Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/10/2021 06:00:00

Castelvetrano e quella vasca nel Parco delle Rimembranze

 Ecco com’è ridotta la vasca del parco delle Rimembranze a Castelvetrano.

Un dito d’acqua piovana piena d’immondizia, ma anche il bordo danneggiato. E ogni volta è la stessa storia: tutti a dire che è una vergogna, che ci vorrebbe un custode, le videocamere, i carabinieri in giro per i viali.  

Che poi, non è solo la vasca. E’ il decoro in generale, i bagni perennemente chiusi, le bottiglie di birra abbandonate ovunque.

Viene da chiedersi però se il parco non sia frequentato a causa del degrado, o se il degrado sia la diretta conseguenza della mancata frequentazione. Quante volte si è detto che un posto desertificato diventa preda dei vandali?

 

E’ difficile stabilire il momento preciso in cui la gente ha perso l’abitudine della passeggiata tra gli alberi; i bambini che si rincorrono, i nonni che giocano a bocce…

Ma la storia “recente” di questa vasca ha attraversato tre diverse amministrazioni comunali ed una commissione straordinaria. Nessuno è mai riuscito a difenderla dal degrado.

 

Prima del 2010, aveva cominciato a sprofondare. I pesci rossi (sì, un tempo c’erano anche quelli) nuotavano soltanto in una metà, perché dall’altro lato la vasca si era abbassata così tanto che l’acqua veniva fuori.

Così, tra novembre e dicembre del 2010, l’amministrazione Pompeo approvò un progetto, autorizzando un mutuo di 500.000 euro per una riqualificazione generale del parco, che comprendeva anche il “raddrizzamento” della vasca.

I lavori furono completati nel 2014, con la giunta Errante. Vasca raddrizzata, bagni pubblici, stand per il mercato degli agricoltori. Perfino la promessa di rimettere “i pesciolini rossi per la gioia dei bambini”.  Anche se i bambini non glieli portava più nessuno da almeno cinque anni.

 

Nel settembre del 2019, il sindaco Alfano si ritrova con la vasca piena di acqua putrida e di rifiuti.  Mentre i bagni pubblici vengono devastati dai vandali.

E allora, per fornire “un dignitoso decoro alla città”, si sono spesi più di 4.000 euro per i lavori di ripristino.

Oggi, dopo un’ulteriore bonifica avvenuta nel 2020, la vasca è stata svuotata. O meglio, è stata chiusa l’acqua, ma qualcuno evidentemente ha provveduto a mantenere viva la decennale tradizione del lancio dei rifiuti al suo interno.

 

Ma il degrado è diffuso, non riguarda soltanto la vasca o i bagni. Certo, tanti anni fa c’era il custode. E anche diversi precari addetti al verde pubblico, che però hanno fatto carriera e oggi si occupano d’altro. E chi la fa la pulizia ordinaria? Si potrebbero utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza? Forse.

Il guaio è che non si capisce più quale sia diventata l’utenza. Di chi è oggi il parco? Chi lo abitava durante il lockdown? Perché oggi, lungo il marciapiede che lo costeggia, ci sono i cassonetti per il vetro? E perché la mattina ci sono decine di bottiglie di birra sparse dappertutto? “Non vogliono neanche mettere le bottiglie svuotate dentro i contenitori messi lì allo scopo – dice con amarezza Irene Barresi, ex assessore della giunta Alfano ed attivista ambientale -  Qui le difficoltà nella gestione del servizio di pulizia sono relative. Si ha davvero l’impressione che ci sia un’atavica mancanza di rispetto per le aree comuni. Un situazione diffusa purtroppo in tantissime zone del sud Italia”.

 

E come succede sempre, tutti hanno le loro idee per la soluzione del problema, che però cozzano con la mancanza di personale, la situazione di dissesto finanziario, il blocco delle assunzioni…

Forse, più di ogni altra cosa, ci vorrebbe di nuovo la voglia di fare due passi in mezzo agli alberi. O almeno ricordarsi quando e perché questa voglia sia sparita.

 

Egidio Morici