Dopo i camionisti sono i pescatori delle marinerie italiane a incrociare le braccia a causa del caro carburante. Lo sciopero deciso dall’assemblea dell’Associazione produttori Pesca riunitasi a Civitanova Marche (Macerata), ha visto aderire i rappresentanti dell’80% delle marinerie italiane.
E sono fermi i pescherecci di Mazara del Vallo. In appena un mese il costo del gasolio per fare il pieno ad un peschereccio è passato da 700 euro a 1200 euro. L'incremento è del 70% e un litro di gasolio costa 1,30 euro al litro contro gli 86 centesimi di una settimana fa e i 30-35 centesimi dello scorso anno.
"La situazione è drammatica - dice l'armatore Domenico Asaro di Mazara -. Dopo due anni di pandemia ci si mette il caro gasolio. Con il prezzo oltre un euro c'è un consumo per il carburante di quasi 1800/2000 euro al giorno e con questi numeri non possiamo andare al mare".
"Oltre al problema del caro gasolio ci sono altri problemi - dice un altro armatore -. Non siamo più concorrenti con gli altri paesi rivieraschi. In Tunisia si costruiscono nuovi pescherecchi, da noi non se ne realizzano da oltre 30 anni. In Tunisia il costo del gasolio è di 30 centesimi litro e il governo conferma questo prezzo per i pescherecci per tutto l'anno. A Mazara da 400 barche siamo passati a 80 pescherecci".
Secondo Coldiretti Impresapesca, il prezzo medio del gasolio per la pesca è praticamente raddoppiato (+90%) rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero. A Mazara del Vallo tanti pescherecci sono fermi ormai da settimane. Nel 2020 il carburante costava 0,25 centesimi, ora costa più di un euro. Nel 2020, 50 mila litri di gasolio gli armatori lo hanno pagato 11 mila euro, oggi quasi 50 mila euro.