Tornano le mascherine, all'aperto, e le zone. E la Sicilia è tra le Regioni che presto potrebbero diventare zona gialla.
La variante delta colpisce anche l'Italia e il governo corre ai ripari. Tra due settimane, secondo il Comitato Tecnico Scientifico, potremmo avere gli stessi numeri dell'Inghilterra. Un vaccinato su tre, inoltre, si infetta, ma non ha sintomi. Si sta pensando pertanto di cambiare le regole per i colori delle zone, dando più peso a vaccini effettuati e al numero di ricoveri, rispetto al numero dei contagi.
La variante Delta corre in tutta Europa e anche in Italia i contagi risalgono. Nel Paese l’impatto della variante Delta ha quasi raggiunto il 30% e viaggia verso il 70% che secondo le simulazioni dovrebbe essere raggiunto nel mese di agosto. Con gli attuali, contestati, parametri in vigore già quattro regioni viaggiano verso la zona gialla: Abruzzo, Campania, Marche e Sicilia. Attualmente fra i parametri sotto la lente del ministero della Salute e del Cts c’è l’incidenza del nuovo coronavirus ogni 100mila abitanti: se superano i 50 casi si passa in zona gialla. Scatta l’allarme con un combinato di contagi (Rt), superamento del 40% del tasso di occupazione delle aree mediche e del 30% quello delle terapie intensive.
Sileri: «Al momento non c’è necessità di ritorno in zona gialla»
Getta acqua sul fuoco il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ospite di “24 Mattina” su Radio24. «Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune regioni in zona gialla. A oggi non c’è questo rischio, ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane», ha detto il sottosegretario. «Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni».
Crisanti: "Variante Delta ad un passo dal diventare resistente ai vaccini"
"La variante Delta è ad un passo dal diventare resistente ai vaccini quindi meno si trasmette e meglio è. Penso che bisognerebbe combinare la campagna vaccinale e allo stesso tempo rafforzare la nostra capacità di tracciamento". Lo ha detto Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell'Università di Padova, ospite di 'Agorà' su Rai Tre.
Vaccini: ReiThera, risposta anticorpi 93% dopo prima dose, 99% dopo la seconda
Con il vaccino italiano anti-Covid di ReiThera si osserva una risposta anticorpale contro la proteina Spike del coronavirus Sars-CoV-2 in oltre il 93% dei volontari arruolati nella sperimentazione, e si raggiunge il 99% dopo la seconda somministrazione. E’ quanto emerge dai risultati dell’analisi preliminare dello studio clinico di fase 2 - randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo - condotto sul vaccino GRAd-COV2. I dati del trial Covitar sono stati annunciati oggi dalla società biotech con sede a Castel Romano. ReiThera spiega che “i risultati dopo le prime cinque settimane dall’inizio della vaccinazione confermano quanto già osservato nella Fase 1: il vaccino è ben tollerato alla prima somministrazione e ancor meglio tollerato alla seconda. Gli eventi avversi, per la maggior parte di grado lieve o moderato e di breve durata, sono principalmente riferibili a dolore e tensione al sito di iniezione, senso di affaticamento, dolori muscolari e mal di testa. Non si sono registrati eventi avversi seri correlabili al vaccino”. A revisionare i dati preliminari di sicurezza e immunogenicità delle prime cinque settimane di studio nel corso di una riunione congiunta il Data Safety Monitoring Board, Comitato indipendente per la valutazione della sicurezza, e lo Steering Committee, Comitato scientifico per la valutazione dell’efficacia. I due comitati si sono espressi favorevolmente sui dati analizzati e hanno raccomandato la prosecuzione dello sviluppo clinico del vaccino GRAd-COV2. Lo studio, iniziato lo scorso 18 marzo in 24 centri clinici distribuiti su tutto il territorio italiano, è stato condotto su 917 volontari di cui il 25% di età superiore a 65 anni e/o con condizioni associate ad un aumentato rischio di malattia severa in caso di infezione da SARS-CoV-2.