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06/11/2021 06:00:00

Casa “scippata” a Marsala. Verso il lieto fine. Ma quanta illegalità per gli alloggi popolari

Si va verso il lieto fine nella vicenda della casa "scippata" in Via Istria a Marsala. Si tratta di un caso che, da Tp24, è finita nelle cronache nazionali, con una giovane che, alla morte del padre, si è vista degli estranei in casa che le hanno occupato l'alloggio popolare abusivamente.

La famiglia che occupa l'abitazione ha chiesto un incontro alla famiglia della giovane, presso lo studio del legale di quest'ultima, l'avvocato Diego Tranchida, per trovare un'intesa per liberare l'appartamento.

Per domenica un gruppo di cittadini guidati da Libera aveva in programma, in occasione dell'anniversario dell'omicidio del sindacalista marsalese Vito Pipitone, di organizzare proprio un sit-in davanti la casa. 

 

Il clamore suscitato dalla vicenda  ha spinto a più miti consigli gli occupanti. E pensare che secondo il Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, non si poteva fare nulla. Grillo stesso, ha commentato il lieto fine in questo modo.

 

 

 

In questi giorni, però, si è aperto il vaso di pandora, perchè in città ci sono molti casi simili a quello che abbiamo raccontato su Tp24. Case occupate abusivamente nottetempo, gli abusivi ricevono l’ordine di sgombero, ma non viene mai eseguito. Spesso perchè gli stessi abusivi sono famiglie con bambini piccoli che non possono essere buttati in mezzo alla strada. Nel frattempo ci sono molte altre famiglie in graduatoria, che avrebbero diritto di un alloggio popolare, ma aspettano per anni.


La casa “scippata” in via Istria
La storia l’avevamo già raccontata mesi fa su Tp24. Una ragazza, Valeria di 18 anni, vive da sola in una casa popolare del quartiere di via Istria. E’ orfana di entrambi i genitori, il padre muore a settembre 2020. Vivono lì da tanti anni. La notte di Capodanno Valeria va dalla sorella per il cenone, al ritorno trova la porta forzata, la serratura cambiata e un’altra famiglia dentro casa sua. Dentro è rimasto tutto, gli effetti personali, i ricordi di una vita, le cose del padre. Denuncia tutto e dopo pochi giorni il Comune di Marsala emette un ordine di sgombero per cacciare gli abusivi: devono lasciare casa entro 15 giorni. Ma non succede nulla, gli abusivi, una famiglia con un bambino piccolo, non si schiodano.

Il servizio su Rete 4.
Qualche giorno fa il servizio di Fuori dal Coro, programma di Mario Giordano su Rete 4.Nel servizio viene raccontata la storia, l'intervista alla ragazza e alle due sorelle che in questi mesi la stanno ospitando. L'inviato bussa alla porta della casa occupata e gli abusivi scappano via. In mezzo le dichiarazioni che non danno risposte alle vittime di questo sopruso: "Voglio solo tornare nella mia casa". Quella dello Iacp: "è compito del Comune fare lo sgombero". Poi il giornalista e le tre sorelle vanno al Comune di Marsala, che a gennaio aveva emesso un ordine di sgombero entro 15 giorni. Sgombero mai attuato. Il sindaco Massimo Grillo davanti alle telecamere risponde in maniera disarmante: "Non è mai stato fatto uno sgombero forzato a Marsala". Come a dire che non sarà certamente lui a cominciare. E poi: "Dovrei andare indietro e cominciare cronologicamente". Parole che deludono le vittime dello scippo: "Abbiamo fatto denunce su denunce, e non abbiamo avuto risposta da nessuno. Loro, gli abusivi, vengono tutelati e noi no".

 

 

 

 

Le precisazioni del sindaco Grillo
E’ stata molto criticata in città la risposta del sindaco Massimo Grillo davanti alle telecamere. Il primo cittadino che in tv dice che non può farci nulla perchè ci sono tante altre case da sgomberare e perchè non si fanno gli sgomberi da anni nasconde un messaggio da liberi tutti. La pezza, poi, è stata peggio del buco. Il sindaco il giorno dopo ha tentato di precisare alcuni aspetti, pubblicando un video più lungo ma non meno soddisfacente per le vittime di questa ingiustizia. E questo post, in cui dà la responsabilità alle amministrazioni precedenti che non hanno mai fatto gli sgomberi, in cui dice che era a conoscenza della situazione, e che non può fare delle disparità non andando in ordine cronologico con gli sgomberi.

 

 

 

 

La punta dell’Iceberg
Il caso di Valeria è la punta dell’iceberg, affiorata sulla stampa, ma fa emergere un problema che si presenta in ogni città, in ogni rione popolare.
Via Istria, come Amabilina e Sappusi a Marsala. Mazara Due a Mazara, Cappuccinelli, San Giuliano, Fontanelle, a Trapani, Belvedere a Castelvetrano. Quartieri popolari che si autoregolano, anche per abitazioni popolari. Qui le case occupate abusivamente sono tante, parecchie, e i comuni non sanno neanche quantificare. Non sanno neanche quanti sono i residenti nei quartieri popolari, tanta è la quota di “invisibili” abusivi.
In questi giorni sono arrivate diverse segnalazioni di casi simili a quello di Valeria e della casa “scippata” in via Istria. Come la storia di Danilo e della sua compagna, con quattro figli, di cui una disabile, che dopo anni hanno avuto assegnata una casa, ma al momento di entrare se la sono vista occupata abusivamente. “Abbiamo usato tutte le armi a nostra disposizione, stampa, prefetto, procura, forze dell'ordine. Ci siamo anche incatenati davanti al comune e dopo diverse denunce e 3 mesi di battaglie ci hanno dato una nuova casa”. Questo succede a Belvedere, quartiere di Castelvetrano. Ma tanti altri alloggi popolari sono occupati abusivamente. E in tutte le segnalazioni emerge quello che è più di un sospetto, cioè che ci sia un sistema che si basa (per essere benpensanti) sulla “distrazione” degli uffici preposti. C’è chi racconta di una sorta di mercato nero delle abitazioni, con l’assegnatario o talvolta l’abusivo stesso che lascia casa in favore di un altro abusivo dietro pagamento di una somma di denaro. O ancora una sorta di scambio di informazioni (dentro e fuori i comuni) sulle case che si stanno per liberare per poi consentire agli abusivi di occuparle.

 

 

L’intervento dell’Iacp
Il caso di Valeria, dicevamo, ha fatto emergere il problema.
Riccardo Novacco, presidente di Federcasa, l’associazione nazionale che riunisce tutti gli Iacp e le aziende di edilizia residenziale pubblica, assieme al vicepresidente Angelo Sala, hanno incontrato il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, nei giorni scorsi per discutere delle questioni legate alla sicurezza e ai fenomeni di illegalità che investono i quartieri popolari.
Scopo dell’incontro è stato, in particolare, verificare le possibili misure che le Istituzioni possono mettere in atto per promuovere e ristabilire la legalità e la convivenza civile nei quartieri di edilizia residenziale pubblica sociale, anche attraverso il ruolo guida che gli Enti possono assumere nella riqualificazione e nel risanamento delle aree periferiche.
Tra i temi sottoposti all’attenzione del Ministro è stata evidenziata in particolare la questione delle occupazioni abusive, delle criticità delle procedure di rilascio degli alloggi, approfondendo gli strumenti di collaborazione istituzionale e tecnica fra organi dello Stato e amministrazioni degli enti territoriali. A tal proposito, il Ministro si è manifestato interessato ad approfondire, tra l’altro, la messa a punto e la diffusione dei “Protocolli e piani operativi per la prevenzione ed il contrasto alle occupazioni abusive”, strumento diffuso, anche se non generalizzato, presso gli Enti associati.
“La questione delle occupazioni abusive è di una certa evidente centralità – commenta il presidente Iacp di Trapani l’avvocato Vincenzo Scontrino – da un lato lede diritti precisi degli aventi diritto collocati nelle rispettive graduatorie comunali e che rispettosi della norma hanno partecipato ai bandi pubblici di assegnazione, dall’altro lato arreca un danno economico agli enti gestori che di fatto vedono negato il diritto a introitare i canoni di locazione, non potendo stipulare alcun contratto di locazione, per l’occupazione abusiva l’ente può chiedere una irrisoria indennità di occupazione ma che nella quasi totalità dei casi viene pure inevasa”,
“Ben venga – prosegue Scontrino – l’iniziativa annunciata dal Ministro Lamorgese, è necessaria l’adozione di provvedimenti precisi sulle competenze e per ripristinare la legalità, per colpire chi si sottrae all’adozione di quelle misura che sono previste dalla norma, come il divieto assoluto agli enti erogatori di servizi pubblici a rete, di procedere agli allacci a favore di utenze che risultano occupare alloggi senza alcun titolo, tali sono le occupazioni abusive”.


“E’ di questi giorni la ribalta nazionale offerta a un caso che riguarda la città di Marsala – sottolinea il presidente Iacp – dove l’occupazione abusiva non ha riguardato un alloggio popolare libero come solitamente avviene ma che era regolarmente assegnato ed abitato. Riteniamo che ci siano state inerzie che non dovevano esserci, noi come ente abbiamo proceduto a denunciare l’occupazione abusiva così come ha fatto la titolare dell’alloggio”.
Sugli aspetti relativi alla sicurezza dei rioni popolari un ruolo lo Iacp di Trapani lo ha assunto da qualche tempo attraverso la riqualificazioni dei contenitori edilizia. “Stiamo lavorando e continueremo a farlo – spiega l’avv. Scontrino – attraverso una serie di progettazioni finanziate dalla Regione e che derivano anche dai Piano Operativi Fesr (fondi europei), restituendo dignità abitativa pensiamo che si può ridurre l’incidenza di presenze di soggetti appartenenti alla criminalità di ogni forma. Ci apprestiamo anche come Iacp in coincidenza della prossima celebrazione del centenario della fondazione, a ricercare forme di più stretta collaborazione con gli abitanti dei rioni, perché loro per primi possano agire a tutela del territorio dove vivono, sapendo che l’ente è sempre pronto a sostenere le iniziative che occorrono per la difesa della legalità e la tutela dell’ambiente”.