Se in mezzo secolo la temperatura media della Sicilia è cresciuta di due gradi, negli ultimi due anni si sono registrati caldo e siccità record. Nel 2020 sull’Isola ci sono stati 90 giorni di siccità assoluta, mentre l’estate 2021 con i 48,8 gradi toccati a Siracusa si è toccato probabilmente le temperature più alte di sempre in Europa, e per la Sicilia che ha subito la distruzione di 80mila ettari di bosco, il 2021 è forse l’anno più caldo dio sempre anche del 2003.
I cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio il territorio dell’Isola che per il 70 per cento è a rischio desertificazione. E la Sicilia deve far fronte a bombe d’acqua, alluvioni e trombe d’aria come quella di Catania di qualche settimana fa e quella di Pantelleria che ha addirittura provocato delle vittime.
Caldo record - Undici agosto 2021, in contrada Monasteri, vicino a Floridia nel Siracusano, Lucifero fa salire la colonnina di mercurio fino a 48,8 gradi. Quel giorno però sono stati toccati anche 47,4 gradi a Paternò, 45,4 a Francofonte, 45,2 ad Aragona, 46 a Mineo, 46,1 a Noto. Ma non è l'unico record, perché il 13 maggio 2020 l'Osservatorio astronomico ha registrato a Palermo 39,4 gradi, come non era mai accaduto in 200 anni.
Notti bollenti - Mentre la Sicilia bolliva queesta estate con 10-12 gradi in più del normale, soprattutto nelle zone interne e in quelle collinari centro-settentrionali. L'estate è caratterizzata dalle notti "tropicali", con la temperatura minima notturna superiore ai venti gradi. A Catania sono 76 notti, a Palermo poco sotto i 90.
Sicilia sempre più calda - Diventa sempre più calda l'isola, dove la temperatura in cinquant'anni, secondo dati raccolti dal programma europeo Copernicus, è salita di 1,89 gradi. L'Osservatorio Balcani Transeuropa ha rielaborato per l'European Data Journalism Network i dati di 100mila comuni europei. Viene fuori una mappa della Sicilia bollente. Messina con 3,4 gradi è la città che si è riscaldata di più. Se la temperatura media degli anni Sessanta era 15,6 gradi, nel decennio 2009-18 è arrivata a 19. Tutta la provincia è segnata in rosso, con aumenti medi di 2,37 gradi: un comune come Giardini Naxos si è riscaldato di 2,7 gradi e nell'area si raggiungono i tre gradi. Ma preoccupa l'afa che sale sui monti: quasi 2,5 gradi a San Fratello e Cesarò sui Nebrodi o a Petralia Sottana sulle Madonie.
La grande Siccità - Nel 2020 Sicilia e Sardegna hanno avuto il primato di 90 giorni "secchi", senza pioggia. Siccità invernale. Tra gennaio e febbraio sono stati registrati 16 millimetri di precipitazione media regionale e non accadeva dal 1921. Se si eccettua il versante Ionico, in quasi tutta la Sicilia le precipitazioni sono diminuite, in alcune zone anche dell'80 per cento. Nel 2021 la situazione è peggiorata con 100 giorni senza pioggia e l'allarme dell'Autorità di bacino: le riserve sono le più scarse dal 2010.
La siccità si traduce nei grandi problemi per l'agricoltura e l'allevamento. Nel Catanese, non ha piovuto per 140 giorni consecutivi e gli agricoltori si sono trovati in man le foglie secche degli alberi di tarocco. Tanto che un comitato spontaneo di circa 300 si è riunito a Ramacca per lanciare un appello alla Regione: "Volete la nostra morte? - recitava uno striscione - l'acqua e vita". "Ci troviamo in un'isola dove l'acqua c'è, ma non arriva. Penso agli agricoltori devono pagare la retta della bonifica e poi non si ritrovano una goccia d'acqua", denuncia Federica Argentati, la presidente del Distretto Agrumi di Sicilia.
Non è ottimista Massimo Gargano, direttore generale Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue: "Secondo i dati dell'European Drought Observatory, L'Italia e la Sicilia sono il front office dell'avanzata della desertificazione, perché ci troviamo nel punto dove le correnti atlantiche si scontrano con l'Africa, con lunghissime fai in cui non piove e brevi fasi in cui cade tanta acqua che fa danni.
La desertificazione e lo scenario Tunisa - Lo scenario riguardo alla desertificazione dell'isola di Christian Mulder, professore associato di Ecologia e Cambiamenti climatici all'Università di Catania è preoccupante. "Nello scenario peggiore di lungo periodo è come se dovessimo tracciare una linea tra San Vito Lo Capo e Siracusa: tutto quello che sta a Sud rischia di diventare come la Tunisia". Secondo il Cnr è a rischio desertificazione il 70% del territorio siciliano. Un dato noto al governo regionale di Nello Musumeci, che l'anno scorso ha approvato un piano per la lotta alla desertificazione, rimasto ancora sulla carta. Le "aree critiche" comprendono mezza Sicilia (56,7 per cento) e un altro terzo (35,8 per cento) è classificato come "fragile". Su tutti rischiano le aree tra le province di Caltanissetta, Enna e Catania.
Costa orientale sott'acqua - Tra gli scenari futuri previsti in Sicilia per via dei cambiamenti climatici c’è anche quello più apocalittico che riguarda l’innalzamento del livello del mare dunque la costa orientale, e entro il 2100 potrebbero finire sott'acqua. L'allarme lo ha lanciato uno studio dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia con le università di Bari e Catania e la Radboud University in Olanda. Uno scenario che comprende la piana di Catania, la costa del Siracusano, incluse la foce dell'Asinaro, Marzamemi e Vendicari, la cui riserva naturale potrebbe sparire lasciando delle piccole isole. Tra Catania, Augusta e Siracusa potrebbero sparire intere aree industriali. Tra i fiumi e le Gole dell'Alcantara, il canyon siciliano che rischia di scomparire.
Bombe d'acqua - Alla siccità in Sicilia si alternano piogge violentissime ed estreme che causano danni e purtroppo anche vittime. La tromba d’aria a Pantelleria del mese scorso ha causato due morti, il 3 novembre del 2018 l’esondazione a Casteldaccia del fiume Milicia travolse e uccise 9 persone. E come non ricordare le 37 vittime dell’alluvione dell'ottobre del 2009 a Giampilieri nel Messinese. Secondo il rapporto CittàClima di Legambiente, che ha censito gli eventi estremi tra il 2010 e il 2020, la Sicilia ha tre città tra le 15 più colpite. La prima è Agrigento, che è terza in Italia dietro Roma e Bari, con 31 eventi, tra cui l'esondazione dell'Akragas. Segue Palermo con 13 eventi e Catania, con 8 eventi.