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25/05/2022 06:00:00

Castelvetrano, la torre della discordia

 Acquisirla con tutti gli oneri che ne derivano? Oppure venderla, rinunciando ad un pregiato bene  architettonico?

E’ la torre del Giglio, quella di via Garibaldi, proprio di fianco al museo civico della città di Castelvetrano. I media locali ne hanno spesso riportato la storia, sottolineandone il valore. Purtroppo però, la proprietà rimane ancora privata, nonostante un primo terzo donato al comune nel 2015. I fratelli Asta avevano cercato di donare la rimanente quota dei 2/3, ma niente da fare. Evidentemente, il fatto che la torre avesse bisogno di notevoli interventi di ristrutturazione, deve aver frenato gli entusiasmi pubblici.

Ecco perché gli Asta, non avendo ricevuto risposta, alla fine vendettero quella quota ad un privato di Messina, Giuseppe Savoca. Quest’ultimo, visto che per avere l’intera proprietà gli mancava quel terzo ceduto al comune nel 2015, chiede di acquisirlo. Ma non arriva alcuna risposta. Ed inoltre emerge che il comune non avrebbe ancora accettato l’eredità. Il che vanificherebbe la richiesta di frazionamento del proprietario dei 2/3 per poter intervenire con le opere di messa in sicurezza che gli competono.

Questo è almeno ciò che racconta il signor Savoca in un’articolata lettera che ci ha inviato e che potete leggere qui integralmente.

 

Inoltre, il comune, che non avrebbe risposto alla richiesta di acquisizione del terzo, si sarebbe fatto però sentire per un’altra ragione, inviando al nuovo proprietario un’ordinanza di messa in sicurezza urgente per un balcone pericolante. “Il ‘privato’ tanto criticato nella seduta del consiglio comunale di febbraio 2022, come se fosse un usurpatore – scrive Savoca nella nota - ha provveduto alla messa in sicurezza in tempi rapidi e di tasca propria”.

E poi, quest’ultimo, fin dal giorno dell’atto di compravendita, avrebbe acceso una polizza assicurativa a tutela di cose e persone che potrebbero essere colpite da parte di eventuali cedimenti. “I consiglieri tanto solerti e ‘preoccupati’ per il bene in parte di proprietà comunale – aggiunge - si sono chiesti se vi è simile ed adeguata copertura assicurativa?”

 

Secondo il signor Savoca, sarebbe meglio che “l’Ente lasci l’iniziativa imprenditoriale al privato, ma supportandolo dal punto di vista del rilascio delle concessioni ed autorizzazioni del caso in tempi accettabili”.