Nuovo appuntamento con “Carmine Art” - ciclo di incontri tra musica e libri – sabato 11 giugno alla Chiesa del Carmine a Marsala.
Con inizio alle ore 19 si terrà la presentazione del libro “Karibù. Lo Zambia, una donna, una grande avventura”, di Lidia Tilotta e Cristina Fazzi. Il libro racconta della vita straordinaria e del lavoro di Cristina Fazzi, mamma, medico, donna fuori dal comune, che lascia Enna nel 2000 per trasferirsi momentaneamente nello Zambia, da dove, invece, non è più tornata realizzando progetti impensabili in un'area vastissima del Paese, portando medicinali, vaccinando e visitando decine di migliaia di bambini, realizzando pozzi e strutture sanitarie, lottando contro la malnutrizione, scontrandosi con pregiudizi e superstizioni per combattere l'ignoranza e malattie come l'Aids. E la storia di una battaglia senza sosta contro miseria e ingiustizia e per l'affermazione di un nuovo modello di sviluppo che ripensi totalmente i rapporti di forza internazionali. Ma anche la vicenda di una donna che da single si è battuta e ha vinto perché l'Italia riconoscesse l'adozione zambiana di suo figlio Joseph.
Lidia Tilotta, giornalista e scrittrice lavora alla testata regionale della Rai ed è tra i coordinatori di «Mediterraneo» (Rai 3), che ha anche condotto e per il quale ha realizzato servizi e reportage dai Paesi di entrambe le sponde.
Cristina Fazzi, medico, dal 2000 vive in Zambia, dove ha fondato la Ong Twafwane association. Gestisce progetti umanitari socio-sanitari in una vasta area del Paese, dai villaggi più remoti alle baraccopoli delle grandi città. Nel 2013 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. In Italia, per sostenere i suoi progetti è nata, a Enna, sua città natale, l’associazione Jatu.
Converserà con le autrici la giornalista Jana Cardinale. “Carmine Art” ha preso il via il 1° giugno con il concerto omaggio a Ennio Morricone dal titolo “C’era una volta…” a cura dei musicisti Gino De Vita ed Enzo Toscano, ed è organizzato dall’Associazione Culturale ‘Ciuri’, con la rivista culturale on line Loft Cultura, grazie a una collaborazione avviata con la Diocesi di Mazara del Vallo e l’associazione GIVA di Marsala.
«Invitiamo la cittadinanza a questo nuovo appuntamento inserito nella nostra rassegna – dice il presidente dell’Associazione ‘Ciuri’, Filippo Peralta - che si inserisce e va in continuità con il progetto che da anni ormai portiamo avanti, sia in città che in provincia, per la promozione della lettura e di ogni espressione culturale”.
*****
Oggi Performance di danza e arte con le sorelle Lo Sciuto - Al Museo d’arte contemporanea - Centro Culturale Oratorio San Rocco. Venerdì 10 Giugno, alle ore 19:00, negli spazi del Museo d’arte contemporanea - Centro Culturale Oratorio San Rocco, a Trapani, si svolgerà, per la 69a stagione concertistica degli Amici della Musica di Trapani, la performance di danza e arte dal titolo "H as HUMAN" – "H as HUMANITAS". Performer, Patrizia Lo Sciuto, installazioni artistiche a cura di Paola Lo Sciuto.
Due artiste a confronto, due sorelle che lavorano in ambiti dell’arte narrativa e performativa differenti, una affronta l’aspetto del corpo in movimento ed esprime un’interiorità vissuta, l’altra racconta il senso profondo dell'Humanitas attraversando una serie di percorsi narrativi in relazione al contemporaneo. L’evento si articola in due parti: nella prima il pubblico assisterà alla performance di danza “H as Human”; nella seconda si sposterà nelle sale espositive per visitare le opere artistiche dell’istallazione “H as Humanitas”.
Ho creato “H as HUMAN” come un’installazione coreografica che nasce dalla domanda: “Cosa significa essere umani nella modernità?” Oggi l'uomo è immerso in un enorme universo tecnologico e l’intelligenza artificiale a volte affascina più dell'intelligenza biologica. Sembra che ci sia la tendenza a svalutare le potenzialità e le capacità umane andando verso una disumanizzazione dell’uomo, meravigliosa macchina biologica. A volte mi domando se la grandezza umana si indebolirà e l'intelligenza biologica dell'uomo, la sua memoria, la sua cultura e la sua spiritualità saranno compromesse.
Mi sono chiesta quindi: "Nella mia esperienza nella danza, in cui il corpo è in gioco nella sua verità, in che momento ho provato un forte senso di umanità?"
Durante gli anni in cui mi sono dedicata alla ricerca della perfezione del movimento e della danza tre persone si sono avvicinate a me perché avevano un forte desiderio di danzare, ma il loro corpo non lo permetteva poiché non era “perfetto”.
La perfezione che cercavo si è manifestata davanti a me nel senso di umanità che la danza è capace di dare. È nella vera condivisione di quest’arte del movimento che ho sentito una grande umanità interiore, l’importanza di essere di fronte all’umano, di cercare il trascendente e di andare in modo innato verso il bene. Patrizia Lo Sciuto
Humanitas è ciò che concerne l’essere umano immerso nella propria condizione, il proprio ingegno, la propria cultura ed espressione, nella sorprendente possibilità di migliorare sé stesso. Sempre al bivio, tra scelte e rinunce egoiche.
Il progetto installativo si propone di mostrare una serie di opere fotografiche, pittoriche e scultoree. É una suggestione, una narrazione iconografica ed emotiva dell’artista dedicata all'Humanitas.
Si tratta di un percorso visivo attraverso gli spazi del San Rocco, come fosse un racconto dell’essere tra istinto di appartenenza e intima costituzione in divenire. Nella stanza dell'abbraccio del San Rocco, quello della performance, una serie di foto e quadri mostrano lo spazio emozionale dell’umano tra inconscio e ciò che può essere portato a consapevolezza attraverso la via del cuore. Al piano superiore la prima stanza è dedicata all'identità e all'appartenenza. Sono opere in forma di abiti archetipi che uniti agli oggetti quotidiani fotografati come fossero ritratti antropomorfi, aggiungono qualità e caratteristiche all'umano. Le foto sono parte di un grande progetto chiamato “Le diecimila cose”. Catalogazione artistica di abiti ed oggetti alcuni dei quali conservati per più di 100 anni nella casa paterna dell’artista. La stanza è la parte materiale che costruisce l’identità sociale che l'umano indossa e di cui si circonda.
Lo spazio successivo è dedicato all’anima. Quella parte dell’umano che attraverso le esperienze si evolve per avere l’opportunità di giungere alla consapevolezza di se stesso e degli altri.
Nello spazio della grotta, tutto succede, è il luogo della trasformazione. La fucina intima ed interiore, il focolare dentro cui si trasforma il “ferro in oro” nella vittoria sulle nostre parti più buie. La via della libertà è corridoio-ballatoio sospeso verso la libertà dai condizionamenti dell’Humanitas, la rinuncia e il sacrificio dell’egoismo simboleggiata dal Cristo è la condizione per realizzare questo passo. Fuori, l’ultimo luogo del percorso è il luogo socratico dello “γνῶϑι σεαυτÏŒν” Gnothi seautòn dal greco “conosci te stesso”.