Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
24/12/2021 13:11:00

Mafia, appalti e formazione regionale: il maxi sequestro per Perricone ad Alcamo

 E' l'ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, 66 anni, il soggetto che ha subito oggi un pesante sequestro di beni da parte della Dia e della Finanza. Il nome non è stato reso pubblico dagli inquirenti, ma si arriva a Perricone consultando gli archivi di Tp24. Perricone ha costruito una fortuna nel settore degli appalti pubblici e della formazione professionale.Recentemente è finito sotto processo per un caso  corruzione nell’ambito della formazione professionale.

In totale sono stati sequestrati beni per 2 milioni e mezzo: sei aziende operanti nel settore della formazione professionale, edile e del commercio; il 50% delle quote di una società immobiliare; 4 immobili e 6 rapporti finanziari. Secondo le indagini, alle quali hanno contributo alcuni collaboratori di giustizia, Perricone sarebbe ritenuto pericoloso e appartenente a un’associazione di tipo mafioso che avrebbe conseguito illeciti profitti derivanti da finanziamenti pubblici previsti anche in favore della formazione professionale. Nel maggio del 2016, l'imprenditore è stato arrestato e poi rinviato a giudizio. Gli investigatori hanno ricostruito alcune aggiudicazioni pubbliche a seguito delle quali doveva essere versato alla famiglia mafiosa il 2 per cento rispetto al prezzo corrisposto dall’ente pubblico.

Perricone si era candidato alle Regionali del 2012 nella lista del Megafono di Rosario Crocetta.

Stando alle parole dell'ex capomafia della città, e oggi collaboratore di giustizia, Giuseppe Ferro, nel 1989 Perricone - che è nipote di Antonio Messana, cognato di Ferro coinvolto nella strage dei Georgofili - si sarebbe presentato a casa del capomafia per cercare protezione, dopo dissidi interni al Psi in occasione delle elezioni comunali. «Perricone viene a cercare me, ha capito? - racconta Ferro ai magistrati nel 2014 -. Quando fanno le elezioni questi hanno questa questione. Allora Perricone si spaventa, quello che penso io, si spaventa di questa cosa...»
In cambio di un occhio di riguardo, Messana assicura che Perricone sarà un imprenditore «a disposizione». Che, nel gergo mafioso, significa che si sarebbe potuto disporre di lui per arrivare all'interno delle pubbliche amministrazioni. A partire proprio dal Comune di Alcamo, dove già nel '91 Perricone è assessore. «Vedi se gli puoi dare una mano nel lavoro, si fanno i fatti loro, quando hai bisogno lo puoi chiamare, mio nipote è qua a disposizione», avrebbe detto Messana al cognato. La disponibilità di Perricone è confermata da Ferro in un verbale dell'aprile 2014: «Un c’era problema pi lu Comuni con Perricone, tuttu chiddu chi sirvia, se era una cosa fattibile, la faceva senza problema», dichiara il pentito.