Prescritto il reato di calunnia, che gli era stato contestato a seguito della querela di un parente, adesso una donna marsalese torna all’attacco chiedendo alla Procura, attraverso il suo legale, l’avvocato Francesco Vinci, la riapertura delle indagini sulla morte della sorella.
Quest’ultima era deceduta in un hospice privato dopo alcuni giorni dal ricovero, per il quale, però, secondo la donna, l’anziana non aveva espresso il suo consenso. Inizialmente, dopo la sua denuncia (contro ignoti), il primo pm che si occupò del caso aveva addirittura ipotizzato il reato di omicidio colposo. Poi, il collega che gli subentrò chiese e ottenne l’archiviazione.
Ma adesso, anche sulla base di quanto scritto dal pm in un passo della richiesta di archiviazione, l’avvocato Vinci, nella sua richiesta di riapertura indagini, afferma che “appare opportuno offrire nuovi spunti investigativi col deposito delle trascrizioni presenti nel fascicolo” del processo alla sua cliente appena conclusosi. E “tra i tanti spunti, si sollecita l’attenzione sulle deposizioni” di due testi, che, a precisa domanda, hanno confermato il desiderio della defunta di morire a casa.
“Per giurisprudenza ormai costante - continua l’avvocato Francesco Vinci - il P.M. che ha avanzato richiesta (poi accolta dal G.I.P.) di archiviazione, può attivarsi per far proseguire il procedimento tramite richiesta di revoca del decreto o dell’ordinanza di archiviazione, quando si convinca dell’esigenza di nuove investigazioni… un nuovo piano di indagine che può scaturire da una diversa interpretazione degli elementi già acquisiti”.