La Sicilia riparte da un “tutto esaurito” per il primo ponte estivo del 2 giugno.
Le strutture ricettive sono piene, gli aeroporti siciliani registrano numeri importati, sbarcano sia italiani che stranieri per una visita nella nostra Isola, da Taormina a Palermo la stagione è davvero partita, dopo il fermo imposto dalla pandemia.
Si registra il record delle prenotazioni non solo negli alberghi ma anche in tutte quelle spiagge che hanno già aperto i loro lidi e resi funzionali e davvero operati.
Le prenotazioni avvengono per lo più affidandosi ai siti online, quali Booking e Edreams, la prima città scelta per questo 2 giugno è
Catania, seguono più distaccate Palermo, Milano, Napoli e Barcellona. Gli stranieri scelgono per la Sicilia due mete: Palermo e Catania che pullulano insieme a Taormina di americani e canadesi, destinazioni apprezzate anche dai tedeschi e dai cinesi.
Va bene anche in provincia di Trapani, anche qui le strutture ricettive registrano un tutto esaurito, la meta della provincia che vince su tutte è San Vito Lo Capo ma vanno molto bene anche le isole Egadi, con Favignana la più visitata e Marettimo per un turismo più lento, mentre Levanzo per chi vuole coltivare dei giorni di pausa in relax tra natura e riservatezza.
La Sicilia punta sulle bellezze archeologiche e storiche, sui percorsi naturalisti ed enogastronomici , la voglia di viaggiare è tornata e anche le Eolie sono tra le mete più richieste.
Una buona parte dei turisti sceglie il lusso dei resort e degli alberghi a 5 stelle, richiestissime anche le dimore di lusso con un costo circa di 6 mila euro a settimana, si tratta di strutture dotate di ogni extra lusso e non di semplici case vacanze.
Il ritorno del turismo tuttavia deve aver dato alla testa ad alcuni operatori, i prezzi sono lievitati in maniera non consona all’offerta, in un ristorante un piatto di pasta si arriva a pagare anche 30 euro, stessa cosa per un fritto misto, lievitati anche i prezzi del gelato, ad Erice 4 caffè sono stati pagati 10 euro, gli affitti stagionali raggiungo anche i 3500 al mese ( si dovrebbe poi vedere quanti di questi siano davvero in regola).
Prezzi che hanno fatto lamentare una turista che ha detto:
“Vado ogni anno a Portocervo e spendo molto meno, Marsala è bella ma è cara e non offre grandi cose”. Una realtà dura ma vera, spesso nei ristoranti il prezzo non equivale necessariamente a qualità, se è vero che i turisti per un piatto di pasta con i ricci sono disposti a pagare tanto è anche vero che le attività produttive lavorano con i cittadini per tutto il resto dell’anno. La giustificazione è nell’aumento dei prezzi della luce e delle materie prime, ma sembra più un voler cavalcare l’onda che una reale necessità a fronte anche di bar che a malapena riescono ad avere il latte di soia.