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27/08/2021 08:00:00

Trapani e la pedana della discordia. I dubbi di Miceli, Corte querela 

 Fratelli d'Italia interviene sulla "piattaforma della discordia". Quella realizzata e pochi giorni dopo sequestrata sul lungomare Dante Alighieri a Trapani.

E' il coordinatore provinciale del partito Maurizio Miceli a sollevare dubbi sulla piattaforma, sull'iter che ha visto la sua realizzazione, sul Piano d'Utilizzo del Demanio marittimo e alcuni nomi in campo. Miceli infatti, parla di "strane coincidenze" tirando in ballo l'architetto Vito Corte, consulente gratuito del Comune per il Pdum e, scrive Miceli fratello di uno dei soci del locale che ha realizzato la piattaforma. Ecco la nota.

 “La piattaforma realizzata innanzi ad un noto locale trapanese, all’inizio del lungomare Dante Alighieri, è stata al centro di numerose discussioni e, talvolta, polemiche, tutte, sino ad ora, relative a questioni estetiche o funzionali, è intervenuto financo il già candidato sindaco architetto Vito Corte che dall'alto della sua competenza ha difeso l’iniziativa.
Riconosco che un intervento non richiesto da una personalità di sì alto lignaggio tecnico, con tanto di esaltazione dell’amministrazione Tranchida, mi ha lasciato perplesso e convinto a effettuare talune verifiche.
Numerosi sono i profili che mi hanno destato interrogativi, sia per quanto riguarda la necessità dell’intervento sia per l'individuazione della puntualizzazione.
Per intenderci, Fratelli d’Italia si dichiara favorevole alla costruzione di simili strutture per impreziosire il litorale, per incrementare le opportunità commerciali e turistiche delle aziende che vi insistono, tuttavia non comprendiamo come soltanto quell’area sia stata destinata alla costruzione di questa mirabile piattaforma.
Lo stesso comune, come pure avviene in altre realtà, anche in Sicilia, potrebbe di propria iniziativa realizzare l’opera consentendo la massima fruizione alla cittadinanza, senza la necessità di pagamento di al un onere in capo al cittadino o al turista, percorrendo tutto il lungomare disponibile non soltanto un'area dedicata.
Il Piano d’uso del demanio marittimo è stato confezionato da una società, la “Mate sc”, che sin dall’inizio si è dichiarata disponibile a confrontarsi con gli ordini, con la cittadinanza tutta, per rendere il piano più aderente possibile alle istanze del territorio - nobile intento, tuttavia quasi totalmente disatteso, per esempio le numerose criticità dell’ordine degli architetti in merito alle scelte di piano (link
https://www.architettitrapani.it/allegati/1595150161_DOC.PUDM%20%20TRAPANI-02072020084526.pdf ) non sono state per nulla prese in considerazione.


Nella stessa delibera con cui la giunta Tranchida approva il PUDM non tiene conto di questa nota critica dell’ordine degli architetti del 2 luglio 2020 prot. 1837.
Non se è curata la società incaricata, nonostante le aperture al confronto, ma ad essere grave è l'indifferenza dell’amministrazione comunale rispetto all'ordine territoriale che pure era intervenuto, al punto 1 del report della “II - commissione Urbanistica, territorio, paesaggio” si legge: “Mancata condivisione della proposta metodologica che introduce come elemento di fruizione/uso dello specchio acqueo il sistema delle “Piattafome prendisole multi uso” in corrispondenza del tratto di costa compreso tra PIAZZA VITTORIO EMANUELE e TORRE DI LIGNY in quanto si reputano, tali elementi, sovradimensionati ed anacronistici per le aree in cui esse incidono e perché negano la lettura della città “storico” di/dal mare. Oltremodo, ad oggi, questo tratto di costa, nel periodo estivo, permette maggiori possibilità di utilizzo, per le esigenze alla balneazione, rispetto al passato”.


A questo appello, tra i tanti, ha risposto prontamente anche l’architetto Corte, in forza della sua autorevolezza professionale e della conoscenza della città.
Tanto apprezzato è stato il suo contributo che financo nel frontespizio del PUDM vi è un’apposita menzione in suo onore, si legge infatti: “si ringrazia l’architetto Vito Marcello Maria Corte per i preziosi consigli e il supporto logistico fornito”.
Chissà se proprio questi preziosi consigli siano stati decisivi per favorire la puntualizzazione, in altre parole, la scelta esclusiva di consentire la costruzione della piattaforma nel punto in cui è stata realizzata che, strane coincidenze della vita, insiste proprio davanti al un noto locale trapanese che annovera tra i suoi soci il fratello dell’egregio architetto.
Ad intervenire, infatti, con tanto di nota stampa è sempre l’architetto Corte che si spertica in applausi per l’amministrazione comunale, che chiede uno sforzo di visione agli uffici preposti al controllo e alla verifica, che difende, legittimamente, il proprio operato di progettista della “piattaforma della discordia”.
Sarà certamente un caso che nella stessa persona si condensino il consulente gratuito encomiato nel testo definitivo del PUDM, il progettista della struttura, il fratello di uno dei soci dell’impresa committente, unica a poter costruire su quell’ampio tratto di lungomare una struttura di quel tipo.
Per capirci, gli altri locali che operano su quel tratto di lungomare non possono dotarsi di una piattaforma del genere, che consente un pregio estetico ma soprattutto un aumento del proprio bacino di clienti quindi un incremento potenziale, naturale, del giro d’affari.
Trapani, ancora una volta, ci conferma di essere città del sale, del vento e del caso.”

Questa la replica di Corte:

Con riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal Sig. Maurizio Miceli, soggetto per me anonimo: sconoscendone fino a qualche giorno l’esistenza, in merito alla pedana sul lungomare Dante Alighieri di Trapani, ho provveduto a dare mandato ai miei legali di porre in essere tutte le azioni a tutela dell’onore e del decoro della mia immagine personale e professionale.
Quanto dichiarato dal soggetto in questione è un palese attacco personale oltre a risultare falso e tendenzioso e travalica il legittimo diritto di critica sfociando in palese diffamazione.