Autostrada A29 Palermo Mazara del Vallo, per quelli della generazione 60-70 possedere l’auto era uno status symbol. Patente rigorosamente presa al 18° anno + 1 giorno e la prima auto era quasi sempre quella di qualche familiare.
L’auto era la compagna di viaggio e la musica era la colonna sonora di quei momenti.
E dipendeva dai momenti, c’era quando ti andava il rock e c’era quando il soul, il funky, il jazz. Si ascoltava di tutto in quelle maledette cassette Basf C90. Anche la selezione della giusta radio era un momento importante della serata, a RMC-101 ad esempio si ascoltava il Nightfly.
Nell’arco del tempo l’ascolto della musica è cambiato e soprattutto in auto ci sono stati e ci saranno grandi cambiamenti. Con il digitale gli ascolti sono sempre più personali e personalizzati con le app (Spotify, iTunes, Amazon Music) che cercano di indovinare il tuo prossimo ascolto secondo il loro algoritmo.
Ma la musica rimane sempre quella, che ti prende magari mentre ingrani una quarta rilassata perché vuoi goderti il panorama: le saline, un bel tramonto sulle Egadi.
Musica e Viaggi sono un matrimonio indissolubile, inseparabile.
C’è la storia dei nostri anni in quelle note di asfalto come si direbbe citando un Claudio Baglioni d’annata in Strada Facendo oppure nei versi di Lucio Battisti in Sì, viaggiare:
“Quel gran genio del mio amico
Lui saprebbe cosa fare
Lui saprebbe come aggiustare
Con un cacciavite in mano fa miracoli”
Nelle lunghe notti d’estate, le luci dei lampioni tracciavano la direzione del tuo viaggio come un susseguirsi rettilineo di un’unica stella polare.
Tutte le strade diventano una e finisci per dimenticare o le confondi con la luna…
Non c’era un vero motivo per mettersi in viaggio, solo l’esigenza improrogabile di farlo e basta.
Come un cavaliere in sella al suo destriero senza armatura e senza maschera, ogni nota sembrava far pace con l’anima e ogni verso anticipava le emozioni.
Come in Forrest Gump con il sottofondo di “Jackson Browne - Running on empty”, il tuo viaggio era senza fine e senza meta, quasi orgoglioso di quel contachilometri che non finiva mai di girare, stabilivi record su record in un flipper d'annata.
Era la tua anima a farti compagnia, ma a volte, sì, a volte era un piacere che desideravi condividere con l’amico dalle mille avventure, quello dell’ultima birra divisa in due, dai discorsi mai finiti, tanto c’era sempre una nuova notte per riprenderli.
Il sax di John Coltrane, la tromba di Miles Davis, la voce roca di Tom Waits erano il tappeto sul quale le tue e le sue parole si annodavano l’una con l’altra.
E poi c’era quella ragazza appena conosciuta timida e introversa, che arrossiva quando la guardavi, che non beveva quasi mai.
Con lei i viaggi erano vetri appannati da un sentimento crescente e incontrollabile nel silenzio della città che dorme.
E il piccolo gnomo bolognese sussurrava:
“Ma non fermarti voglio ancora baciarti
Chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
Qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
E sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio”
Giancarlo Casano
PS: Queste lettere rappresentano una continuazione della trasmissione Good Morning Vietnam, in onda su RMC-101 il martedì alle 21.30 e co-condotta da me e da Gloria Genna.
Sono un momento di riflessione, un ragionamento con serenità rispetto a quanto trattato in diretta radiofonica.
Spesso le parole taciute diventano più opprimenti di quelle dette e i social non fanno altro che amplificare la solitudine. E' arrivato il momento di concedersi del tempo, di analizzare i fatti,di comprendere gli errori commessi e di porre rimedio.
Perché il tempo è la nostra risorsa più preziosa.
Ascolto consigliato: Donald Fagen - The Nightfly