15,20 - A proposito del processo sui casi di corruzione per ottenere i certificati per lavorare nelle navi, indagine che vede coinvolti anche diversi trapanesi, va detto alcune posizioni sono state stralciate, e che un anno fa ci sono state le prime condanne.
Il Gup di Palermo ha inflitto 5 anni e 4 mesi a Giovanni Paterna, direttore di macchina e componente della commissione esaminatrice, 3 anni a Francesco De Santis, il titolare dell'omonima scuola, 2 anni (pena sospesa) a Francesco Giuseppe D'Anniballe, direttore di macchina e sindacalista, e un anno e mezzo (pena sospesa) ad Alessandra Schirò, docente dell'Istituto nautico, nonché componente della commissione esaminatrice.
10,00 - Ci sono anche sei trapanesi tra gli indagati della maxi-inchiesta, della Guardia di finanza di Palermo, sulle tangenti per conseguire gli attestati di abilitazione per lavorare sulle navi.
Si tratta di Antonio Barletta di Erice; Antonino Bonanno di Erice; Alessandro Di Bono di Erice; Paolo Giacalone di Mazara del Vallo; Antonino Maltese di Erice; Calogero Schifano di Erice. Fanno parte del lungo elenco dei candidati anche loro coinvolti nell'inchiesta che ruota attorno alla scuola di formazione marittima “Studio De Santis” di Palermo, abilitata dal Ministero a rilasciare l’attestato necessario per lavorare sui mercantili e a bordo della navi da crociera.
Pagando fino a mille euro i candidati avrebbero avuto la certezza di superare le prove indette dalla direzione marittima per ottenere l’abilitazione, conoscendo in anticipo le risposte. Almeno cinquanta gli episodi in cui i candidati sarebbero stati avvicinati durante i pre corsi per diventare primo ufficiale di coperta o di macchina.
Oggi l'udienza preliminare davanti al Gup di Palermo, Filippo Serio. L’inchiesta ha permesso di fare luce su un articolato contesto criminale, nel quale operavano, tra gli altri, dieci pubblici ufficiali (tra cui quattro dipendenti della Capitaneria di Porto di Palermo e tre dipendenti dell’Istituto Nautico di Palermo), che agivano in concorso con il titolare della scuola di formazione internazionale marittima denominata «Studio De Santis».
Il blitz scattò due anni fa. Cinque persone finirono agli arresti domiciliari, quattro furono colpite da divieto di dimora e tre dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Ora si scopre, però, che sotto inchiesta ci sono in tutto ottantadue persone che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini mesi addietro, e oggi si sono ritrovate davanti al giudice delle udienze preliminari.