Giovanni Lo Sciuto (ex deputato regionale) e Paolo Genco, ex presidente dell’Anfe, sono stati gli indiretti protagonisti nell’udienza del processo Artemisia di qualche giorno fa, in cui ha testimoniato l’ex assessore regionale alla formazione Bruno Marziano (Pd) che aveva ricevuto delle forti pressioni da Lo Sciuto, con “più accanimento rispetto ad altri” minacciando una crisi di governo nel caso non avesse rivisto la graduatoria: “O revochi l’accreditamento a … o succede un inferno, capito? Altrimenti facciamo una commissione di inchiesta! E non vogliamo sapere più niente”.
Pressioni alle quali, racconta Marziano, ha sempre resistito, pur sentendosi limitato ed intimorito.
Certo, gli attacchi, come ha evidenziato la difesa, arrivavano anche da altri politici, come Musumeci, Figuccia, Venturini, Cancelleri. Ma facevano parte dell’opposizione, mentre Lo Sciuto era nella maggioranza.
Inoltre, nel corso dell’ultima udienza, è stata comunicata alle parti la modifica di uno dei capi di imputazione contestati a Lo Sciuto, Genco e all’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante.
Da “concussione” a “tentata concussione”. Il riferimento è all’episodio legato alla professoressa Loana Giacalone, dal 2015 al 2019 dirigente scolastico della scuola Mattarella Dolci di Castellammare del Golfo e parte civile nel processo.
Anche lei, come Marziano, aveva subito pressioni. Nel suo caso riguardavano la concessione delle aule all’Anfe, dal momento che aveva ricevuto due istanze: una, appunto, dall’Anfe di Paolo Genco, e l’altra dall’istituto Pitrè.
La prima sarebbe stata molto generica e la seconda più puntuale e circostanziata. Tutte e due sottoposte alla decisione del Consiglio d’Istituto, un organo indipendente che alla fine ha deciso per l’istituto Pitrè, all’unanimità, lasciando fuori l’Anfe.
Lo Sciuto però non si arrese. E, per risolvere il problema, si attivò in più direzioni, come si può capire meglio dalle intercettazioni ambientali del 10 aprile 2015.
I microfoni sono nascosti proprio nella macchina dell’ex deputato che conversa con Giuseppe Berlino, suo collaboratore, allora consigliere comunale di Castelvetrano.
Parlando della dirigente Giacalone, Lo Sciuto spiega:
“Ci avevano affidato le aule all’Anfe per fare i corsi di obbligo formativo e sta troia ha fatto la delibera e gliel’ha tolte.... sta Preside di là. Minchia a quelli li stanno consumando, vedi che razza di troia aoh.... Minchia ma come...”.
Aggiunge che si stratta della cugina di suo cugino, cognata di Lucio Sciortino. In macchina c’è anche Nicola Giurintano, altro consigliere comunale, al quale Lo Sciuto chiede
LO SCIUTO: Ma dimmi una cosa, il sindaco non fa lavorare a Lucio Sciortino?
GIURINTANO: Si
LO SCIUTO: Dove?
GIURINTANO: Con il canile
BERLINO: Con il canile
LO SCIUTO: Ah, lo fa lavorare. Ora ci faccio telefonare a lui
Proprio in quel momento sale in macchina Errante, al quale Lo Sciuto rappresenta il problema da risolvere.
LO SCIUTO: Il Ministero di... della Pubblica Istruzione che finanzia... Che succede, minchia nominano a Preside a chi? Ad una nostra concittadina, Giacalone Loana, che sarebbe la cognata di Lucio Sciortino.
ERRANTE: Lucio Sciortino chi?
LO SCIUTO: Quello dei cani
GIURINTANO: Quello dei cani
ERRANTE: E qual è il problema?
Dopo che Lo Sciuto gli spiega il problema, Errante offre la sua disponibilità
ERRANTE: Lo posso chiamare a Lucio SCIORTINO, Minchia se è questo il tuo problema lo posso chiamare.
Infatti lo chiama subito. E si mette d’accordo con lui per vedersi l’indomani mattina. Rassicurando nello stesso tempo l’ex deputato.
ERRANTE: Comunque non ce ne sono problemi da nessun punto di vista con Lucio Sciortino.
LO SCIUTO: Il problema sai qual è, che sta cretina ci fa perdere un finanziamento da.... tant’è che la vogliono denunciare se non ci sistema la cosa.
ERRANTE: Se non la sistema Lucio telefoniamo a Nicola COPPOLA (Sindaco di Castellamare), figurati se quello ci perde i soldi....
LO SCIUTO: A me sta cosa interessava per ché al di la che partono sti corsi... li c'è pure per far lavorare qualche insegnante. E’ una cosa che mi interessa.
ERRANTE: L’ho capito. Ti voglio dire che se domani non si risolve con Lucio, parliamo con Nicola Coppola.
LO SCIUTO: Ma cosa ti ha detto Nicola Coppola?
ERRANTE: Che ci aveva messo a disposizione i locali dell’IPAB di Castellamare
La Giacalone, teste nella scorsa udienza, oltre a confermare la telefonata ricevuta da Sciortino per convincerla a ritornare sui suoi passi, ha parlato anche di uno scontro con Paolo Genco, nel suo ufficio. Quest’ultimo l’avrebbe accusata di non comprendere il tema della dispersione scolastica e di essere responsabile di mancate ingentissime risorse finanziarie. Il tutto con toni così accesi da indurre il professore Giuseppe Gallo (collaboratore della Giacalone) ad intervenire, invitando il Genco ad uscire dalla stanza.
La Giacalone ha infine raccontato di essere stata raggiunta da Sciortino anche di presenza, ma di essere stata irremovibile.
Egidio Morici