La Corte di cassazione ha annullato senza rinvio l’interdittiva emessa nei confronti di Leonardo Di Benedetto, originario di Castellammare del Golfo, dirigente del Comune di Erice, imputato per violazione di segreto d'ufficio.
I supremi giudici hanno cassato l’ordinanza del gip di Trapani e il provvedimento del Tribunale del riesame di Palermo. Il primo aveva applicato la sospensione dal servizio per un anno, il secondo l’aveva ridotta a 6 mesi. È stato lo stesso sostituto procuratore generale della Cassazione a chiedere l’annullamento senza rinvio.
Il caso di Di Benedetto rientra fra quelli per cui non si commette violazione e cioè quando le notizie vengono rivelate a persone, ad esempio il sindaco, che sono tenute a saperle per fini istituzionali oppure che ne sono già venuti a conoscenza. Secondo l’accusa, Di Benedetto avrebbe rivelato al sindaco che erano in corso delle indagini in materia di violazione urbanistica.
E a metterlo nei guai sono state le indagini difensive prodotte dal sindaco di Erice Daniela Toscano coinvolto, assieme al fratello Massimo, consigliere comunale di Trapani, nel cosiddetto scandalo del parcheggio di San Giuliano. Inchiesta, scaturita dalla denuncia presentata dall'imprenditore Riccardo Agliano, e poi archiviata.
Ma la vicenda, nei mesi scorsi, si era arricchita di un nuovo capitolo: Leonardo Di Benedetto, responsabile del settore Affari generali e Servizi demografici del Comune della Vetta. Il provvedimento, infatti, si riferisce proprio a quell'inchiesta e all'epoca dei fatti il dirigente ricopriva la carica di vice segretario generale.
A notificare la sospensione a Leonardo Di Benedetto erano stati i carabinieri.