La mafia, le stragi, gli anni sospesi tra il 1992 ed oggi. Ne parleranno questa mattina a Marsala il sostituto procuratore della Repubblica, Roberto Piscitello, e il peraltro direttore di Tp24, Giacomo Di Girolamo. L'occasione è l'anteprima del festival 38° Parallelo.
Appuntamento alle 11 alle Cantine Donnafugata, che hanno concesso la loro sede come prestigiosa cornice per l'appuntamento, che è anche la prima presentazione pubblica del nuovo lavoro di Di Girolamo, "Matteo va alla Guerra", pubblicato da Zolfo, ed uscito proprio una decina di giorni fa.
Un libro che cerca di scavare in profondità e di raccontare gli avvenimenti che portarono, sotto la leadership di Messina Denaro (il Matteo del titolo) alle stragi mafiose del '92 - '93. Qui c'è un'intervista a Di Girolamo sui temi del libro.
Qui c'è anche un video.
A trent’anni dalle stragi del ’92 questo libro rappresenta un prezioso tassello che propone un punto di vista inedito per comprendere quei mesi che segnarono, per sempre, la storia del nostro Paese.
Matteo va alla guerra non vuole essere la biografia dei boss Totò Riina e Matteo Messina Denaro né, tanto meno, un resoconto della storia in cui si intrecciano depistaggi e “trattative”.
Piuttosto individua un preciso momento storico, i primi anni Novanta, e un preciso luogo, la Sicilia occidentale, e lì scava in profondità per capire e raccontare – per la prima volta – il punto cieco in cui nasce una delle pagine più nere della nostra storia recente.
Su questo nucleo si dipana il racconto di come furono decise da Cosa Nostra le strategie criminali nella roccaforte mafiosa del territorio compreso nella provincia di Trapani e di come fu funzionale a tale disegno il giovane Matteo Messina Denaro – ancora oggi uno dei latitanti più ricercati – che non solo partecipò alla guerra contro lo Stato, ma approfitto del caos di quegli anni per attuare un ricambio generazionale dentro l’organizzazione mafiosa, lasciando di fatto lui al comando.
Un punto di vista inedito sulle stragi del ’92, una scelta stilistica e metodologica, quella di Di Girolamo, definita dalla critica “spiazzante”, in quanto narra una torbida vicenda, ancora non del tutto chiarita, dalla “parte del male”.
«Dopo aver scritto tanto, tantissimo, di mafia – dichiara Giacomo Di Girolamo – mi è parso evidente che ci fossero alcune tessere mancanti nella ricostruzione del mosaico di quegli anni. Molto si è parlato delle stragi, a volte troppo, e paradossalmente più andiamo avanti, più sembra che qualcosa sfugga. Ho deciso di tornare all'origine di tutto, al territorio: perché il territorio racconta, sempre. E questo un giornalista lo sa. Mi sono accorto così che è rimasta ad oggi nell’ombra l’influenza dell’ala trapanese di Cosa Nostra nella realizzazione delle stragi. Questo racconto, ancora, mancava. Questo libro completa di fatto un mio lavoro di ricerca, avanti e indietro nel tempo, che mi ha portato a scrivere saggi come L’invisibile, la prima biografia di Matteo Messina Denaro, e Cosa Grigia, sulle nuove forme criminali che attraversano il Paese».
La presentazione di sabato 14 maggio rappresenta un’anteprima della VI edizione del Festival letterario 38° Parallelo - tra vini e cantine, ideato e diretto da Giuseppe Prode, che si svolgerà a Marsala dal 23 al 29 maggio.