E alla fine è accaduto quello che, in verità, era nell’aria da settimane.
La rottura tra Pd e M5S si è consumata un attimo dopo le primarie, ed era evidente a tutti, non solo agli addetti ai lavori: i gravi malumori che tra le due formazioni politiche c’erano.
Una questione che, però, si poteva risolvere prima e non arrivare a circa un mese dalle elezioni, il Movimento Cinque Stelle corre da solo e lo fa schierando in campo alla presidenza della Regione il candidato Nuccio Di Paola, attuale deputato regionale.
Lapidario Giuseppe Conte: “In Sicilia il Movimento 5 Stelle correrà da solo, per dare riscatto e dignità a tutta l’isola, alcune settimane fa ero stato chiaro: quello che vale a Roma vale a Palermo. Sappiamo come è andata nella capitale: il Pd ha scelto l’agenda Draghi, rinnegando tutto il lavoro realizzato in direzione progressista durante il Conte II. Nonostante questo, in Sicilia abbiamo tentato fino all’ultimo di costruire un percorso comune, anche in considerazione del percorso di partecipazione costruito in occasione delle primarie. Dal Partito democratico, però, ancora una volta non sono giunte risposte adeguate”.
Non è tardata ad arrivare la risposta di Anthony Barbagallo, segretario regionale dem: "A Giuseppe Conte dico, intanto, che la dignità è mantenere la parola data. E questa rocambolesca giravolta di oggi del suo Movimento è tutt’altro che degna. Quello del M5s è alto tradimento nei confronti dei siciliani che hanno creduto al fronte progressista”.
Di alto tradimento ha parlato il deputato del Pd Antonello Cracolici: “Alto tradimento! Non puo che definirsi così l’abbandono dei 5 stelle della coalizione che avevano contribuito a creare, partecipando alle primarie e sottoscrivendo il patto di alleanza. Siamo ormai alla caduta di qualunque onorabilità che deve essere anteposta alle stesse strategie politiche. Si vuole colpire al cuore la speranza di un cambiamento fuggendo a poche ore dalla presentazione delle liste. Una sola parola: VERGOGNA”.
A rompere il silenzio Caterina Chinnici, candidata alla presidenza per la coalizione di centrosinistra: "Attraverso le primarie mi era stata affidata la guida di una coalizione che non esiste più. Tanta rispettosa e paziente attesa per ritrovarsi ora in uno scenario stravolto che di fatto azzera tutto e impone nuove riflessioni nel pochissimo tempo rimasto”.
Infine le ragioni della rottura vengono elencate dallo stesso Di Paola: “Abbiamo fatto il possibile e ce l’abbiamo messa veramente tutta per salvare l’alleanza, pur in un quadro nazionale mutato e quasi impossibile, ma il Pd, arrogante, è rimasto arroccato sulle sue posizioni. Il partito democratico siciliano si è mostrato tale e quale a quello nazionale, col quale era venuta completamente meno la fiducia. Con queste premesse continuare a portare avanti un’alleanza che giorno dopo giorno reggeva solo sulla carta era praticamente diventato impossibile. Se si creano tutte le condizioni per una rottura, poi si devono accettarne anche le inevitabili conseguenze. Giuseppe Conte ha solo tirato le somme. Correremo non da soli, ma con i siciliani, come abbiamo sempre fatto in passato con ottimi risultati, che arriveranno anche questa volta, consci come siamo che per l’ennesima volta saremo dalla parte giusta, quella del cittadino, che abbiamo messo sempre al centro della nostra azione politica”.
Uno strappo e poi sono volati gli stracci, a dimostrazione che la coalizione non si fondava su alcun equilibrio di intenti politici ma solo esclusivamente su convenienze che evidentemente non sono più bastate.
Adesso la Chinnici potrebbe pure ritirarsi, il campo largo del centrosinistra non esiste più, il Pd è in gravi difficoltà sui territori dove gli aspiranti candidati fanno fatica ad avviare una campagna elettorale basata sul niente.
Il disastro è stato consegnato, peggio non si poteva fare.