Un’impresa che a Messina e provincia aveva il monopolio per i lavori di sistemazione delle strade, e così che il dopo incidenti diventava una grande affare di famiglia. E’ una storia di corruzione che lascia senza parole quella scoperta dalla compagnia dei carabinieri di Taormina.
Gli arrestati - A finire in manette il comandante della polizia metropolitana di Messina, Antonino Triolo, cui non bastava la macchinetta del caffè, il telefonino, o i mobili per l’ufficio, adesso voleva l’assunzione della figlia per continuare a favorire l’impresa che da anni riparava le strade della provincia dopo gli incidenti. «Nino gliel’aveva promesso», così parlava il comandante della Municipale di Letojanni, Alessandro Molteni, che conosceva bene “Nino”, l’imprenditore Antonino Navarria, amministratore della “Sos strade srl”. Molteni aveva già sistemato la figlia Elisa, un suo ispettore — Santo Triglia — aveva piazzato la moglie, Gaetana Cardile: le due donne erano socie della “El.ta.”, la società che si occupava del recupero dei crediti assicurativi per conto della “Sos strade”. Sono stati tutti arrestati per corruzione. I comandanti dell’ex polizia provinciale, i suoi due colleghi di Letojanni, l’imprenditore e le due donne.
Altro imprenditore arrestato e un dipendente comunale indagato – I carabinieri di Taormina hanno arrestato anche un altro imprenditore, Andrea Lo Conti, titolare della “La car”, ditta satellite della “Sos strade”. A quest’ultimo il comandante Molteni assegnava illegittimamente il servizio di rimozione auto. Un dipendente del Comune di Santa Teresa Riva, ha comunicato notizie riservate al titolare della “Sos strade”, per fargli aggiudicare i lavori stradali in quel Comune e anche lui pretendeva l’assunzione del figlio. Ora si ritrova indagato.
Sistema collaudato da anni - Per i magistrati della Procura di Messina guidata da Maurizio De Lucia: «Era un collaudato sistema di corruzione». «Il contenuto delle conversazioni intercettate consente di affermare la sussistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso e frode assicurativa, in cui i pubblici funzionari hanno piegato la funzione pubblica svolta alle esigenze imprenditoriali e di profitto del Navarria per un tornaconto personale. Nel loro agire, gli associati avevano un comune modus operandi», scrive il gip Maria Militello nell’ordinanza. Quando negli incidenti mancava un responsabile e non poteva essere attivata un’agenzia assicurativa, gli indagati si inventavano un veicolo responsabile, a cui poi chiedere i danni. Per questo la procura contesta anche l’accusa di falso.
Un sistema che sarebbe andato avanti da diversi anni. Il tutto è saltato quando una fonte confidenziale che lavora al Comune di Letojanni ha raccontato tutto ai carabinieri. Le intercettazioni poi hanno confermato tutto. Il comandante Triolo continuava a favorire la “Sos strade”, nonostante la convenzione con il Comune fosse scaduta da tre anni. Ad un certo punto i vigili di Patti chiamano un’altra ditta, l’imprenditore Navarria ne viene a conoscenza e chiama subito Triolo che effettua qualche telefonata sistemando e facendo adeguare i vigili di Patti ai nuovi ordini. messo nei guai anche la “ Per i giudici che hanno sequestrato la “Sos strade”, la ditta è stata “asservita in modo durevole alla commissione di attività illecite”.