Sono circa 7 mila i bar che in Italia hanno chiuso a causa della pandemia. E così un po’ in tutte le Regioni italiane tranne in Sicilia, in controtendenza, e in Campania. Secondo Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese, mostra infatti che dei 169.839 bar esistenti a fine 2019, ne sono rimasti 162.964 a fine 2021, vale a dire 6.875 in meno (-4,05%). Le misure straordinarie varate dal governo a sostegno degli esercenti hanno tamponato la situazione.
Per Unioncamere la chiusura dei bar in Italia è una vera ecatombe. La regione più colpita è il Lazio dove si registrano 1.860 bar in meno con una percentuale del - 10,9%. Poi la Valle d’Aosta, che segna una variazione percentuale del -9,7% e un calo numerico di 51 bar. Molte altre, però, le regioni che registrano variazioni superiori alla media. Le Marche e il Friuli Venezia Giulia segnano infatti riduzioni dell’ordine del 6%. Toscana, Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige cali superiori al 5%. Il Piemonte si assesta al -4,99%. Campania e Sicilia, nei due anni di pandemia, invece, si è registrato un aumento del numero dei bar compreso tra l’1 e il 2%.
Ma in Sicilia si registra un certo dinamismo un po’ in tutti i settori economici. A livello complessivo secondo i dati di «Movimprese» relativi alla nati-mortalità, forniti dall’Ufficio studi di Unioncamere Sicilia guidata da Pino Pace, il saldo del III trimestre 2021, seppur in diminuzione rispetto al II trimestre (+3.296), resta positivo con +1.712, su un totale complessivo di imprese pari a 477.439 (nel II trimestre erano 475.736).