C'è anche il marsalese Sergio Abrignani nel nuovo Cts, il Comitato Tecnico Scientifico, organismo ormai diventato familiare per tutti gli italiani da quando c'è l'emergenza Covid.
- Il nuovo Comitato tecnico scientifico sarà composto da 12 membri e il nuovo coordinatore sarà il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.
E' quanto stabilirà un'ordinanza del capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, d'intesa con la presidenza del Consiglio.
La decisione è stata presa "in relazione alla nuova fase dell'emergenza" e considerata "l'accelerazione delle attività inerenti al nuovo piano vaccinale", che hanno reso necessario "razionalizzare le attività del Cts, al fine di ottimizzarne il funzionamento anche mediante la riduzione del numero dei componenti". Nel nuovo Comitato saranno dunque presenti non solo "appartenenti al campo scientifico-sanitario" ma anche esperti del "mondo statistico, matematico-previsionale o ad altri campi utili a definire il quadro della situazione epidemiologica e ad effettuare l'analisi dei dati raccolti necessaria ad approntare le misure di contrasto alla pandemia".
I nuovi membri sono dunque Franco Locatelli, Silvio Brusaferro, che avrà il ruolo di portavoce, Sergio Fiorentino, cui spetta il compito di segretario, Giuseppe Ippolito, Cinzia Caporale, Giorgio Palù, Giovanni Rezza, Fabio Ciciliano, Sergio Abrignani, Alessia Melegaro, Alberto Giovanni Gerli, Donato Greco.
"Ai precedenti componenti del Comitato - conclude il Dipartimento - va il ringraziamento del Capo Dipartimento per l'importante lavoro fin qui svolto".
Immunologo, Sergio Abrignani è membro del Consiglio superiore della sanità.
Serrgio Abrignani è attualmente professore ordinario di patologia generale all’Università degli Studi di Milano. Dopo la laurea in medicina e chirurgia all’Università degli Studi di Padova e il dottorato in patologia sperimentale, ha lavorato nel Centro di Ricerche a Basilea, in Svizzera, come responsabile del laboratorio di virologia e come direttore di Unità. Successivamente, è stato responsabile del Dipartimento di immunologia e virologia della «Chiron Vaccini» a Siena e vicepresidente di Ricerca e Sviluppo della Chiron Corporation a San Francisco, negli Stati Uniti, focalizzando la sua ricerca sullo studio dell’interazione fra virus e cellule umane. Dal 2006 è anche direttore scientifico dell’Istituto nazionale Genetica molecolare «Romeo ed Enrica Invernizzi», centro di ricerca biomedica finalizzato alla scoperta e allo sviluppo iniziale di nuovi mezzi diagnostici, nuove terapie e vaccini. Fra le sue ricerche, spicca la scoperta del recettore del virus dell’epatite C (HCV), considerata la principale porta d’ingresso utilizzata dal virus per entrare nelle cellule del fegato, e i suoi studi hanno contribuito anche allo sviluppo clinico di un vaccino contro l’epatite C.
Proprio qualche giorno fa Abrignani ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico di Marsala.
Ecco cosa dichiara oggi a Repubblica:
Come è stato scelto, professore?
«Mi hanno cercato chiedendomi la disponibilità a far parte del Cts su indicazione delle Regioni. Avevano bisogno di un immunologo e credo abbiano scelto tra più profili. Io sono già nel Consiglio superiore di sanità e ovviamente ho detto sì».
Perché serve un immunologo nel comitato?
«Perché siamo nella fase della vaccinazione. Una parte fondamentale della battaglia contro la pandemia saranno proprio questi medicinali. Ci sono da valutare aspetti non solo logistici ma anche sanitari, come ad esempio la risposta immunologica e immunitaria dei vaccinati. Immagino sia per questo che mi hanno chiamato».
È soddisdatto per il nuovo incarico?
«È bello essere utili al proprio Paese con quello che si sa fare, anche se fosse solo per un minuto in un anno. È una splendida sensazione sapereche c’è qualcuno che ritiene tu possa servire».
Ha seguito le decisioni del vecchio Cts, che idea si è fatto?
« Quando è scoppiata la pandemia è stato uno tsunami per tutti quanti. Non avrei voluto essere lì a febbraio scorso, quando il nostro mondo normale è diventato un disastro».
Cosa pensa della vicenda AstraZeneca?
«Aspettiamo di sentire quello che dice l’Ema. Ho visto che alcuni dei casi dei sospetti eventi avversi sarebbero rientrati».
Quando dura l’immunità del vaccino?
«Ancora non si può dire. Non c’è un test che predica quanto duri la risposta immunitaria. Sappiamo, per similitudine con altri virus, che in genere quanto più questa è forte, tanto più è duratura».
Vaccinare chi ha avuto l’infezione è pericoloso?
«L’indicazione per chi ha già avuto il Covid è quella di fare una sola dose. Può capitare ed è capitato, magari agli asintomatici, di ricevere le due dosi. Abbiamo visto che se succede non c’è nessun problema».