Il maltempo di questo autunno, i danni e i crolli dovuti alla manutenzione inesistente e la tragedia di Ravanusa, che ha sconvolto non solo il piccolo paese dell'agrigentino ma l'intera Sicilia e l'Italia, rientrano tra i fatti del 2021. Ecco il loro racconto su tp24:
Pioggia torrenziale, frane, strade allagate, scuole chiuse in alcuni Comuni. E purtroppo anche l'ennesima vittima. La Sicilia è nell'incubo maltempo. E in particolare è incubo trombe d'aria. Ben 14 vortici si sono registrati in un giorno in Sicilia. Scene da film, ma del tutto reali.
Ed è impressionante il cammino dei tornado, su tutto il versante sud-occidentale dell'isola. Il grafico in basso è stato elaborato da Federico Pavan e dalla pagina Facebook "Tornado Italia", gestita da un gruppo di studenti universitari appassionati di neteorologia ed eventi estremi.
A Modica un uomo è morto. Pino Ricca, commerciante, stava uscendo da casa per andare al lavoro, presso il suo bar-tabacchi, il Caffè Orientale di via Vittorio Veneto, a Modica bassa. Erano da poco passate le sei, ieri mattina. C'era stata un forte grandinata. Pino è uscito da casa e subito è arrivato il tornado, che lo ha dapprima sbattuto contro l’auto parcheggiata e poi contro il cancello. È morto sul colpo a 53 anni. Oggi a Modica. sarà lutto cittadino. Ci sono state anche due persone ferite a Modica, entrambi di 70 anni, un uomo e una donna. Un albero sradicato dalla forza indemoniata della tromba d'aria ha investito la loro abitazione, in contrada Sant’Angelo. I due sono finiti in ospedale.
A Termini Imerese, nel Palermitano, si contano i danni del nubifragio che ha arrecato danni a edifici e capannoni industriali nella zona a valle, che in alcuni punti è posizionata a una quota sotto il livello del mare. La sindaca della città, che ha chiesto alla Regione lo stato di calamità, oggi ha chiuso le scuole, come hanno fatto altri sindaci in varie province.
La pioggia non ha risparmiato le Eolie, dove ai disagi per le strade allagate di Lipari, si riscontrano anche le difficoltà di attracco degli aliscafi a causa del vento di Scirocco. Il maltempo ha reso torbide le acque degli invasi e così sia l'Amap che Siciliacque hanno annunciato le chiusure dei potabilizzatori del Poma e del Fanaco, con conseguente calo nell'erogazione in alcuni comuni del Nisseno, della fascia costiera del Palermitano e nello stesso capoluogo siciliano.
A Case Bianche, nel Siracusano. Il Fiume Anapo è straripato improvvisamente e la furia delle acque ha travolto un'automobile alla cui guida c'era una signora in preda al panico. I Volontari dell'AVCS di Siracusa, che erano sui luoghi non hanno esitato un attimo e hanno soccorso la donna, promettendole di riporta a casa. Un masso è caduto a Belmonte Mezzagno su una via trafficata, per fortuna senza conseguenze. Nel Comune alle porte di Palermo c'era stata già una frana che ha bloccato la strada d'accesso al paese.
A Catania e in provincia, sono state dozzine le richieste d'intervento inoltrate ai vigili del fuoco. Richieste di soccorso anche a Siracusa, mentre l'Outlet Sicily Village, centro commerciale dell'Ennese, rimarrà chiuso oggi per decisione della sindaca di Agira, Maria Greco. Per tutta la notte nella provincia di Enna ha piovuto e le acque hanno allagato terreni agricolo. Divelte recinzioni e strade interpoderali inaccessibili. L'asfalto è crollato nella strada provinciale sulla Caccamo-Montemaggiore Belsito. Lo comunica il sindaco di Nicasio Di Cola. Chicchi di grandine da 3 centimetri di diametro hanno ricoperto le strade di Niscemi dove sono andati distrutti anche diversi campi di carciofi.
Nel comune in provincia di Caltanissetta si contano i danni dovuti all'eccezionale ondata di maltempo che ha causato anche il crollo di un muro sulla Sp11, la strada che da Niscemi porta a Vittoria.
"Grazie all'intervento della Protezione Civile e dell'Ufficio Tecnico - ha detto il sindaco Massimiliano Conti - abbiamo messo nuovamente in sicurezza la strada. Per fortuna, nonostante la terribile grandinata, non ci sono stati feriti, visto che si è verificata tra le 22.30 e le 23 ma ho sentito gli agricoltori che mi hanno parlato di campi di carciofi totalmente distrutti".
Il ponte Bartolomeo sulla statale 187 è crollato a Castellammare del Golfo, il fiume Sossio è esondato a Marsala per la seconda volta a distanza di un mese, allagando case e terreni, e poi alberi e cartelloni stradali divelti.
Al lungomare Boeo, sempre a Marsala, a causa delle forti mareggiate, si è verificato un preoccupante cedimento sul marciapiede di fronte al Museo Baglio Anselmi, mentre preoccupa il livello della portata d'acqua della diga Garcia e del Fiume Belice che sono a rischio esondazioni. Queste alcune delle emergenze in provincia. Nel resto dell'Isola la situazione per tutta la giornata di ieri è stata drammatica, con voli diretti a Palermo dirottati a Catania, frane, smottamenti e l'esondazione di due fiumi nell'Agrigentino che hanno costretto all'evacuazione di un albergo.
Il ponte San Bartolomeo crollato a Castellammare - Un ponte è crollato nella notte tra venerdì e sabato lungo la strada statale 187 che collega Alcamo a Castellammare del Golfo. Si tratta del viadotto al km 42 +05. Fortunatamente non ci sono stati feriti. E' il caso di dirlo, si tratta di una tragedia scampata, visto che un uomo con la sua auto stava transitando al momento del crollo e fortunatamente ha arrestato la sua corsa appena in tempo. I vigili del fuoco sono stati impegnati per tutta la notte nelle operazioni di messa in sicurezza dell'area circostante al crollo e sono terminate alle ore 8:30 del mattino
La manutenzione di strade e ponti che non c'è - Per l'ennesima volta in Sicilia ma anche a livello nazionale, il crollo del ponte San Bartolomeo ci porta a fare delle considerazioni sulla sicurezza delle nostre strade e in genere delle infrastrutture pubbliche. Il Ponte Morandi di Genova, il cui crollo il 14 agosto del 2018 causò 43 morti, fu considerato come monito sia per il governo centrale che per le regioni italiane e le società di gestione di strade e autostrade. Da quel giorno, con i morti ancora caldi, che gridavano giustizia, sono stati promessi controlli severi e interventi di manutenzione straordinaria, ma di risultati a distanza di anni non se ne sono visti, e proprio strade, ponti e viadotti autostradali e non, nella maggior parte dei casi necessitano di interventi di messa in sicurezza e di accurati controlli alla loro conformazione strutturale. Il perché del crollo del ponte San Bartolomeo lo diranno i tecnici dopo analisi accurate, ma al momento il solo il maltempo non dovrebbe essere la sola causa del cedimento del pilone che ha portato al crollo.
A Marsala l'esondazione del fiume Sossio - Il fiume Sossio è nuovamente esondato. Ormai ad ogni piena, il Sossio che non ha una foce unica, superata la via Mazara vecchia agisce come un delta, con l'acqua che si espande a chilometri di distanza dallo sbocco a mare. Ancora una volta tanti danni per terreni e abitazioni, anche le più distanti dal corso del fiume. La gente è stanca. "Non è mai successo di subire allagamenti così nel giro di poche settimane. Sta piovendo tanto ma non c'è una manutenzione adeguata del fiume. Il canale di sfogo del fiume è troppo piccolo e la piena diventa devastante", dicono i residenti. Ci sono abitazioni, a centinaia di metri dallo sbocco a mare che hanno fino a mezzo metro d'acqua dentro. E il lungomare Mediterraneo non è percorribile a causa delle mareggiate e per la presenza delle alghe sull'asfalto.
Marsala, lungomare Spagnola allagato - Nel versante Nord della città, il lungomare Spagnola è rimasto completamente allagato, recando notevoli difficoltà per chi in auto ha cercato di percorrerlo per rientrare a casa. Qui il video di una cittadina che ha pubblicato sul suo profilo Facebook il complicato tentativo di tornare a casa.
«Ancora una volta, nel giro di pochi giorni, registriamo una vittima e diversi feriti, oltre a danni enormi, a causa di ben due trombe d’aria che si sono abbattute sul versante sudorientale dell’Isola. Il mio cordoglio, e quello della giunta regionale, ai familiari dell’uomo investito in pieno dalla furia del tornado a Modica, e all’intera comunità del ragusano, dove più violenta è stata la furia del vento, assieme al territorio di Comiso. Il maltempo, che sin da ieri ha interessato tutta la Sicilia, ha avuto pesantissime ricadute sulle coltivazioni, su edifici e strade di quasi tutte le province. Come più volte abbiamo ribadito, gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e vanno affrontati su un duplice piano: con interventi di contrasto al dissesto idrogeologico - azioni che attuiamo con l’impegno di tutte le risorse finanziarie disponibili sin dal 2018 - e con provvedimenti del governo nazionale che, da straordinari, devono diventare ordinari, al pari della non più eccezionale cadenza di questi eventi». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci
Il maltempo o uno smottamento del terreno potrebbero essere le cause che hanno determinato la rottura del tubo del gas e la conseguente esplosione di Ravanusa. Nei giorni scorsi però sembra che sia stata segnalata la presenza di gas.
Chi sono le vittime - Nella palazzina di quattro piani distrutta dall’esplosione c'erano 9 componenti dello stesso nucleo familiare. Le vittime accertate dell’esplosione di Ravanusa sono Pietro Carmina, Enza Zagarrio e Calogera Gioachina Minacori.Nella palazzina principale, in piani diversi, c'erano un'anziana donna e i tre fratelli con le rispettive mogli. In uno degli appartamenti si trovavano anche il nipote della donna e la moglie incinta di 9 mesi che erano andati a far visita ai genitori. Nella palazzina attigua, pure crollata, c'era una coppia, lei assistente sociale, lui professore, entrambi dispersi. I componenti della famiglia che abitava nella palazzina crollata. Al primo piano viveva Rosa Carmina, trovata viva tra le macerie. Al secondo piano c'era la cognata, Giuseppa Montana, anche lei sopravvissuta. Al terzo erano in quattro: Angelo Carmina che risulta disperso, la moglie Enza Zagarrio che è morta, la nuora Selene Pagliarello incinta di nove mesi e il marito Giuseppe Carmina, figlio della coppia. Al quarto piano c'erano Calogero Carmina, la moglie Liliana Minacori, e il figlio Giuseppe. Liliana Minacori, il marito e il figlio, Calogero e Giuseppe Carmina. Nell’altra palazzina crollata c'erano Pietro Carmina e Carmela Scibetta.
Due donne, dello stesso nucleo familiare, si sono invece salvate: sono Rosa Carmina, un’anziana di 80 anni, portata all’ospedale di Licata con gravi fratture, e la cognata Giuseppa Montana, che i soccorritori sono riusciti a rintracciare dallo squillo del cellulare e che è stata trasportata ad Agrigento. I vigili del fuoco scavano da ore con le mani evitando di usare mezzi meccanici nella speranza che qualcun altro sia ancora vivo. Purtroppo, però, dopo quelli delle due donne, hanno trovato ancora una persona morta.
Scenario di guerra o di terremoto - "Una devastazione totale su una superficie molto molto estesa, uno scenario insolito perché generalmente i danni da esplosione da gas sono più contenuti”. Così il responsabile della comunicazione dei Vigili del Fuoco Luca Cari descrive lo scenario che si è presentato ai pompieri a Ravanusa dopo l’esplosione che ha devastato diverse palazzine.
Il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento Vittorio Stingo. “Quello che abbiamo davanti – ha aggiunto – è uno scenario da terremoto: in cui crollano sette palazzine, più o meno in contemporanea. Un crollo che non lascia spazio a vie di fuga e che è stato seguito immediatamente da un incendio che è rimasto attivo per ore nella notte. Siao riusciti a chiudere il gas soltanto alle due del mattino, quando abbiamo trovato la prima persona salva”.
Trovati assieme i due sposini che aspettavano un bambino - Sono stati trovati assieme i quattro corpi rinvenuti dai vigili del fuoco in quello che era il terzo piano di una delle palazzine crollate a Ravanusa. Si tratta di Selene Pagliarello, al nono mese di gravidanza, e di suo marito Giuseppe Carmina, che erano andati a trovare i genitori di quest’ultimo, Angelo Carmina e Enza Zagarrio, che abitavano al terzo piano. E’ stata Luna, Labrador in dotazione ai vigili del fuoco, a segnalare la presenza delle vittime trovate stamattina. Il cane, una femmina di sei anni che fa parte dell’Unità cinofila dei vigili del fuoco di Palermo, ha individuato subito un primo corpo, portando sulle tracce degli altri.
L'intervento sulla rete del gas, le indagini - Mentre si continua cercare gli ultimi dispersi, sono tanti i quesiti a cui dare risposta e c'è un'inchiesta per omicidio e disastro colposo che va avanti da parte della Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio. Cinque giorni prima della strage di Ravanusa c’è stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano ma non aveva evidenziato criticità. Lo hanno accertato i carabinieri che ora dovranno acquisire il verbale d’intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo per conto di Italgas e se sia stato compiuto in modo corretto. intervento di manutenzione fatto 5 giorni prima dell’esplosione e che non aveva rivelato criticità. La procura vuole vederci chiaro pure sulla possibilità che ci fossero allacci abusivi. Poco dopo l’esplosione, già ieri mattina, Patronaggio è stato sul luogo delle macerie per un primo sopralluogo ed è stata aperta un’inchiesta per disastro ed omicidio colposo. Per fare chiarezza sulle voci che si rincorrono dal giorno dell’esplosione, i militari stanno, invece, acquisendo a verbale tutte le testimonianze utili.
Le ipotesi su ciò che è accaduto - «Appena finite le ricerche dei dispersi — spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo — scatterà il sequestro dell’area». Molto più ampia dell’isolato collassato. «Verrà fatta un’ampia mappatura dei luoghi», ha annunciato il procuratore. Ma il lavoro, già si sa, sarà lungo e complesso. Ci sono diecimila metri quadrati da controllare, decenni di documentazione da acquisire, amministratori ed ex da sentire, insieme a chi si è occupato di verificare lo stato di quelle condutture. E poi le immagini di tutte le telecamere di sorveglianza della zona da esaminare per capire come abbia camminato il fuoco, da dove sia partito, quale sia stato il vero punto d’origine dell’esplosione. Al momento, ci sono ancora troppe macerie per avere certezze. Si parte da un’ipotesi frutto delle prime verifiche. Sotto quelle palazzine, forse per l’intera giornata di sabato, si è accumulato gas metano nel sottosuolo. Poi un ascensore, la luce accesa in una stanza, o magari una sigaretta, ha fatto da innesco. Così ipotizzavano i tecnici fra le macerie.