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27/07/2021 18:32:00

Sequestro per 4 albergatori per frode fiscale, inchiesta tocca anche Trapani

 Sfiora anche Trapani l'inchiesta che ha portato alla scoperta di un giro di fatture false, partito da un'azienda cipriota, per massimizzare i profitti “drenati” in Toscana, evadere il fisco e dirottare soldi all’estero.

È l’esito dell’operazione “Afrodite”, condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Piombino, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Livorno, conclusasi con un decreto di sequestro di conti correnti per 580.000 euro, fondi di investimento, immobili e automezzi (tra cui una Jaguar d’interesse storico) notificato ai responsabili di una frode fiscale che ha coinvolto una società di San Vincenzo. Una società che gestisce alberghi nei comuni di Bibbona, Vagli di Sotto, Fucecchio e a Casalpusterlengo, in provincia di Lodi.

I sequestri hanno riguardato diversi conti e quote di fondi in filiali bancarie per lo più siciliane e toscane, una villetta nel bresciano e tre veicoli, due a Trapani e uno a Cecina, tra cui la Jaguar d’epoca. Alle attività delle fiamme gialle piombinesi hanno collaborato diversi altri Reparti della Guardia di Finanza sia lombardi (di Milano, Lodi e Brescia), sia di Viareggio, che di Trapani. In base a quanto ricostruito da Procura e Fiamme Gialle, gli imprenditori indagati, negli anni, avrebbero sottratto liquidità dalla loro srl esercente l’attività di “alberghi” utilizzando fatture false e gonfiando le buste paga, ossia intascandone i pagamenti formalmente effettuati a Cipro, ma, nella realtà, mai avvenuti.

Denari così sottratti al patrimonio societario che sarebbero stati dirottati verso una seconda impresa completamente fittizia con sede nell’isola del Mar Mediterraneo e controllata dagli stessi indagati. Profitti massimizzati grazie a false provvigioni e “shifting” all’estero. I principali introiti della srl gestita dagli indagati provenivano da un residence di Piombino. Proprio per celare al Fisco italiano questa fetta di guadagni sarebbe stato ideato il disegno criminale che prevedeva il trasferimento di liquidità verso una società di diritto cipriota fittizia, costituita “ad hoc”. In particolare, in forza di un falso accordo di agenzia relativo a generiche prestazioni di consulenza e marketing nel settore turistico - del tutto non documentate e scollegate dal reale andamento del fatturato aziendale – sarebbero state ingiustificatamente inviate alla partner cipriota provvigioni di importo pari al 35% del fatturato annuo della srl italiana, a fronte di attività di consulenza delle quali le Fiamme Gialle non hanno mai trovato traccia. I reati contestati. Chi avrebbe messo in piedi il grave sistema evasivo è una coppia di imprenditori, principalmente operante in Toscana, tra le province di Livorno, Lucca e Firenze e nel Lodigiano, unitamente a due prestanome “teste di legno”. I primi sarebbero a tutti gli effetti i “gestori di fatto” della srl per manovrare a loro piacimento le due “teste di legno” che si alternavano negli anni nella carica, formale, di rappresentanti legali. Tutti ora dovranno rispondere delle ipotesi delittuose di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.