E’ difficile poter raccontare la passione che muove da decenni la famiglia di Giacomo d’Alì Staiti, dalla Sosalt alle saline Ettore Infersa, passando da un turismo esperienziale alla grande capacità di tramutare la raccolta del sale in cultura e tradizione oltre che profitto aziendale.
Lì in quello specchio incantato della Laguna dello Stagnone, il vento, il sole e il mare sono elementi che creano un equilibrio perfetto, una economia circolare che si snoda e che rilancia alla bellezza di un territorio capace a farsi eccellenza.
Oggi l’azienda è presente sui mercati internazionali oltre che nazionali, le saline si estendono su ben 800 ettari e assicurano un raccolto di sale pari a 100.000 tonnellate.
In quell’aria di circa 20.000 mq viene effettuato l’intero processo di movimentazione, lavaggio, essiccazione e stoccaggio del sale.
La salina ha una prerogativa importante: la commistione perfetta tra uomo e ecosistema.
L’iniziativa il “Sale incontra la luna” è la nuova idea realizzata dalla Sosalt in collaborazione con la SEI, le Saline Ettore Infersa. Si tratta della raccolta del sale in notturna: i salinari lavorano dalle 16 fino alla mezzanotte: “Allargando il perimetro della raccolta del sale alla cultura e al turismo - afferma il professore Giacomo d’Alì Staiti- le nostre saline hanno una grande fortuna, anche se piccole, siamo dei giganti da un punto di vista di attrazione: gli spettacoli del tramonto non sono paragonabili a quelli di altre saline molto più grandi delle nostre”.
Sono 15 vasche quelle in cui viene raccolto a mano il sale, e non si tratta solo di una iniziativa turistica ma anche alla diffusione e conoscenza delle stesse saline: “Non mi piace pensare alle saline come ad un Museo, mi da il senso della staticità”, chiosa D'Alì, che aggiunge: “Raccogliere il sale a mano significa avere costi maggiori, il sale è prodotto nella stessa maniera di quello raccolto meccanicamente ma quello raccolto a mano lo possiamo direttamente utilizzare sulle nostre tavole senza altra lavorazione. È integrale il sale non lavato, che significa sale raccolto a mano, ha un po’ di magnesio e potassio in più. Il nostro è un prodotto di nicchia che rischia di sparire, perché i costi della raccolta sono alti e perché non c’è più maestranza”.
Nonostante si ricerchi il personale da poter fare lavorare nelle saline è difficile trovare giovani leve che abbiamo voglia di imparare questo mestiere, che rappresenta la storia e la cultura di un intero territorio, così la Sosalt si è mostrata disponibile con la Regione a supportare dei corsi di formazione professionale per salinari.
Si può parlare di “SaliTurismo”, spiegando a chi arriva la vita delle saline, il loro stretto legame con la Laguna e con l’uomo che le coltiva.
Alla presentazione è intervenuto l’assessore al Turismo della città di Marsala, Oreste Alagna: “Questo è un posto straordinario e va assolutamente rafforzata l’offerta turistica e per questo da parte di tutta l’amministrazione comunale sono certo ci sarà massima apertura, dobbiamo lavorare in sinergia”.