Sarà l'ultimo Natale da governatore per la Sicilia per Nello Musumeci. Il presidente della Regione aspira alla ricandidatura, ma deve superare diversi ostacoli all'interno del centrodestra, che sembra più che mai vicino ad una spaccatura. Dalla parte opposta, Claudio Fava si rompe gli indugi e annuncia la candidatura per il centrosinistra. Mentre da più parti viene fatto il nome del fratello di Gianfranco Miccichè, Gaetano, come possibile candidato dei moderati di centro. Mettiamo ordine.
Il centrodestra siciliano, innanzitutto, ha difficoltà a riunirsi. Questo perchè non si capisce esattamente chi e a che titolo debba fare parte del tavolo che dovrebbe decidere quanto meno se confermare o meno Musumeci come candidato e riproporlo al giudizio degli elettori. Le resistenze sul nome di Musumeci sono tante, da parte della coalizione, soprattutto per il modo poco collegiale con cui ha gestito le nomine e l'emergenza Covid. Il governatore pensa di candidarsi comunque, magari con la benedizione di Giorgia Meloni, alla quale ha promesso in sposa la sua formazione politica, Diventerà Bellissima. Era stato convocato un primo tavolo "natalizio", ma è saltato, perchè alcune sigle sono rimaste fuori e hanno protestato. Quindi si rifarà tutto, a Gennaio.
Avanza la candidatura di Gaetano Miccichè, 71 anni, manager di Intesa San Paolo e fratello di Gianfranco, presidente dell'Ars. Sarebbe una candidatura di centro, che pesca a sinistra e a destra, in grado di destabilizzare le coalizioni tradizionali, tant'è che più di uno lo definisce il "Draghi di Sicilia". L'edizione siciliana di Repubblica, domenica, dava la candidatura di Micciché per certa, con la regia del presidente dell'Ars.:
"Ci sono due ostacoli sul cammino: le condizioni poste da Gaetano Miccichè ai suoi sostenitori. La prima: il sostegno compatto di tutta la coalizione di centrodestra a una candidatura fuori dagli schemi, da classico “ papa straniero”, che non ammetterebbe competizioni interne, tantomeno riti dell’ortodossia politica come le primarie. E su questo fronte il fatello politico ritiene di avere carte da giocare. «Né Meloni né Salvini si opporrebbero a una soluzione di così alto profilo», va ripetendo Gianfranco Miccichè agli uomini di partito più vicini. Ammesso che sia così facile raggiungere l’obiettivo, la seconda condizione posta da Gaetano è ancora più complicata della prima. Convincere cioè l’attuale governatore uscente a farsi da parte. Ad accettare cioè di chiudere qui la sua partita, non entusiasmante invero, nemmeno per gli alleati che hanno dovuto sostenerlo non senza qualche malcelata insofferenza. Quegli stessi alleati starebbero lavorando al fine di “ confezionare” un epilogo in qualche modo onorevole, quale sarebbe un seggio senatoriale blindato".
Miccichè ha smentito categoricamente: "Non ho mai preso minimamente in considerazione un possibile impegno nel campo della politica, nel pieno rispetto che porto nei confronti delle istituzioni".
"La candidatura di Gaetano Miccichè non esiste, da parte mia è un sogno. Mai nessuno gliel'ha chiesto formalmente e mai ha dato risposta formale quindi. Per me continua a essere un sogno, ogni tanto ne parliamo. Da parte sua nessuna disponibilità fino ad oggi anche perché nessuno glielo ha mai chiesto. E' una cosa immaginaria".
Così il leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, ai cronisti che gli hanno chiesto un commento sull'ipotesi che il manager di Intesa Gaetano Miccichè possa essere il candidato governatore in Sicilia.
Con un breve videomessaggio sulla sua pagina Facebook, Claudio Fava, attualmente presidente della Commissione regionale antimafia, ha annunciato che si candiderà il prossimo anno a presidente della Regione Siciliana: «Non giro attorno alle parole, mi candido, attraverso le primarie, se ci saranno. Mi candido per rappresentare le forze politiche democratiche e le esperienze di civismo che abbiamo conosciuto in questi anni». Fava aveva corso per la presidenza della Regione nel novembre 2017.
Tornando al centrodestra, invece, interviene l'assessore Marco Falcone. “In un momento così particolare per la Sicilia, alla vigilia dell’approvazione degli strumenti finanziari e di un 2022 che sarà denso di scadenze cruciali, per il centrodestra che guida la Regione deve suonare l’ora della responsabilità, senza eccezioni e distinguo. Le emergenze attuali impongono a tutta la coalizione di mettersi al servizio dei cittadini ritrovando le ragioni dello stare assieme, nell’interesse superiore della Sicilia e dei siciliani. Altrimenti, volenti o nolenti, gli elettori ce ne chiederanno conto”.
“Da una parte, infatti, siamo consapevoli di alcune diversità di vedute, anche profonde, di cui occorre discutere. Dall’altra però - sottolinea Falcone - le polemiche e le prese di posizione, non solo non servono alla Sicilia, ma rischiano di favorire chi gioca nella metà campo avversa”.
“Ecco perché, come già avviene da mesi a Roma, anche a Palermo serve un’assunzione di responsabilità in capo a tutti. Del resto - conclude Marco Falcone - non c’è governo della Regione senza partiti e non ci sono partiti credibili senza una coalizione di centrodestra salda e vincente”.