Tutti a Palermo conoscono l’istituto di padre Messina e anche la storia in parte travagliata. Ma ripercorriamola brevemente insieme…
La fondazione ʺCasa lavoro e preghieraʺ di padre Giovanni Messina, nacque alla fine dell’Ottocento nella borgata marinara di Sant’Erasmo a Palermo. Padre Messina prese in affitto l’Astrachello, la casetta estiva del principe Cutò, e in quella casa accolse i ˝picciriddi˝, prima le bambine e poi i bambini poveri del quartiere che lui stesso definì: l’˝Africa di Palermo˝. L’8 settembre del 1900 l’opera venne istituzionalizzata. Poi, padre Messina, nonostante le difficoltà, riuscì ad ampliare la piccola struttura che divenne con il tempo una casa accogliente, grazie al sostegno di benefattori e al contributo di progettisti della scuola del Basile. Il risultato è l’attuale complesso che si affaccia sul mare.
˝U patri˝,il pazzo" o "il pazzo che piacque a Dio", come lo chiamavano i palermitani,riuscì a dare un futuro a oltre tremila bambini senza famiglia, destinati a una vita di stenti e sfruttamento, riuscendo a toglierli dalla strada.
"Per me è stato un padre, mi ha accolto che ero una bambina, esattamente il 21 marzo del 1946, giorno in cui padre Messina celebrava i cinquanta anni dell’ordinazione sacerdotale . Sono arrivata in carrozza con il mio lettino, e lui mi è venuto incontro con grande affetto. Nel 1947 eravamo già circa trecento bambini . Lui ci accarezzava le piccole teste e ci domandava se il cibo era sufficiente" – ci racconta una delle suore dell’istituto.
Ma oggi cosa è rimasto dell’istituto? Chi se ne occupa?
Attualmente Casa Lavoro e Preghiera" di padreMessina è la sede legale della fondazione e svolge servizi religiosi e attività assistenziali coordinati dalle Piccole Suore Missionarie della Carità in collaborazione con volontari. Con il tempo l’opera dell’istituto si è andata trasformando per rispondere al bisogno delle nuove povertà. Nel piano dei lavori di restauro è in corso il miglioramento dei locali destinati ad ostello sociale attraverso un progetto, un percorso di tre anni dal titolo:"Odisseo; attraversa i quartieri della periferia Sud di Palermo - Romagnolo, Settecannoli e Brancaccio - per creare nuovi approdi contro la povertà educativa minorile e una nuova consapevolezza rispetto alle potenzialità del territorio, a partire dal mare.
Un progetto sociale ambizioso, finanziato da "Con i Bambini" nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, e rivolto a bambini e ragazzi tra i 5 a 14 anni ma anche alle loro famiglie e all’intera comunità attraverso laboratori trasversali di co-design, formazione e orientamento al lavoro, tutoring educativo affettivo e la nascita del primo Ostello di comunità di Palermo: un nuovo modello di welfare già sperimentato con successo in altri paesi europei.
L’ostello avrà una foresteria per l’accoglienza turistica con 24 posti letto e darà lavoro ai genitori dei bambini beneficiari diretti del Progetto. Al contempo, sarà un luogo di servizi per la comunità con una sartoria sociale autogestita (nello spirito della scuola di sartoria utilizzata nel Novecento per dare una formazione alle bambine), sale per il dopo scuola e per attività di baby sitting.
Ma fino a oggi i lavori sono fermi …
"Abbiamo mantenuto il carisma di sempre basato sull’accoglienza dei più bisognosi ma aspettiamo ancora il completamento dei lavori, interrotti per la mancanza di fondi. Prima ospitavamo una trentina di ragazzi ma ora non possiamo più permetterci di accoglierli perché gli ambienti sono deteriorati, aspettiamo anche il "bonus" per sistemare gli infissi … Inoltre molte strutture come la dispensa sono ancora inagibili, e questo non ci consente di continuare a svolgere attività come quella del banco alimentare . Si spera che, dopo il lungo periodo di pausa causato dalla pandemia, almeno, lˈ attività del doposcuola possa ricominciare nelle antiche aule restaurate, magari dopo Pasqua".– ci spiegano le suore dell’istituto.
"Da sole, ci occupiamo della pulizia della chiesa che è sempre attiva e dei locali adiacenti, e confidiamo nell’aiuto della provvidenza, dei tanti volontari e dei benefattori, gli unici che ci consentono di andare avanti. Abbiamo venduto oggetti e fatte piccole collette per recuperare alcune parti malridotte a cominciare dalla Chiesa. Tramite la diocesi si è provveduto al restauro dell’organo, ma non possiamo chiedere di più…Siamo al punto che le risorse non bastano. Circa un mese fa è saltato l’impianto elettrico della zona “portineria” perché i fili erano vecchi e ancora attendiamo il conto da pagare"-continuano a spiegarci le suore.
Nell’istituto veniamo accolti, oltre che dalle suore, anche dal presidente e dal vicepresidente dell’associazione di volontariato "amici di padre Messina" che, gentilmente, ci introducono all’interno della chiesa e nel piazzale dove un tempo giocavano i bambini a cui padre Messina˝tirava le caramelle˝. Ci mostrano la stanza in cui padre Messina ha vissuto e anche il famoso ˝carrettino della caritàʺ, trainato ai tempi da un asinello con cui il sacerdote andava in giro tutto il giorno per chiedere un obolo: pane, frutta , stoffa per fare gli abiti e i grembiulini dei suoi bambini. Mangiare la frutta, in particolare era una rarità per quei tempi , per i bambini un privilegio.
Padre Messina insomma si adoperava perché ogni giorno non mancasse nulla ai suoi bambini e insieme a lui alcuni volontari, come accade oggi attraverso un ’attività di volontariato più ampia, rivolta ai più indigenti, alle famiglie più bisognose e ai loro bambini.
"Il nostro è un lavoro di squadra. Io mi reputo un tuttofare. C’è un elenco di volontari che procura generi alimentari di ogni tipo , beni di prima necessità. L’ attività di Banco Alimentare è stata sospesa perché, come ha già detto la suora, la dispensa non è più agibile. Tra i volontari ci sono anche medici specialisti vari, che vengono a svolgere gratuitamente il loro lavoro in favore dei poveri.
La mia gioia e ricchezza più grande consiste in questa attività che svolgo percontinuare a servire il Signore, secondo il suo insegnamento"– ci spiega il presidente dell’associazione, Filippo Muratore.
"E’ stato il professore Angelo Marchese che ha dato inizio a questa attività di volontariato"-ci tiene a precisare Giuseppe Mancino, il vicepresidente dell’ associazione.
Attualmente la Chiesa del "Corpus Domini",all’interno dell’istituto, custodisce le spoglie del fondatore e ˈServo di Dioˈ in attesa di beatificazione. Nell’opera di restauro degli ambienti si è realizzato un percorso aperto ai visitatori in tutto l’arco dell’anno, principalmente negli eventi culturali della città come quello delle "Vie dei Tesori" e “Settimana delle Culture”.
Entrando nell’istituto, i visitatori percepiscono ancora l’anima di padre Messina .
Lasciamo che la missione per la quale ha dato la sua vita continui secondo lo spirito con cui è nata. Salviamo il suo orfanotrofio perché sia totalmente agibile e ancora funzionante, a servizio dei più deboli . Per mandare avanti le attività dell’istituto è possibile effettuare una donazione attraverso il Codice IBAN: IT73L 03069 09606 10000 0003408
Dorotea Rizzo