Avrebbe cercato di tagliare i ponti tra l’anziana di cui è amministratore di sostegno e i suoi familiari. A denunciarlo, con una querela depositata in Procura, è stata una giovane marsalese.
Nel mirino c’è un avvocato, per il quale nella denuncia si ipotizza il reato abuso d’ufficio. Da quando il legale è stato nominato amministratore di sostegno, si afferma nella querela, “è impossibile, per me e per l’intera famiglia inclusa mia madre, comunicare con la nonna perché lui vieta ogni tipo di contatto”.
Poi, racconta che alcuni giorni fa, tornata a Marsala “col desiderio di vedere la nonna (la giovane vive all’estero, ndr) la quale aveva manifestato gioia al riguardo e la disponibilità ad ospitarmi nella propria casa. Inspiegabilmente però, il giorno dopo, la nonna, con tono molto dispiaciuto e al contempo impaurito, mi informava che non poteva essere più ospitata perché l’amministratore di sostegno si è rifiutato di prestare il proprio consenso!”. L’anziana avrebbe, inoltre, detto alla nipote che lei “non può più decidere nulla” e che “addirittura non può più parlare neanche al telefono” con la nipote, la figlia e gli altri nipoti perché il legale “non vuole e brontola”. L’anziana, al telefono, avrebbe, inoltre, detto alla nipote, si prosegue nella querela, che “doveva consultarsi con l’avvocato per qualunque decisione” e “quando riferiva queste cose si percepiva la sua paura. Lei riferiva che era disposta ad ospitarla con piacere e che non l’avrebbe mai lasciata fuori casa e che il posto c’era ma lui non voleva. Di fatto, dal giorno della nomina, l’amministratore vieta ogni e qualsivoglia tipo di contatto con chicchessia”. Nella denuncia si parla di “deliri di onnipotenza” e “illogicità di tale comportamento che va ben al di la dei propri poteridoveri” e si conclude chiedendo “anche di accertare come vengano spesi i soldi della nonna e se la rendicontazione sia regolare”.