Nessuna Regione passa in giallo, neanche la Sicilia.
La Sicilia resta in bianco, e così tutte le altre regioni italiane; la stagione turistica è salva e scongiurato è al momento il passaggio dal bianco al giallo. Ma la Regione è sotto stretta osservazione, così come la Sardegna e la Calabria, perché ha i parametri più a rischio sia per i ricoveri ordinari che per le terapie intensive.
In particolare, la Sicilia ha registrato ieri, nei dati aggiornati dell’Agenas, un tasso di occupazione dei reparti di rianimazione dell’11%, e quello dei reparti ordinari del 17%, entrambi i valori sopra la soglia mentre i dati ufficiali sono stabili al 10% per le terapie intensive e sempre 17% per i reparti non di area critica.
I giornali si sono occupati molto del modo in cui la Sicilia ha evitato la zona gialla: in pratica sono stati aumentati i posti letto (con grandi polemiche, perché il personale non è sufficente) e sono state facilitate le dimissioni dei pazienti dagli ospedali. Ieri ne abbiamo parlato qui.
Nei prossimi giorni si potrà meglio valutare la situazione regione per regione, mentre continuano le sospensioni dei sanitari che non si sono vaccinati .
La campagna vaccinale
Le dosi di vaccino somministrate a ieri era di 74,5 milioni. Ad aver ricevuto entrambe le dosi sono 35 milioni e 900 mila persone, il 66,56% della popolazione. Da fonti scientifiche qualificate si apprende che «la maggior parte dei pazienti deceduti per Covid nelle ultime settimane non era vaccinata o aveva ricevuto solo una prima somministrazione».«Il parametro dei decessi è evidentemente legato a quello dei contagiati ricoverati. Secondo l’Iss l’incidenza delle infezioni è 10 volte più bassa nei vaccinati, quindi emerge un dato atteso», ha commentato Roberto Cauda, direttore dell’Istituto di malattie infettive del Gemelli.
L’ipotesi terza dose
Sulla terza dose ieri è intervenuta l’Organizzazione mondiale della Sanità: «Al momento i dati non indicano il bisogno di una terza somministrazione», ha detto Soumya Swamnathan, chief scientist dell’Oms. La priorità deve essere aumentare le coperture nei Paesi che ancora non hanno accesso al vaccino. La posizione è stata ribadita da Bruce Aylward, un altro esperto Oms. «Ci sono abbastanza vaccini per tutti ma non stanno andando ne posto giusto al momento giusto».