili con i principi cardine all'articolo 3 della Costituzione: questo è il corretto riferimento alla Costituzione, totalmente diverso dal dire che l’art. 3 vieta che le Commissioni P.O. siano composte da sole donne.
Il mainstreaming di genere si raggiunge attraverso l’empowerment: scoprire il proprio potere, scoprire di averlo, sapere chi sei, a cosa hai diritto”.
Infine la presidente dell’UDI ha chiesto al sindaco Giacomo Tranchida il rimpasto della giunta, ampliandolo ad una maggiore presenza femminile, anche da manuale Cencelli: “Chiediamo il rimpasto della Giunta in ottemperanza alla Legge Del Rio art.1, comma 137, legge n.56/14: “Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico”: la mia calcolatrice mi dice che, in una Giunta di 10 persone - ove si conta anche il sindaco- devono esserci 4 donne.
È scandaloso che, nel consiglio comunale più rosa della storia di Trapani, nessuna consigliera abbia rivendicato il diritto delle donne di essere rappresentate: diventa ridicolo indignarsi quando Musumeci fa quasi lo stesso eh!”.
Sulla questione prende posizione anche Antonella Granello, componente della segreteria della CGIL, con delega alle Pari Opportunità, la sua lettera indirizzata all’amministrazione comunale è dura nei toni e richiama agli obiettivi mancati e allo scopo principale che dovrebbe la commissione: “Credo che non si possa fare confusione....una cosa sono le “pari opportunità” come principio giuridico inteso come l’assenza di ostacoli alla partecipazione economia, politica, e sociale di qualsiasi persona , altra cosa vuole essere una Commissione per le P.O. che è uno “spazio “ conquistato e voluto dalle donne , al fine di promuovere proposte e progetti per le politiche di genere. E sono sempre piu’ convinta che questa Commissione dovrebbe essere composta da sole donne, cosicché anche la sua Presidenza . Occorre promuovere la soggettività e la responsabilità femminile all’interno di uno spazio politico al fine di formulare progetti e soluzioni da confrontare in tutti gli altri luoghi e momenti della politica e dell’amministrazione cittadina. Così come sono convinta che una Commissione P. O. non può essere vista o pensata come un piccolo ghetto che si occupa di cose di donne, perché le pari opportunità fra uomo e donna non sono un fine a se stante ma , devono passare trasversalmente in tutti gli ambiti settoriali del programma di governo della comunità e del territorio”.